Koinonia Settembre 2022


Pubblicata “La sintesi nazionale della fase diocesana”

del Sinodo 2021-2023

CHIESA INTROVERSA PRIVA DI SENSUS FIDEI

 

Dopo aver fatto le nostre belle o brutte considerazioni sulla voglia di teologia e sul sensus fidei, ci tocca leggere la “Sintesi nazionale della fase diocesana” del Sinodo della chiesa italiana, che si immette come affluente nel Sinodo universale dei Vescovi. Di una prospettiva teologica neanche l’ombra. Ma dato che si tratta di una consultazione capillare del Popolo di Dio, come viene dichiarato, potremmo aspettarci che il suo sensus fidei producesse qualche apertura e aprisse qualche orizzonte in cui avventurarsi con maggiore consapevolezza e responsabilità della sua missione nel mondo, al di là delle sue preoccupazioni domestiche. Niente di tutto questo, ma solo autocompiacimento introspettivo ed euforia di aver trovato la chiave di soluzione dei vari problemi, che restano detti e non detti sullo sfondo.

Questa chiave risolutiva è il “metodo della conversazione spirituale” che ha guidato il processo sinodale, ad esclusione di qualunque riflessione critica e “confronto di idee”: “Ascoltare la vita ha permesso di non impantanarsi in uno sterile confronto di idee, ma di favorire uno scambio autentico, in cui cogliere i segni dei tempi. Ripartire dall’ascolto dei vissuti ha consentito alle comunità italiane, talvolta arroccate su posizioni di difesa e di rassegnazione, di scoprirsi capaci di accogliere e di amare”. Non si capisce come possano andare insieme evitare un confronto di pensiero e favorire uno scambio autentico, e come cogliere i segni dei tempi non sia uno dei tanti slogan di comodo a cui si fa spesso ricorso. Sì, riscoprirsi capaci di accogliere e di amare, e di pensare per andare oltre il proprio vissuto. Cosa esprime di fatto questo Popolo di Dio in termini di fede e di verità nel suo crogiolarsi dentro il proprio vissuto nell’ambito dell’esistente (che è prevalentemente il parrocchialismo!)?

Sta di fatto che questo metodo, invocato e raccomandato, viene poi tematizzato all’ultimo dei 10 punti in cui si articola il documento, e in cui si dichiara apertamente che l’intento primario è quello di “promuovere le relazioni e la costruzione di legami”. Siamo sul piano psico-sociologico, anche se en passant si fa riferimento alla Parola di Dio attorno a cui avverrebbe questa conversazione spirituale: una sorta di seduta per una revisione di vita allo scopo di individuare i passi da compiere insieme.

Nel caso non avessimo capito l’impostazione di non-pensiero del cammino sinodale, si torna a chiarire senza equivoci il senso psicologico di questo metodo, ad esclusione di ogni forma di dibattito o discussione: “Questo metodo ha consentito di avviare o ricostruire percorsi comunitari, grazie all’attenzione alle risonanze profonde con l’esclusione di forme di dibattito o discussione, che ha permesso alle persone di raccontarsi senza sentirsi giudicate. Inoltre ha spinto a entrare in contatto con il piano delle emozioni e dei sentimenti, più profondo di quello della logica e dell’argomentazione razionale, e per questo meno frequentato, ma di grande importanza in termini antropologici e di fede: è su questo piano che la persona decide di mettersi veramente in gioco e di affidarsi”.

Chi si vuole illudere si illuda pure e se la racconti come meglio crede. Ma il fatto più preoccupante è che queste affermazioni sono avallate dai nostri Vescovi. E se simili parole ostracizzano ogni dimensione teologica, non per questo sono prive di un significato teologico latente, che nasconde un modo di essere chiesa che persiste sotto le apparenze, quello che a parole si dice di voler superare o cancellare per raccomandarsi e raccontarsi in maniera tutta diversa. A parte queste osservazioni sul metodo, non sarebbe da escludere una lettura teologica di tutto il documento, che ha tutto il suo peso di ufficialità e di consenso entusiasta, ma che è l’esatto contrario di quanto mi son sentito di pensare e di scrivere, fino a dire che proprio il criterio del sensus fidei dovrebbe essere il principio guida di ogni sinodalità. E sinceramente non sono disposto a recedere da questa affermazione e convinzione. Salvo smentite aperte per un confronto di idee e di posizioni.

 

Alberto B.Simoni op

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