Koinonia Dicembre 2022


La voce di Frei Betto

LULA E LA FAME DI BELLEZZA

 

Acabolsonaro! (finiscibolsonaro!) Il popolo brasiliano ha scelto Lula per governare il Brasile per la terza volta. L’Innominabile potrà squittire, offendere, ma sarà sfrattato dal Palazzo Planalto la mattina del 1° gennaio 2023. Tornerà ad essere un cittadino comune, senza immunità, soggetto a rispondere, dinanzi alla Giustizia, delle numerose, serie e  gravi accuse che pesano su di lui.

 

Lula è stato eletto, ma non ha ancora vinto. Sa che dovrà affrontare notevoli difficoltà nello svolgimento del suo incarico presidenziale. Dovrà fare i conti con un Congresso Nazionale egemonicamente conservatore. E con governatori dichiaratamente bolsonaristi a capo di Stati che svolgono un ruolo di primo piano nella politica e nell’economia del Brasile, come São Paolo, Minas Gerais e Rio de Janeiro.

 

La sfida più difficile sarà quella di affrontare la cultura bolsonarista di cui sono impregnati milioni di cittadini che hanno incensato il “mito” e, ora, assistono alla caduta e sono amareggiati dalla vittoria di Lula. Queste persone non sono organizzate, ma sono autoritarie, aggressive, violente. Il loro proposito è sabotare le istituzioni democratiche, diffondere notizie false e la filosofia del negazionismo, rafforzare i pregiudizi (verso donne, neri, indigeni e gay) e “anarchizzare” la cultura.

 

Affette da pareidolia, queste persone vedono il comunismo perfino nel rosso delle vesti cardinalizie. Il bolsonarismo non è un sistema filosofico, è una setta religiosa attorno a un capo della milizia. Non cerca giustizia, agisce per vendetta. Non ha proposte, solleva proteste. Non confida nella forza della legge, ma nella legge della forza. Non ha avversari, ma nemici. Apprezza la polizia più della politica. Non rispetta i diritti umani e predica la violenza. Non dialoga, spara. Non crede in Dio, usa invano il suo Santo Nome. Considera la democrazia un ostacolo; la cultura, un brodo di cultura marxista; la diversità, un’aberrazione; la critica, un’offesa.

 

Per governare il Brasile, Lula dovrà dimostrare una flessibilità eccezionale. Il PT tende a riempire il vuoto lasciato dal PSDB. Dovrà soddisfare le esigenze dei poveri e dei ricchi. Ma, come avverte il Vangelo, «nessuno può servire due padroni...» (Mt 6,24).

 

Lula è pienamente consapevole di ciò che avrebbe dovuto e potuto fare nei suoi primi due mandati e non ha fatto. Resta da vedere se avrà le condizioni politiche per realizzare i suoi propositi: riforme strutturali, politiche sociali solide, lotta contro la fame e la disoccupazione, un aumento significativo della qualità della salute e dell’istruzione; conservazione dell’ambiente.

 

La strada per rafforzare il governo Lula non sono propriamente la collusione dietro le quinte, le alleanze di partito, i patti federativi. Questa strada è già stata percorsa ed è sfociata in scandali e sconvolgimenti. Non ci si può fidare di un gioco in cui il partner non agisce in buona fede. Il rammendo fatto sopra favorisce sempre chi disprezza quello che sta sotto.

 

Il percorso da intraprendere è quello della coscientizzazione, organizzazione e mobilitazione popolare. Senza popolo per le strade e nelle reti, il governo Lula correrà anche il rischio di subire l’impeachment. Per consolidarsi, dovrà soddisfare la fame di pane e, anche, la fame di bellezza – attraverso l’educazione politica del popolo. È necessario promuovere un’immensa task force al modo di Paulo Freire).

 

Frei Betto

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