Koinonia Novembre 2022


Presentazione del libro di Willigis Jäger*

“L’ESSENZA DELLA VITA”

(La Parola Ed., 2007, pp. 458, € 27,00)

 

Il libro di W. Jäger è poderoso: 460 pagine. Difficile sintetizzarlo. Si può dire che spesso fa suo il pensiero che ritroviamo nelle nuove correnti teologiche del post-teismo; tuttavia Jäger le trascende in una personale visione mistica di Dio, del cosmo e dell’uomo. La sua visione supera il concetto di religione e tende ad una spiritualità priva di riti, liturgie e dogmi e reinterpreta in modo totalmente innovativo le Sacre Scritture. Al mistero dell’Assoluto per Jäger si giunge solo attraverso l’esperienza mistica.

Certe affermazioni dell’autore sono così scardinanti che era inevitabile che intervenisse il divieto di pubblicazione da parte della Congregazione per la Dottrina della Fede. “L’essenza della vita” rimane ugualmente un libro di grande spessore e profondità che illumina di una fede nuova, matura ed adulta il cammino verso Dio.

 

***

         Nell’introduzione al testo è scritto: “Questo libro non intende essere oggetto di lettura dell’intelletto, ma accompagnare coloro che s’incamminano verso l’esperienza della loro natura più profonda, parlando da cuore a cuore”. In queste righe è racchiuso tutto il messaggio di W. Jäger.

W. Jäger è un contemplativo e pertanto il suo pensiero si esprime con categorie mistiche. Attraverso il solo intelletto - afferma - l’uomo è in grado di avere di Dio una conoscenza molto limitata. Esistono invece livelli di coscienza nei quali si può accedere ad un’esperienza più completa della realtà, un’esperienza che trascende la nostra razionalità umana; esistono aree di dimensioni cosmiche non accessibili all’intelletto e ai sensi, ma solo alla dimensione mistica. Secondo Jäger “Dio è l’Essere che pervade ogni cosa, che costituisce il profondo della nostra esistenza. E’ l’Essere dal quale scaturisce la nostra esistenza. O meglio, è l’Essere che vive in noi e attraverso di noi. Noi ne siamo la forma espressiva”.

Solo ai primi del Novecento la scienza occidentale, con la teoria della relatività e la fisica quantistica, è giunta a scoprire quelle realtà che i mistici da sempre conoscono: la materia è energia, l’energia è materia e alla base di ogni forma di vita ci sono strutture e processi energetici, cioè campi di forze invisibili che organizzano il mondo visibile e tutto quanto è connesso. Nella Creazione, dice Jäger, Dio si è diviso in un numero infinito di forme, tutte legate le une alle altre e al tempo stesso espressioni individuali del Tutto. La fisica subatomica ci ha mostrato un universo immenso che ha leggi diverse da quelle della fisica classica. Oggi, di fronte alle continue scoperte della fisica e della psicologia transpersonale il cristianesimo si trova in difficoltà: la concezione che l’uomo moderno ha del mondo diverge dall’interpretazione teologica. Per Jäger la vera fonte delle religioni è l’esperienza mistica. Per questo le religioni devono trascendere la propria componente intellettuale-dogmatica e condurre gli uomini all’esperienza del Divino transpersonale.

Jäger riporta spesso frasi di mistici cristiani come Giovanni della Croce, Master Eckhart, Silesio, Teresa d’Avila…a riprova che anche nel cristianesimo ci sono sempre state figure mistiche che hanno affermato che Dio non si trova fuori, ma dentro di noi e che l’essere umano può farne esperienza attraverso la meditazione. Attraverso questa pratica si giunge a sperimentare che “esistono aree, livelli, mondi interiori di proporzioni cosmiche che superano ogni conoscenza razionale. Esiste una meta-esperienza (esperienza mistica) molto più completa di tutto quanto ci sia accessibile attraverso l’intelletto e i sensi”.

L’autore analizza poi quello che noi occidentali chiamiamo “ego”, nel quale ci identifichiamo e che è la fonte di tutta la nostra sofferenza e del male. Questa è la vera malattia del nostro tempo: illuderci di essere l’ego, mentre in realtà questa dimensione non è il nostro “vero essere”. È l’ego che produce tutte le emozioni che l’uomo vive: odio, rabbia, amore, gelosia, altruismo, solitudine e, soprattutto, paura. Dobbiamo fare una vera e propria guerra a questa realtà interiore che ci impedisce di essere liberi e ci intrappola in una rete di paure, solitudini e malattie. Quando l’ego prende il sopravvento finiamo per perdere la rotta e non siamo più permeabili al Divino.

