Koinonia Giugno 2023


PIERO STEFANI IN VISITA A SANTA SABINA

 

<…> Sull’Aventino ci sono pure uomini di Chiesa. Da Sant’Anselmo uscivano a gruppi giovani monaci in abito scuro; alcuni di loro avevano anche la pelle di quello stesso colore. Tra essi si intrufolava qualche abito bianco e nero. Era l’ora della passeggiatina del dopo pranzo. Bianca era anche la veste del frate anzianotto che usciva dal loggiato di Santa Sabina, complesso da decenni affidato ai domenicani.

 

Data l’ora, c’era poca speranza che la chiesa fosse aperta. Entrò ugualmente sotto il portico. Da un braccio laterale si udiva il rumore piuttosto tenue di operai al lavoro; camminando lungo l’asse centrale si accorse che la porta della chiesa era invece parzialmente aperta. Varcò la soglia; non c’era nessuno. Le sedie erano accatastate nella navata di destra, perciò il centro era vuoto fino all’altare e all’abside arricchita dalle tre finestre e imbruttita dal trionfalistico affresco del catino. Passeggiò osservando le antiche colonne, vide la cappella del Santissimo con la Madonna di Pompei sopra il tabernacolo. Si soffermò su due monumenti funebri, sobri per essere seicenteschi. Girava e rigirava per prepararsi all’iconografia che più di ogni altra lo conduceva in quel luogo; si trattava del mosaico posto sulla parete sopra la porta d’ingresso. Anche in essa, questa volta in alto, si aprivano delle finestre da cui proveniva un forte controluce. Tuttavia le due matrone musive poste ai lati erano ben visibili. Entrambe erano sontuosamente vestite, tutte e due avevano un libro in mano; solo aguzzando la vista si poteva scorgere qualche lieve differenza tra esse. Anche la scritta era decifrabile; la prima parte era identica ma la seconda marcava una differenza. Sotto la matrona di destra per chi entra c’è la scritta Ecclesia ex circumcisione, sotto quella di sinistra si legge invece Ecclesia ex gentibus.

 

L’iconografia a Roma ha qualche altra esemplificazione, tuttavia essa appare remota e incomprensibile per la maggior parte degli osservatori. Per la matrona di destra pesa poi la storia, spesso drammatica, degli ebrei convertiti a forza. Si comprende perciò la reazione contemporanea di sostenere che gli ebrei non hanno alcun bisogno di entrare nella Chiesa. Il nostro visitatore articolò pensieri anche più complessi. Nel XVI e nel XVII secolo in Spagna si fu ossessionati dalla limpieza de sangre, in base alla quale si discriminavano pesantemente i «cristiani nuovi» contaminati dalla loro origine ebraica (o moresca). Tale discriminante etnica (per certuni addirittura protorazzista) ci disgusta. La matrona che viene dalla circoncisione, sia pure a parti capovolte, sembra rimanere impastoiata anch’essa in un principio etnico; di contro, nelle comunità dei credenti in Gesù Cristo, non dovrebbero esserci né giudeo né greco. E perché rendere della stessa grandezza la sparuta Chiesa giudeocristiana e l’universale Chiesa delle genti? E non è un paradosso sconcertante presentare una figura femminile e collegarla a un rito così unilateralmente maschile come quello della circoncisione?

 

Si rese conto di quanto sia complesso far risuonare nell’oggi la verità profonda di quell’iconografia. Tutto resta appeso a quella minima particella «ex», pure oggi di uso frequente ma in tutt’altro senso. Qualche sprovveduto potrebbe persino pensare che si tratti di ex ebrei ed ex pagani ora divenuti tutti cristiani. In effetti quell’«ex» sta a significare «chiamati da». La Chiesa è una realtà diversa da quella costituita dagli ebrei e dai gentili, per questo non dovrebbe sostituire popoli e culture. Eppure, se non ci fossero stati il popolo d’Israele, le promesse, le sue Scritture, se non ci fossero stati ebrei a testimoniare Gesù Cristo morto e risorto, se non l’avessero annunciato per le vie del mondo, l’Ecclesia ex genti bus non sarebbe mai esistita. Erano pensieri per lui familiari da tempo, ma era ben consapevole di quanto fossero difficili da comunicare e da comprendere. Loro malgrado erano diventati elitari.

 

Piero Stefani

Dalla “Conclusione narrativa” del libro

 “Gli uni e gli altri”. La Chiesa, Israele e le genti. Una ricerca teologica

EDB, 2017, pp. 262-63

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