Koinonia Febbraio 2023


CONTINUARE… PERCHÉ

 

Cari amici,

 

se andiamo avanti nel nostro cammino è grazie al vostro contributo, che ci consente di coprire le spese di materiale e di spedizione;ma è anche grazie alla disponibilità di chi si fa carico del lavoro di preparazione e di stampa, e di chi condivide il frutto delle sue esperienze e delle sue riflessioni. Inoltre sappiamo che Koinonia non vuole essere una “pubblicazione” in senso tecnico, ma rimane fondamentalmente strumento di comunicazione interpersonale e spazio di comunione.

E allora perché chiedersi se continuare? Per domandarci se sia ancora uno strumento valido nella sua forma cartacea di “ciclostilato” anni ’70; e anche per sapere se la sua linea di pensiero  sia quella che richiedono i tempi.

Per quanto riguarda il primo punto, c’è da dire che il formato cartaceo conserva il suo valore di segno, di presenza, di visita, e quindi di accoglienza, oltre a dare spessore alla scrittura rispetto a quella informatica, più volatile. Naturalmente questa non vuole essere una costrizione, e se per un motivo o l’altro  non fosse  più il caso di  ricevere  il periodico, non rimane che segnalarlo.

Quanto al secondo punto, potrebbe sembrare del tutto inutile continuare ad ispirarsi al Concilio per un reale “cambiamento d’epoca” e per una effettiva “conversione pastorale”, dal momento che la chiesa sembra aver raggiunto una sua configurazione stabile e immodificabile. Ma forse è proprio qui il motivo per rinnovare il nostro impegno: e se all’origine del nostro cammino c’è stata la volontà e anche l’entusiasmo di muoversi dietro la spinta del Concilio, ora che le acque sono anche troppo calme, non è meno necessario agitarle perché non ristagnino.

In realtà siamo ad un punto di svolta molto delicato, e il “ratzingerismo” potrebbe davvero diventare un modo di sentire e di pensare ecclesiale (sentire cum ecclesia), quale adesione acritica ad una riproposta ideale di “cristianità”, che esisterebbe solo come struttura mentale e spirituale. Il discrimine è proprio qui, per cui si rende necessario un confronto teologico aperto, che ci liberi da ogni omologazione mortificante

E allora, amici cari, forse è anche doveroso non fermarsi!

 

Alberto

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