Parlando delle varie tradizioni religiose Jäger scrive che in realtà tutti i percorsi verso l’Assoluto coincidono anche se si esprimono con le categorie proprie di ciascuna cultura. Nessun cammino è superiore all’altro. Tutti intendono condurre l’uomo al risveglio, all’esperienza del Divino, ma, mentre in occidente Dio è visto separato dall’uomo e dalla creazione e quindi trascendente, in oriente Dio e l’uomo sono tutt’uno, hanno la stessa natura pur essendo allo stesso tempo diversi. Non esiste dualismo. Miti, archetipi, simboli religiosi delle Sacre Scritture oggi devono essere trascesi, pur rimanendo fermo il fatto che nel corso della storia hanno avuto la loro importanza. Le Scritture oggi devono essere rilette e presentate in un linguaggio adeguato all’uomo moderno, senza però alterarne la sostanza. Anche nel pregare c’è necessità di porre accanto alla preghiera di richiesta una forma diversa che si basa, invece che sulla supplica, sull’affidarsi completamente alla volontà e all’amore di Dio senza niente chiedere. Al di là di queste forme di preghiera per Jäger esiste un altro strumento che è la meditazione: è qui che avviene l’effettiva esperienza dell’Uno, è qui che si risveglia la nostra vera natura divina: “Solo nella pura quiete l’uomo può contemplare Dio”.

Nell’esperienza mistica non manca, come molti erroneamente credono, la responsabilità sociale. “Siamo un unico corpo. E dunque ogni membro è prima di tutto al servizio dell’intero corpo”. Contemplazione ed azione costituiscono un insieme, come potenza ed atto. Chi fa esperienza della vita comune che pervade ogni cosa vive il dolore e la gioia dell’altro come proprio dolore e propria gioia, afferma l’autore. Nell’azione pratica la mistica segue la strada di trasformare l’uomo a partire dall’interno, dal trasformare il cuore della persona che, una volta trasformata, sviluppa nuovi e virtuosi comportamenti.

Gesù Cristo è l’archetipo dell’unità uomo e Dio che portiamo in noi. E’ l’uomo completo, divino e umano, è l’uomo realizzato. Dio traspariva attraverso di lui, lo illuminava dal di dentro. Secondo Jäger Gesù è venuto a liberarci dalla falsa idea di essere separati da Dio. Come il Divino è germogliato in Gesù così deve ridestarsi in ognuno di noi. Cristo è l’incarnazione dell’uomo nuovo della creazione di Dio, parla di tempi nuovi nei quali accede al Regno solo colui che ha fatto un percorso di metanoia, di conversione dall’uomo vecchio. Per noi uomini si tratta di diventare uguali a lui, primogenito in questa novella Creazione.

Scrive Jäger: “Gesù intendeva farci da guida verso il Regno di Dio, noi invece abbiamo troppo sottolineato la sua divinità… Egli ci ha detto chi siamo veramente, che siamo figli di Dio”. Noi abbiamo dimenticato la nostra vera origine e crediamo di essere solo un corpo e una mente. Dobbiamo “rinascere”, come Gesù disse a Nicodemo, dobbiamo fare esperienza della “vera vita”.

L’umanità è giunta ad un bivio: o la rovina o passare ad un nuovo stato di coscienza (fare un salto quantico). Oggi c’è un risveglio in atto in molte discipline. Dobbiamo seguire questo risveglio, non rimanere bloccati nelle forme tradizionali. Questa trasformazione non sarà facile, ma ci aiuterà il fatto che oggi scienza e religione si stanno avvicinando: come i teologi anche gli scienziati si trovano di fronte all’inconcepibile.

La seconda parte del libro è intitolata “Prediche” nelle quali Jäger  dà una sua personale interpretazione di quelli che lui chiama “archetipi” (mito, simbolo, parabola, metafora): il peccato originale, l’Immacolata Concezione, la nascita di Gesù, l’essenza di Gesù e del Cristo, la Resurrezione, la Redenzione, lo Spirito. Le sue interpretazioni rientrano in una visione post-teista che legge i miti e i simboli delle Sacre Scritture non come verità storiche, ma come maschere attraverso cui  l’Uno ci parla.

Le religioni attuali per Jäger si sono impantanate nella questione del bene e del male, in problemi di ordine morale e sociale mentre dovrebbero dirci chi siamo, qual è il senso della nostra esistenza e insegnarci a raggiungere la piena maturazione spirituale come ha fatto Gesù che è diventato una vera e propria immagine di Dio. La religione non è etica bensì “testimonianza di quel lato transpersonale del nostro essere che dobbiamo scoprire in noi stessi…Nell’uomo deve avvenire ciò che si è compiuto in Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, modello di riferimento per tutti noi”.

Quale sarà il futuro dell’umanità, si chiede Jäger? L’uomo del futuro sarà colui che si è “risvegliato”, che sarà un mistico. Questa è l’unica possibilità di sopravvivenza che, come cercatori di Dio, abbiamo.  

 

Daniela Nucci

 

* W. Jäger (1925-2020) è stato un sacerdote cattolico tedesco e monaco benedettino. Appresa in Giappone la tradizione buddista Zen, nel 1996 fu nominato maestro Zen e insegnò questa via in Germania. Nel 2001 la Congregazione per la Dottrina della Fede mise in dubbio il suo insegnamento e gli vietò di esprimersi in eventi pubblici e per iscritto.  Lasciata la sua comunità benedettina, Jäger fondò un Centro interreligioso di meditazione e consapevolezza, il “Benediktushof”, dove visse e insegnò. Lo scopo dell’insegnamento di Jäger è teso essenzialmente ad incoraggiare la Chiesa a un ritorno alla preghiera contemplativa e alla mistica.

.