Koinonia Luglio 2023


I CORPI UMANI. FORSE, FORSE...

 

Anch’io, come un amico incredulo, sono rimasto molto meravigliato, quasi scandalizzato, sentendo papa Francesco, alla finestra delle 12, il giorno dell’Ascensione, dire ed insistere che Gesù è salito in cielo presso Dio col suo corpo, sicché ora un corpo fisico come il nostro è presso Dio. Non è una esperienza interiore dei discepoli espressa con una immagine fisica, una icona, come in tanti altri casi? Dio è in cielo? Oppure il cielo (come comprende estasiato Andrej ferito, supino sul campo di Austerlitz, quasi come san Francesco del Cantico), è un grande simbolo fisico, e immagine di ogni grandezza che ci supera, ci avvolge, ci protegge, ci contiene, ci meraviglia, ci anima e ci rianima?....  Dio è spirito (Gv 1,18; 4, 23 ss,; 16, 5ss; ...).

Il corpo di Gesù (a parte le possibili amplificazioni nei racconti ancora stupiti e ammirati..) doveva avere capacità eccezionali: a volte il solo toccarlo, o toccare il suo mantello, guariva, o beneficava profondamente persone malate o bisognose. In qualche raro caso si sa di persone fisiche come noi che producono simili effetti risanatori materiali (fatta la tara da fantasie e sfruttamenti). Gesù era - in corpo e anima - veramente abitato da Dio, uomo fatto suo figlio in modo unico. Alcuni nuovi teologi ricorrrono alla fisica quantistica per spiegare fatti materiali-spirituali straordinari, oltre questa realtà che vediamo. Chissà. La fede nella risurrezione di Gesù è essenziale all’essere cristiani. Fu fisica, materiale, però in un nuovo inedito modo di essere della materia del suo corpo? Fu presenza interiore nei discepoli, stupiti, rianimati dopo la disperazione, poi raccontata da loro come esperienza fisica? Lasciamo aperta la domanda.

Non so. Piccoli esempi: i nostri cari, i nostri amici morti, sono “presenti” davvero (chi più chi meno) in noi (affetto, pensiero, sentimento, abitudini, linguaggio, memoria fisica,.....). Il loro corpo lo piangiamo perduto, rientrato, in qualche modo, nella materia universale. È immaginabile che un corpo straordinariamente, divinamente vivo, come il corpo di Gesù - forte di tanto amore, di tanta vita, da attraversare e vincere la morte, per fedeltà al suo compito, e da superare il tempo in cui noi siamo immersi e condizionati - realizzi in anticipo escatologico la nostra speranza e fede di ritrovarci, riconoscerci, in una integrità che la forza creativa ed evolutiva di Dio ha immesso nelle cose e anche nelle nostre persone da Dio amate totalmente? Dalla immaginazione alla speranza-fede?  Nel Credo diciamo “risurrezione della carne”. Non sarà una magia cinematografica. Dio farebbe quello che faremmo noi alla persona più cara. Noi siamo per lui persone care, carissime. Gesù è il primogenito di noi, il nuovo Adamo, nuova umanità (come sempre speriamo, in tante forme: umanità nella pace realizzata). Non so, pensiamo, anche alla luce della promessa evangelica di vita “eterna”, cioè intera, per questa nostra vita sempre anelante alla pienezza.

 

Enrico Peyretti

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