Koinonia Marzo 2023


CHI SONO GLI EREMITI OGGI?

 

I primi eremiti – questi “innamorati di Dio” – hanno fatto parte di una pagina cristiana ormai lontana, una pagina che si rifà al III-IV sec. d. C., quando in Oriente moltissimi cristiani, in seguito alle persecuzioni, fuggirono nel deserto o sulle montagne vivendo in grotte o anfratti. La loro fama crebbe fra la gente e molti li seguirono creando le prime comunità di monaci eremiti. Nel corso del Medio Evo si assistette ad un aumento del loro numero fino a quando il Concilio di Trento iniziò a guardarli con un certo sospetto dato che il loro percorso non era controllabile. Nel corso della storia questa vocazione però ha continuato ad attrarre uomini e donne tanto che la Chiesa ne ha preso atto e ha riconosciuto, nel nuovo Codice del 1983, la figura dell’eremita.

Molti eremiti praticano la meditazione ma non sono sempre compresi per questa loro forma di preghiera che un tempo era molto viva anche in Occidente, dove era conosciuta con il nome di “esicasmo” o “preghiera del cuore”.

In maggioranza oggi gli eremiti sono laici, ma ci sono anche frati, preti e suore che scelgono questa strada dopo aver vissuto in comunità tradizionali. A un certo punto cominciano a sentirle “strette” e ad andare alla ricerca di qualcosa di diverso.

Attualmente in Italia ci sono circa 200 eremiti, tra religiosi e laici. Anche un laico può scegliere questo tipo di vita e, se lo desidera, può fare una consacrazione eremitica, un voto pubblico che si esprime davanti al Vescovo: sono chiamati eremiti diocesani. Altri scelgono invece una vita lontana da tutti, solitamente in mezzo alla natura, in dimore semplici e solitarie, dove, oltre a una vita di preghiera, accolgono e ascoltano quanti si rivolgono a loro.

Oggi ci sono anche eremiti che scelgono di vivere in città: vengono chiamati “eremiti metropolitani”. Vivono nel silenzio delle loro case, nell’anonimato, dedicandosi alla preghiera e alla meditazione della parola di Dio. Vivono sobriamente del loro lavoro, ritagliandosi spazi anche per l’ascolto e l’aiuto ai fratelli.

Per quanto riguarda i monaci che scelgono la via eremitica è stimolante leggere quanto scriveva l’Osservatore Romano nel 2018:

“Che il monachesimo stia attraversando una crisi profonda è un fatto evidente […], numerosi monasteri e conventi storici rischiano di esaurirsi da qui a pochi decenni per mancanza di vocazioni. Non è sufficiente dare la colpa al mondo - senza dubbio sempre più materialista, nichilista e ateo - visto che, di fatto, una nuova ondata di spiritualità sta veicolando in maniera sotterranea, cioè senza trovare sbocco nelle forme che offre la tradizione. C’è dunque da interrogarsi sul perché istituzioni plurisecolari non costituiscano più un riferimento, non corrispondano alla sensibilità spirituale del nostro tempo. Quello cui assistiamo richiede la lungimiranza di uno sguardo che scavi alle radici”.

L’interrogativo che il giornale si pone è di fondo: cosa sta cambiando fra i cercatori di Dio? Cosa li spinge a cercare nuove vie spirituali? Non rispondere a queste domande vuol dire chiudere gli occhi davanti ad una realtà in fieri, a nuove sensibilità che sentono la necessità di tornare all’essenza, alle radici della fede.

Perché oggi si sceglie la vita eremitica? Per stanchezza rispetto alle forme religiose tradizionali? Per il rifiuto di una vita religiosa spesso soffocata da vincoli burocratici ed ecclesiali? Per il desiderio di recuperare una spiritualità più profonda, fondata sull’interiorità e sulla meditazione? Le ragioni possono essere le più varie, ma tutte hanno lo stesso comun denominatore: la ricerca del silenzio, il bisogno di solitudine, di uno spazio in cui cessi il cicalio, il rumore del mondo di oggi.

Dice il profeta Isaia: “Quando inizia il silenzio dentro di te, inizia il momento in cui Dio parla”. Non è solitudine il silenzio. È quiete, preghiera, abbandono, incontro e dialogo con Dio.

Gli eremiti, oltre ad una vita incentrata in Dio, vivono anche l’esperienza di aprirsi ai fratelli. Vanno da loro i sofferenti nel corpo e nello spirito, chi ha perduto il senso della vita e vuol ritrovarlo, chi ha perduto Dio, chi ne è alla ricerca, chi è stanco del “rumore” della vita d’oggi e ha bisogno di silenzio per ritrovare se stesso e Dio, chi cerca altre modalità spirituali. La gente, in questo nostro tempo frenetico e difficile, ha bisogno di silenzio e di pace, ma anche di essere accolta e ascoltata. Ha bisogno di parole nuove, di una fede salda e matura, di una spiritualità da terzo millennio.

Per far questo occorre tempo, calma, apertura e disponibilità, tutte cose molto rare al giorno d’oggi.

Sembra che presso gli eremiti si riesca a trovare tutto questo.

 

Daniela Nucci

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