Koinonia Novembre 2022


Premessa di Angela Ales Bello, curatrice del libro

di scritti etico-religiosi di Edmund Husserl

“LA PREGHIERA E IL DIVINO”

(Studium Edizioni, 2022, pp.184, € 18,00)

 

Vorrei soffermarmi sulla genesi di questo libro, nel quale confluisce un filone delle mie indagini che mi ha accompagnato per molto tempo: il senso dell’esperienza religiosa e la questione di Dio. Quando negli anni Ottanta del Novecento, il prof. Armando Rigobello mi ha chiesto di preparare per la Collana “Interpretazioni”, che dirigeva per le Edizioni Studium, una breve antologia di scritti di Edmund Husserl – il filosofo a cui avevo dedicato la mia tesi di laurea e già alcuni libri – non ho avuto dubbi sull’argomento da scegliere.

Il primo dei volumetti pubblicati era stato dedicato da Massimo Borghesi a La figura di Cristo in Hegel, anche gli altri, curati da colleghi ed amici, vertevano in gran parte su questioni metafisico-religiose. Fino ad allora avevo dedicato la mia ricerca al tema della storia e delle scienze, ma l’argomento che veramente mi interessava era quello del divino. Avevo notato, frequentando le opere di Husserl e l’Archivio di Lovanio dove sono conservati si suoi manoscritti – gran parte dei quali in quegli anni erano inediti – che il problema di Dio non era estraneo alle analisi, alle riflessioni, alle meditazioni del fenomenologo. Avevo consultato alcuni manoscritti particolarmente interessanti, perciò, decisi di dedicarmi a questa ricerca. La mia attenzione era stata attratta dal fatto che in molti punti dell’indagine husserliana le analisi da lui compiute sfociassero in una domanda ultima riguardante il senso di tutte cose, cioè, l’Assoluto o più decisamente Dio.

Mi proposi, allora, anche con l’aiuto di illustri commentatori delle opere di Husserl, di indagare le vie che conducevano a quel punto d’arrivo. In realtà, discepoli diretti e collaboratori di Husserl avevano esplorato questi intereressi husserliani: Ludwig Landgrebe, Stephan Strasser, Emmanuel Lévinas, ed anche altri studiosi della generazione successiva come Rudolf Boehm, Louis Dupré, Henry Duméry, Raimondo Vancourt, Albert Dondeyne, Xavier Tilliette, proponendo interpretazioni diverse, ma tutti concordi nell’affermare la presenza del tema in questione nelle opere del fenomenologo.

Lo schema dei libri della Collana “Interpretazioni” constava di un’Introduzione, di una scelta di testi e una parte finale dedicata a “Linee di Ricerca” che doveva indicare come si presentava la questione trattata nel pensatore preso in considerazione e come l’indagine potesse proseguire.

E proprio riguardo alla prosecuzione della ricerca, non ho mai abbandonato questo argomento. I miei studi sono confluiti venti anni dopo – durante i quali mi sono dedicata alla traduzione e al commento delle opere di Edith Stein – nel 2005 nella monografia: Edmund Husserl. Pensare Dio Credere in Dio[1]. In questo libro l’obiettivo della mia indagine si concentrava sul confronto fra le vie che conducono a Dio proposte da Husserl e quelle “classiche”, presenti nella tradizione filosofica; argomento questo che era stato discusso anche da alcuni commentatori. Nel frattempo andavo sviluppando l’argomento contenuto nell’ultimo paragrafo del volumetto della Collana “Interpretazioni”, intitolato “Archeologia del sapere religioso”, in un libro di più ampio respiro, Il senso del sacro. Dall’arcaicità alla desacralizzazione[2], pubblicato nel 2014, in cui, muovendo dalle analisi husserliane e steiniane sull’antropologia filosofico-fenomenologica e sulla questione di Dio e dall’opera dello storico e fenomenologo delle religioni Gerardus van der Leeuw, presentavo le linee di fenomenologia della religione in cui potessero confluire le ricerche storiche sulle religioni e la riflessione filosofica sull’esperienza religiosa.

