Koinonia Luglio 2022


L’INFORMAZIONE E IL LIMITE DELLA SOPPORTAZIONE

 

Si, lo so, l’uomo è sempre lo stesso, come ha detto Salvatore Quasimodo in terribili e bellissimi versi citati in prima di copertina nel numero di Koinonia di marzo scorso. A volte, però, quanto accade supera le possibilità di sopportazione.

Dopo la pandemia, che occupava quasi tutti gli spazi della cronaca e di buona parte dei talk show televisivi, ora c’è la guerra russo-ucraina.

Su un’emittente televisiva che seguo abbastanza spesso e che manda in onda ogni domenica sera una trasmissione su vari argomenti di attualità, per due settimane consecutive il conduttore ha trasmesso da Odessa perché, a suo dire, era necessario raccontare “non per sentito dire”, ma recarsi sul posto a vedere con i propri occhi ciò che sta accadendo. Intervistando alcune persone, tra cui due ragazze ucraine che parlavano un ottimo italiano, raccomandava ripetutamente e con una certa enfasi agli intervistati di dare risposte brevi, perché militari e poliziotti ucraini, non potendo garantire l’incolumità sua e della sua troupe, facevano pressione perché si allontanassero. In sottofondo si sentivano bombe, missili e colpi di artiglieria. A un certo punto il conduttore ha chiamato un’altra persona pregandola, con la consueta enfasi, di rispondere rapidamente, ma subito dopo ci ha ripensato e, col tono più naturale del mondo, ha detto: “devo andare in pubblicità”, come se fosse stato comodamente seduto nel suo studio televisivo. Si parlava dal fronte di morti, distruzione di case, fabbriche, chiese, scuole e asili e poi… “devo andare in pubblicità”! Certo, “the game must go on”!

Da un po’ di tempo sui vari canali TV compaiono, prima delle pubblicità, appelli a donare fondi per contribuire a iniziative benefiche di enti vari, a sostegno, in particolare, di bambini in condizioni di povertà estrema e nell’impossibilità di accedere a cure mediche per trattare malattie spesso facilmente guaribili. In uno di questi appelli, in cui si chiedevano fondi per bambini affetti da polmonite, si diceva: “Questi bambini hanno liquido nei polmoni ed ogni loro respiro è una lotta per la sopravvivenza; sono necessari farmaci che costano pochi centesimi. Dona nove euro al mese, salva un bambino”. Seguiva il telegiornale che, tra le prime notizie, diceva che il Congresso USA aveva acconsentito alla richiesta del presidente Biden di stanziare 50 miliardi di dollari per spese militari a sostegno dell’Ucraina. A questi si aggiungono i milioni di euro versati dall’Unione Europea, Italia compresa, che ha deciso di fornire armi purché, ha detto l’esponente di un partito per assicurare il voto favorevole da parte del suo gruppo, non si trattasse di armi letali. Ipocrita! Allora mandiamo fucilini a petardi!

Qualche giorno fa il presidente dell’Ucraina ha chiesto e offerto alle autorità russe un momentaneo cessate il fuoco per permettere ai due paesi in guerra di recuperare i corpi dei propri militari caduti. Le autorità russe hanno risposto no grazie, i nostri morti teneteveli pure. Così i genitori, le mogli, i figli, le sorelle dei soldati caduti in guerra non avranno nemmeno il conforto di portare le lacrime, i fiori, le preghiere sulla tomba dei propri congiunti caduti in guerra.

Giorni fa è stata uccisa, sembra da militari israeliani, una giornalista di Al-Jazeera. Al corteo funebre, a Gerusalemme, il feretro avvolto nella bandiera palestinese veniva portato a spalla, mentre numerosi palestinesi lo seguivano con le loro bandiere. Immediato l’intervento della polizia israeliana: vietato portare il feretro a spalla, vietati i simboli palestinesi, volavano manganellate, calci, pugni, la bara stava per cadere. Non si sa come sia finita.

A quando l’abitare di nuovo caverne dell’Homo Sapiens (poco), per uscire con la clava sul far del giorno, per procacciarsi il cibo e una femmina - bisogna pur ripopolare quel che resta del mondo - ululando di gioia per essere riuscito a procurarsi l’uno e l’altra? Macabra fantascienza? Non tanto, forse, se a governare buona parte del mondo continuerà chi è convinto di aver avuto la delega ad agire in nome e per conto di Dio.

 

Angelo Caligiuri

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