Koinonia Novembre 2022


L’ALTRO VERSANTE DI KOINONIA

 

Nella Rassegna Bibliografica del numero 41-34 de “La Civiltà cattolica” (17 set/1 ott. 2022) Francesco Pistoia presenta una recensione del libro di Frédéric Vermorel UNA SOLITUDINE OSPITALE. DIARIO DI UN EREMITA CONTEMPORANEO (Milano, Edizioni Terra Santa, 2021, pp. 272, €16,00) in cui parla del suo incontro con Maria Luisa Donadio, che è stata motivo per conoscerci anche tra di noi. Non nascondo una certa sorpresa e commozione nel vedere che una persona così cara e significativa anche per Koinonia si fa improvvisamente presente attraverso le pagine di una rivista storica e tanto autorevole, ma è chiaro che è solo l’occasione per rivivere un incontro e una comunicazione di lunghi anni, e anche per lasciarsi andare a considerare  quello che ormai è l’altro versante di Koinonia: la comunione dei santi con tante sorelli e fratelli che ci hanno preceduti nel segno della fede.

Ma intanto merita registrare il ricordo che Frédéric Vermorel fa di Maria Luisa, così come lo riporta Francesco Pistoia: “Maria Luisa aveva vent’anni quando sopraggiunse la malattia. Era bella e colta, amava il suo mestiere di maestra, scriveva poesie e, come tante ragazze, sognava di sposarsi. In un anno ha perso l’uso delle gambe, delle braccia e delle mani. Oggi ha trentacinque anni, ed è sempre bella, anzi... più che bella: regale. Maria Luisa si racconta: «All’inizio mi sono ribellata. Rifiutavo questa malattia che spezzava ogni sogno di felicità. Rifiutavo Dio che l’aveva permessa. Mia mamma insisteva per portarmi a Lourdes, ma non volevo, tanto la cosa mi sembrava grottesca. Poi, per stanchezza, ho ceduto. Da Lourdes non sono tornata guarita fisicamente, ma interiormente. Ho avuto la certezza di una elezione. Dio mi ha voluta tutta per se [...]. Oggi non chiedo più la guarigione. La mia malattia è divenuta la mia migliore amica. Mi ha insegnato tante cose»” (p.100).

Dicevo dell’altro versante di Koinonia, che non è una pia illusione, ma realtà viva, e non sarebbe facile fare i nomi di quanti o direttamente o indirettamente hanno fatto un tratto di cammino con noi verso quella “vita eterna” che è la nostra speranza ed è la matrice della nostra stessa comunione di viatori. Già altre volte abbiamo riportato la definizione che san Tommaso dà della “vita eterna”, ma può essere opportuno rimeditarla come modello e prospettiva di Koinonia: “La vita eterna consiste nella gioconda fraternità di tutti i santi. Sarà una comunione di spiriti estremamente deliziosa, perché ognuno avrà tutti i beni di tutti gli altri beati. Ognuno amerà l’altro come se stesso e perciò godrà del bene altrui come proprio. Così il gaudio di uno solo sarà tanto maggiore quanto più grande sarà la gioia di tutti gli altri beati” (Conferenza sul Credo, Opuscula teologica 2, Torino 1954, pp. 216-217).

In questo spirito, c’è qui di seguito una riflessione di Maria Luisa, ripresa dal suo Diario: è del novembre 1979 e può aiutarci ad entrare nel prossimo  tempo di Avvento. Il caso vuole che proprio in questi giorni, sul sito https://www.academia.edu di san Francisco (California) venga pubblicato un articolo di qualche anno fa di don Gaetano Federico, parroco della parrochia Sant’Antonio di Corigliano Calabro, con questo titolo: “Maria Luisa Donadio profilo di una santa”. Per quanto datato come scrittura, viene riportato ugualmente per ravvivare la memoria, e scoprire “i santi della porta accanto”, come invita a fare Papa Francesco.

 

ABS

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