Koinonia Giugno 2023


«ECCLESIA EX CIRCUMCISIONE ET EX GENTIBUS»

 

Nella basilica romana di Santa Sabina - sede della Casa Madre dell’Ordine dei Frati Predicatori - si possono ammirare i resti di un mosaico del V secolo rappresentante due donne, ciascuna con un libro aperto fra le mani. Sotto ciascuna di loro, un’iscrizione: da un lato, Ecclesia ex circumcisione, dall’altro Ecclesia ex Gentibus1. È la testimonianza che, ancora nel V secolo, la Chiesa si considerava composta da questi due elementi essenziali: gli ebrei e i pagani, riconciliati dalla croce di Cristo e riuniti dal battesimo in un solo popolo2.

All’inizio, la comunità ecclesiale era formata unicamente da ebrei, e continuava a far parte del Popolo d’Israele e ad osservare i comandamenti di Mosè. Gli Atti degli Apostoli 38 narrano come Pietro fosse stato indotto, per ispirazione divina, a battezzare il centurione romano Cornelio e i membri della sua famiglia; e come il collegio degli Apostoli, riunito a Gerusalemme sotto la presidenza di Giacomo, decretò, sempre per ispirazione dello Spirito Santo, che i pagani ammessi nella Chiesa non dovessero essere sottoposti ai precetti della Torah. Da quel memorabile momento la comunità cristiana, fino ad allora considerata come una setta giudaica, diventava la Chiesa universale, aperta agli uomini di tutte le nazioni.

È questa la Chiesa rappresentata negli antichi mosaici di Santa Sabina, come Ecclesia ex circumcisione e Ecclesia ex gentibus. È questa la Chiesa di cui San Paolo parla come di un olivo coltivato sul quale sono stati innestati rami di olivo selvatico3.

Il numero dei credenti venuti dalle nazioni sorpassò presto, e di gran lunga, in seno alla Chiesa, quello dei credenti ebrei. Con l’Imperatore Costantino, l’Impero romano, pagano, divenne cristiano. A poco a poco, la Chiesa si trovò tagliata fuori dalle sue radici ebraiche. E di fatto divenne, e resta fino ai giorni nostri, la Chiesa delle Nazioni.

Gli ebrei che attraverso i secoli, e in numero assai ristretto, entrarono nella Chiesa, poterono farlo solo a condizione di strapparsi radicalmente dalle loro radici ebraiche. Entrare nella Chiesa comportava per loro un’autentica conversione: cessavano di essere ebrei per diventare cristiani.4

Io non sono il solo a pensare che la scomparsa dell’elemento specificamente ebraico - l’Ecclesia ex circumcisione - sia stata per la Chiesa una seria perdita.5  La grazia non soppianta la natura: la trasforma, come il lievito trasforma la pasta. Con la scomparsa dell’elemento ebraico, qualche cosa è venuto a mancare nella costituzione umana della Chiesa. Molti tragici errori commessi da essa attraverso i secoli - basti ricordare le Crociate e l’Inquisizione - sono state vere e proprie violazioni dei diritti umani e della Legge di Dio. Si sarebbero verificati egualmente se la Chiesa ex circumcisione fosse stata organicamente presente quando furono prese certe decisioni?

Inutile indugiare su tali interrogativi: altri l’hanno fatto. Per il momento, mi contenterò di dire ciò che aiuterà a comprendere una delle mie fondamentali ragioni di vita.Dal Vaticano II in poi, lentamente e timidamente, va delineandosi nella Chiesa la coscienza che il popolo ebreo sussiste nel mistero cristiano. Gli incoraggiamenti ufficiali al dialogo ebraico-cristiano e le iniziative concrete per promuoverlo si moltiplicano. Ciò malgrado, la Chiesa non ha preso ancora sufficientemente coscienza dei torti e delle indicibili sofferenze inflitte in suo nome al popolo ebreo attraverso i secoli. Quando suonerà per essa l’ora di saper domandare perdono? La Chiesa non ha ancora compreso che il ritorno di una parte del popolo ebreo alla terra dei Padri fa parte integrante della realtà ebraica di oggi. E il riconoscimento di questo ritorno è condizione essenziale per ogni vero dialogo.Ma c’è qualche cosa di ben più importante ancora. Questo straordinario evento storico - il ritorno del popolo ebreo sulla propria terra; la nascita d’una Chiesa ebraica; il risveglio nel mondo cristiano, soprattutto in Israele, di un interesse crescente per lo studio dell’ebraismo sotto tutti i suoi aspetti - tutti questi fatti non rappresentano forse quei “segni dei tempi “  che Gesù ci invita ad osservare e a comprendere?6

Non è venuto il tempo in cui gli occhi si apriranno completamente, in cui coloro che hanno cominciato a capire andranno fino al fondo del loro impegno? Non stiamo forse avvicinandoci all’epoca in cui la Chiesa, giunta alla pienezza del proprio sviluppo “cattolico” (cioè universale), ritroverà l’elemento perduto - l’Ecclesia ex circumcisione - qui, sulla terra delle sue origini?

Cercare una risposta a tali interrogativi, una risposta concreta che mi coinvolga totalmente, in quanto ebreo discepolo del Signore Gesù, è uno degli aspetti principali di ciò per cui vivo.

 

Bruno Hussar

in Quando la nube si alzava, EDB, 2022, pp.132-35

 

Note

1 Ecclesia ex circumcisione = Chiesa proveniente dal popolo ebreo. Ecclesia ex Gentibus = Chiesa proveniente dalle nazioni pagane.

2 Ef 2, 11-22.

3 At 10-11 e 15.

4 Cfr. Rm 11, 16-24.

5 Oggi, invece, i numerosi ebrei che hanno abbracciato la fede cristiana hanno coscienza di continuare ad appartenere al popolo ebreo (consapevolezza che scaturisce talvolta dall’interno della loro stessa fede cristiana). Per loro, diventare cristiani non è affatto una conversione (tornare indietro) bensì un’illuminazione e un compimento.

6 Cfr., fra molte altre su tale argomento, l’opera notevole di F. Lovsxt, La déchirure de l’absence, Calmann-Lévy, Paris 1971.

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