Koinonia Febbraio 2024


Padre Alberto Simoni: un amico e un fratello nella fede

 

Per prima cosa desideriamo iniziare questo nostro ricordo del caro padre Alberto ringraziando la redazione di Koinonia, in particolare Giovanna Mori e Renato Scianò, che ci hanno offerto questa opportunità.

In confronto alle tante firme di Koinonia e del Forum e alla molteplice schiera di amiche e amici  intervenuti agli incontri organizzati a Pistoia da Alberto, la frequentazione da parte nostra è abbastanza recente, circa 3 lustri, contraddistinti da un intenso rapporto affettivo che si è rafforzato col passare del tempo.

La memoria ritorna all’incontro del 27 settembre 2009 nel quale Alberto ospitò il pastore e teologo valdese Ermanno Genre, suo amico e professore emerito della Facoltà Valdese di Teologia a Roma. Quella fu l’occasione per conoscere Alberto e il cenacolo di credenti che si riunivano insieme a lui. Di lì ad un mese il convento di San Domenico avrebbe ospitato i pannelli della mostra per il V centenario di Giovanni Calvino con due conferenze: una sul riformatore e una sulla “Giustizia sociale”.
Da allora e fino all’interruzione causata dalla pandemia abbiamo proseguito la nostra partecipazione anche raccogliendo i suoi inviti a collaborare con interventi agli incontri e con elaborati e recensioni da pubblicare sulla rivista. Si è così sviluppato un periodo fecondo che ci ha regalato momenti arricchenti non solo dal punto di vista culturale ma soprattutto sul piano personale e su quello spirituale, grazie all’armonia con le altre persone presenti e alla fraterna comunione (koinonia) stabilitasi, pur nelle diversità confessionali, attraverso la condivisione delle proprie specificità intese come doni e nel riconoscersi come fratelli e sorelle in Cristo Gesù, figli e figlie dell’unico Dio Padre, salvati dalla Sua grazia e sostenuti dallo Spirito Santo.

Dell’ampio spettro di temi trattati da Alberto che, oltre la sfera strettamente teologica e religiosa, hanno compreso implicazioni e contesti sociali, politici, storici e artistici e dei numerosi e prestigiosi relatori che hanno animato gli incontri di Koinonia tratteranno sicuramente con più competenza altri contribuiti. Qui desideriamo ricordare che Alberto col suo incessante lavoro ci ha dato l’opportunità di approfondire tanti temi come la teologia della liberazione e le esperienze missionarie e di impegno politico in America Latina e ci ha proposto tante figure, testimoni di percorsi di fede immersi nel loro tempo e spesso non allineati con la chiesa cattolica romana ufficiale, alcuni più noti come Giuseppe Dossetti, dom Giovanni Franzoni e l’arcivescovo Oscar Romero, altri meno conosciuti come il vescovo Pierre Claverie e la vicenda dei monaci trappisti vittime dei terroristi in Algeria e come il giornalista de «L’Ora» di Palermo Alberto Scandone, morto tragicamente nel 1973 nell’incidente aereo di Punta Raisi a Palermo.
Attraverso questo caleidoscopio di esperienze, vicende e personaggi Alberto ha sempre manifestato il suo impegno per l’attuazione concreta del Concilio Vaticano II e per la riforma della chiesa cattolica, confrontandosi anche con esperienze diverse come quelle del protestantesimo (Calvino, Bucero, Wesley e il Metodismo, i Valdesi). Questo sforzo conoscitivo e divulgativo non si è tuttavia limitato agli aspetti culturali, filosofici e storici ma è stato contrassegnato teologicamente dalla radicata convinzione della necessità di ritornare alle origini, a un “Vangelo sine glossa”, ovvero sfrondato da tutta una serie di pratiche e sovrastrutture che hanno offuscato la sostanza del messaggio di Cristo. Di qui il costante riferirsi di Alberto alle parole di Gesù “Ma quando il Figlio dell'uomo verrà, troverà la fede sulla terra?” (Matteo 18,8), l’ammonimento che “nessuno mette del vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino fa scoppiare gli otri, ma il vino nuovo va messo in otri nuovi” (Marco 2,22) e la preoccupazione “Voi siete il sale della terra; ora, se il sale diventa insipido, con che lo si salerà?” (Matteo 5,13).