Negli anni successivi insieme ad alcune colleghe era stata avviata la traduzione di alcuni testi husserliani contenuti nel volume XLII della Husserliana (2013) dal titolo Grenzprobleme der Phänomenologie (Problemi di confine della fenomenologia), il cui sottotitolo è molto intrigante: Analysen des Unbewusstseins und der Instinkte – Metaphysik. Späte Ethik. Texte aus dem Nachlass (1908-1937) (Analisi dell’inconscio e degli istinti – Metafisica. Etica contenuta negli ultimi scritti. Testi tratti dal lascito (1908-1937). Come si può costatare questi testi curati da Rochus Sowa e Thomas Vongehr coprono un ampio arco di tempo coincidente con gli ultimi trent’anni della vita del filosofo.

Mentre partecipavo alla traduzione collettiva dei testi presenti nella prima parte del volume, pubblicata recentemente con il titolo Fenomenologia dell’inconscio[3], procedevo privatamente alla lettura di tutto il volume e soprattutto di quegli scritti di carattere etico-religioso, che dimostravano ulteriormente come Husserl nei suoi manoscritti avesse sempre preso in considerazione la questione di Dio, della fede religiosa, e del rapporto fra esperienza religiosa ed etica. Ritrovavo manoscritti che avevo già incontrato come inediti e che avevo in parte tradotti ed altri che non conoscevo, ma che mostravano essere una fonte preziosa.

Durante la lettura ripensavo alla mia prima ricerca contenuta nel volumetto Husserl. Sul problema di Dio, che nel frattempo era esaurito, e mi sembrò opportuno riprendere quelle tematiche, riproporre i testi husserliani, da me tradotti per la prima volta in italiano più di trent’anni fa, e completare l’indagine aggiungendo una selezione di alcuni scritti tratti dai Grenzprobleme. Ne è nato un libro costituito da tre parti: la prima e la seconda sono quelle già presenti nella precedente pubblicazione, benché riviste e aggiornate – anche il contenuto è disposto in modo diverso –, mentre la terza parte è del tutto nuova.

Si potrebbe dire che la prima parte è di carattere gnoseologico-metafisico, poiché concerne la conoscenza del divino e la sua essenza; la seconda costituisce un intermezzo in cui si prendono in considerazione i commenti con particolare riferimento alle due modalità fondamentali in cui può essere trattato il tema del divino: quella filosofica e quella teologica; nella terza parte emergono, invece, maggiormente questioni riguardanti l’incidenza dell’apertura a Dio dell’essere umano nella vita etica, quindi, il ruolo che l’esperienza religiosa gioca nelle scelte esistenziali, senza escludere una ripresa del tema sotto il profilo filosofico e teologico, argomento sul quale Husserl ritorna insistentemente. Interessante in questo contesto è anche la sua riflessione sul rapporto fra il singolo e la Chiesa come istituzione ed anche come comunità dei fedeli. I testi qui riportati, mostrano la profondità con cui Husserl vive il suo legame con Dio, come testimonia la sua meditazione sulla preghiera, intesa come colloquio intimo con il divino, meditazione che ho posto alla fine del libro, perché mi sembra una prova significativa del suo sentirne interiormente la presenza che poteva concludere in modo appropriato questa ricerca.

 

Angela Ales Bello

 



[1]      A. Ales Bello, Edmund Husserl. Pensare Dio Credere in Dio, Edizioni del Messaggero di Padova, Padova 2005.

 

[2]     A. Ales Bello, Il senso del sacro. Dall’arcaicità alla desacralizzazione, Castelvecchi, Roma 2016.

 

[3]     E. Husserl, Fenomenologia dell’inconscio. I casi-limite della coscienza, a cura di M. Failla, tr. it. di G. Baptist, A. Pugliese, A. Ales Bello, M. Failla, Mimesis, Milano 2021.

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