Koinonia Luglio 2023


Dal libro di Luciano Canfora “La democrazia dei signori”

NOI SIAMO QUI!

 

Abbiamo considerato sin qui, nei capitoli che precedono, soprattutto gli aspetti di decadimento politico e impoverimento culturale: scadimento che ha investito sia la capacità di analisi che la prassi. Sappiamo però che, al di là dell’inadeguatezza soggettiva, ci sono cause più profonde di cui è necessario tener conto. È infatti la compagine sociale che è venuta trasformandosi. Ciò che solo in parte celiando chiamiamo «ex sinistra» ha arrancato, anche volenterosamente, dietro queste mutazioni strutturali (che hanno reso obsolete alcune sue antiche certezze) finendo per scegliere la ‘scorciatoia’ del governismo, nella convinzione di poter svolgere solo così un ruolo positivo-incisivo di validità generale e non in funzione di alcuni spezzoni della società. Ora sappiamo che è stata in larga parte una illusione: le forze direttive e della società (che ritengono, o mostrano di ritenere, che l’esplicazione dei loro privilegi sortisca di per sé effetti positivi anche sull’intero corpo sociale) hanno ripreso in pieno le redini. La “visione generale di governo” della ex sinistra, è finita su di un binario morto. E, soprattutto, il modificarsi e frantumarsi delle «classi» non implicava affatto che «il popolo» fosse scomparso; era diventato altro, e aveva preso altre strade: talora inquietanti. Nella inconsapevolezza di ripetere vecchi errori, frutto di vecchi e già sperimentati abbagli.

Questo è il cimento arduo a fronte del quale paiono inadeguati sia i «governisti di sinistra» che i cultori puri delle passate certezze, sempre più scollegate dalla realtà effettuale. Ad entrambi manca (e manca purtroppo anche oltre i confini di ciò che fu «la sinistra» nelle sue varie declinazioni) una conoscenza analitica, scientifica, dell’assetto, dei conflitti, delle prospettive, di una realtà economico-sociale sempre più vasta geograficamente e sempre più interconnessa, sempre meno dicotomica, e quindi sempre più refrattaria a visioni, a diagnosi e a soluzioni manichee. Il tutto in un ambiente quasi irreparabilmente inquinato, mentre ognuno sa che lo standard di vita di una minoranza agguerrita (e gelosa della conquistata «democrazia dei signori») sarebbe insostenibile ove, anche «gli altri» lo pretendessero per sé.

Certo, la «ex sinistra» non può d’improvviso «sollevare il mondo con una leva» ma di sicuro trarrebbe vantaggio se adottasse un orientamento opposto a quello su cui ha puntato negli ultimi decenni. Dovrebbe re-imparare a guardare verso il «basso», prima che sia troppo tardi e prima che, in blocco, chi sta «in basso» si identifichi con le pulsioni malsane e seduttrici della «destra popolare». La ex sinistra si condanna all’irrilevanza se continua a stare a fianco di quella parte della società che se la passa bene e che ingiunge all’altra parte di rassegnarsi «patriotticamente» alla perdita dei capitali diritti così faticosamente conquistati.

Non crediamo, ovviamente, che l’orticello nazionale basti, o che funzioni come una monade, e che si tratti ormai unicamente di rincorrere il «popolo di destra» scivolato in braccio alla «destra popolare». Non possiamo però nasconderci che va riconquistato. E riconquistarlo almeno in parte si può, facendo chiaro, ad esempio che la grande migrazione di popoli è un fatto planetario e strutturale, frutto delle politiche imperialistiche dei potentati economici (oggi indisturbati) ed eredità del vecchio imperialismo. E chiarendo che, se è vero che i migranti non sono una classe sociale, è però vero che essi costituiscono oggi il problema che non si risolve con le cannonate.

 

Luciano Canfora

In La democrazia dei signori, Laterza 2022, pp.60-63

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