Koinonia Maggio 2023


IN RISPOSTA AL MESSAGGIO AGLI INTELLETTUALI

 

Beatissimo Padre,

come mi sono sentito grandemente indegno di ricevere dalle mani di Vostra Santià, l’8 dicembre scorso, il messaggio destinato agli intellettuali e agli scienziati, così oggi mi riconosco indegno di indirizzarVi da parte loro la risposta che tale Messaggio richiedeva.

Mi sia anzitutto consentito, Beatissimo Padre, di esprimerVi  la mia profonda e personale gratitudine per essere stato da Voi prescelto a partecipare a un atto di così alta importanza e di così ampio significato. Come potrebbe cancellarsi dal mio cuore la commozione causata in me dallo sguardo del Papa al momento in cui mi consegnava il documento, e dalle sue parole piene di bontà e meravigliosamente incoraggianti sul mio povero  lavoro e sulla mia povera vita. lo sentivo scendere una benedizione santa, affettuosa, che purificava e infondeva la pace.

In quel messaggio Vostra Santità si è riferito con una delicatezza, una precisione, un amore ai quali nessuno può rimanere insensibile, al tesoro segreto più caro agli Intellettuali e agli scienziati.

E nemmeno sono state dimenticate le loro pene, né le loro fatiche, i loro scoramenti e i foro fallimenti. Dolce alla loro anima è la compassione del Successore di Pietro per questi lavoratori impegnati a pescare non già gli uomini, ma le imperfette e frammentarie immagini di una realtà che li trascende all’infinito.

Provenendo da Colui che sulla terra è il Vicario della Verità stessa incarnatasi per la salvezza del mondo, questo messaggio che dice: “Continuate a cercare, senza stancarvi, senza disperare mai della verità”, possiede un significato  stimolante per quanti si sono dedicati alle opere dell’intelligenza, pone sulle loro aspirazioni e le loro fatiche il sigillo di una divina fiducia, e li assicura che la loro umile missione terrestre è gradita agli eterni disegni. Ricordando ad essi la decisiva parola del loro grande amico sant’Agostino, li conferma nell’essenza  della loro vocazione: “Cercare con il desiderio di trovare, e trovare con il desiderio di cercare ancora”.

E se tra di essi sono alcuni i quali preferiscono cercare anziché trovare, e altri che, nel poco che hanno la buona fortuna di trovare, non vorrebbero più cercare, sia per gli uni che per gli altri questo  richiamo all’essenza della loro vocazione non potrebb’essere più opportuno.

So bene che tra noi intellettuali vi sono anche uomini che si credono destinati a cercare alcune verità senza dover amare la Verità. Ma il Santo Padre pensa anche ad essi, sia perché nessuno ha il diritto di scrutare il fondo delle coscienze, sia perché (a meno che non ci si voglia sottrarre alla dignità umana con qualche rifiuto deliberato, e in questo caso  guai a colui che chiude volontariamente gli occhi alla luce!), non si porrebbe tanto zelo nella ricerca delle verità, se nelle regioni supercoscienti dello spirito non si cercasse e non si amasse la Verità senza rendersene conto.

Voi, Padre Santo, avete parlato a tutti coloro che in tutto il mondo si dedicano al lavori della mente. Tra di essi, ben si comprende, sono stati i cristiani ad essere per primi toccati dalle Vostre parole. Ma lo sono stati anche gli altri, e chi può dire fino a quali profondità nascoste non siano esse discese?

Perché a tutti è stata offerta dal Papa la luce della divina lampada misteriosa ch’Egli regge tra le mani: la fede ch’è la grande amica dell’intelligenza e della scienza, e senza i cui conforti il più alto sapere meramente umano è fragile e fallace.

L’offerta di cui parlo è stata fatta con una tale pienezza di carità, e, se la parola è lecita, di tenerezza, che nessuno - io credo - ha potuto non rimanerne commosso. In un certo senso, essa li giudicherà tutti. Ma essa non si propone di giudicarli. bensì di incoraggiarli e renderli più forti, di aiutarli ad andare più lontano e più in alto. Avverrà così per ognuno, a seconda delle disposizioni interiori, altresì della grazia loro offerta.

Essere stato prescelto dal Papa, non da essi, a rappresentarli nel Messaggio rivolto loro alla chiusura del Concilio, per me, che sono uno di essi, è motivo di fierezza. Del resto, il regno della intelligenza vive di contrasti e di polemiche, ed essi non sarebbero mai stati d’accoro per deliberare una scelta di questo genere. Ecco perché, in virtù della scelta che Vostra Santità si è degnata di fare personalmente, io mi sento autorizzato ad esprimere, dal profondo del cuore, i ringraziamenti devoti e commossi, e la filiale gratitudine – poiché sono tutti figli vostri, Beatissimo Padre – di tutti i destinatari del mirabile Messaggio.

 

Jacques Maritain

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