Padre Alberto da profondo conoscitore della Bibbia, dei Padri della Chiesa, di Agostino e Tommaso, è stato un dottore della Chiesa ma con grande umiltà e modestia, senza eccedere nelle citazioni dotte, senza ostentare i suoi studi e le sue competenze, scevro dal vantarsi dell’enorme reticolo di contatti, relazioni e conoscenze che gli permetteva di proporre sempre nuovi e stimolanti argomenti. Grazie alla sua capacità di scegliere i temi e le/i relatrici/ori e di scandire i tempi come un bravissimo direttore d’orchestra, non c’è stato incontro di Koinonia al termine del quale non ci siamo sentiti gratificati e al tempo stesso sollecitati da quanto ascoltato e discusso. Così come i numeri di Koinonia sono un concentrato di riflessioni e approfondimenti che permettono di ampliare il proprio orizzonte e invogliano a ulteriori ricerche e studi. Sempre attento all’uso di un linguaggio essenziale e chiaro, la priorità di Alberto è stata fino all’ultimo la predicazione della Parola di Dio, l’annuncio della “buona novella” con la ferma convinzione che «tutto è grazia», ispirata dall’insegnamento che Gesù dà ai suoi discepoli: “gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Matteo 10,8).
Questa visione della grazia e del dono è all’origine delle qualità umane di Alberto che vogliamo brevemente ricordare perché resteranno indelebili nella nostra memoria: la capacità di accogliere e l’apertura alla diversità come attenzione verso l’altra/o come soggetto da cui ricevere e a cui donare in un reciproco scambio dialogico e non solo per curiosità intellettuale, una caratteristica che certamente aveva in modo spiccato. Come non ricordare, fin dal primo incontro, la premura con la quale padre Alberto sapeva rivolgere la propria attenzione a ciascuna e ciascuno di noi? 
Rivediamo così stagliarsi la sua figura, ormai abbastanza esile, nell’abito bianco dell’ordine dei predicatori mentre ci viene incontro nel parcheggio dell’orto di San Domenico con un abbraccio, subito ringraziando per la nostra presenza. Ricordiamo la cura con la quale si preoccupava di accogliere i suoi ospiti provenienti da più lontano. Giunti al termine degli incontri, riviviamo il suo modo di congedarsi salutando ciascuna e ciascuno, accompagnandola/o fino al portone o all’auto, un gesto di arrivederci pieno di affetto che ci restava anche nei giorni seguenti. Infine, il pensiero va anche alle periodiche telefonate con le quali si interessava sempre alla salute, alla vita lavorativa e familiare oppure chiedeva se poteva passare da casa per lasciare l’ultimo numero di Koinonia. E in queste occasioni spesso portava anche qualche testo o qualche articolo da far recensire a mia madre o sul quale lavorare per un prossimo incontro. Queste brevi visite diventavano così momenti di scambio, confronto e riflessione comune che hanno contribuito a consolidare un’amicizia che resterà un patrimonio e un ricordo prezioso da custodire.
Padre Alberto ha dato molto non solo come animatore e promotore di iniziative culturali di grande interesse e attualità ma anche sul piano personale e umano, si è posto al servizio di Dio servendo gli altri, interpretando fedelmente il significato della koinonia come condivisione della propria fede, del proprio lavoro di scavo e di ricerca e partecipando alle vicende personali delle persone con le quali entrava in relazione.
Siamo grati al Signore di avercelo fatto conoscere e di aver potuto percorrere un tratto di strada insieme.

 

Sara Rivedi e Valdo Pasqui

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