Koinonia Febbraio 2022


“PADRI DELLA CHIESA DEL XX SECOLO”

GIACOMO LERCARO PADRE CONCILIARE*

 

All’annuncio del Concilio Ecumenico Vaticano II, che Papa Giovanni pensò di indire fin dall’inizio del suo mandato, il cuore del Card. Lercaro sussultò di gioia indicibile, come se si trattasse d’un evento a lungo auspicato per il bene della Chiesa. In proposito non perdeva occasione, in privato e in pubblico, per esaltare l’avvenimento, per far comprendere la portata della grazia meravigliosa che il Signore si accingeva a fare al popolo, per il quale vedeva un motivo di risveglio e di rivitalizzazione generale.

Al Concilio dedicò tutto e tutte le sue energie, senza trascurare, s’intende, gli impegni ordinari. Fiducia ed entusiasmo non gli vennero mai meno, anche nei momenti difficili. Tale fu il suo atteggiamento fin dalla prima sessione, come semplice membro della commissione sulla liturgia, poi dalla seconda sessione alla fine, espletando il faticoso ruolo assunto con gli altri “delegati seu moderatores” nel Concilio stesso.

Prendendo congedo dalla sua chiesa bolognese, il 4 ottobre 1962, per recarsi a Roma ad espletare l’incarico di Padre conciliare tra l’altro affermava: «Parto per un compito episcopale straordinario, di magistero e di guida spirituale, per un Concilio Ecumenico... Parto non senza nostalgia della diletta archidiocesi bolognese, ma anche con profonda gioia, perché avrò il privilegio, insieme ai confratelli nell’episcopato, di porre le mie energie a servizio della Chiesa, e per un nuovo incontro, sotto l’effusione dello Spirito Santo, sempre presente ed operante nella sua Chiesa, la cui effusione scenderà sul Concilio in forma quasi tangibile. Con lo stesso animo mi portai al Conclave, dal quale fu eletto il Santo Padre Giovanni XXIII, riportandone maggiore luce, forza, slancio pastorale per la mia Diocesi». Rubando parecchie notti al sonno, egli rientrava in Sede tutte le settimane - dal sabato alla domenica notte - per essere in mezzo al suo popolo nel giorno del Signore. Per lui l’assenza anche se intermittente, era sempre una separazione.

Il Card. Lercaro ha sempre manifestato grande impegno verso l’unione delle chiese. Fu uno dei primi ad introdurre in Italia l’iniziativa dell’ottavario di preghiera per i non cristiani che normalmente si svolge dal 18 al 25 gennaio. I riti, sempre solenni e seriamente officiati, venivano animati e presieduti da lui. Si può dire, senza tema di sconfinare nell’enfasi, che “un unico ovile sotto un solo pastore” costituiva l’assillo del suo animo di Pastore.

Il popolo di Dio parlerà a lungo di Giacomo Lercaro, Vescovo e Cardinale italiano, sempre disponibile a tradurre in termini universali le feconde istanze della vita religiosa. Nel numero del primo ottobre 1963, la rivista “Informations Catholiques Internationales” presentava così il Cardinale dopo la sua nomina a moderatore: «Il Cardinale Lercaro è una delle personalità dell’episcopato italiano e del collegio dei Cardinali più apprezzate dai Padri, che non ha avuto fino ad oggi nel Concilio alcuna funzione ufficiale. Nella prima sessione egli fu l’autore di uno degli interventi più rimarchevoli sulla povertà, argomento non contemplato dai previsti dibattiti, ma che stava a cuore alla maggioranza dei Padri conciliari. Molti pensano ora, avvenuta la morte del Papa, che il Lercaro sia l’anima del Concilio di Papa Giovanni, così come Paolo VI ne è lo Spirito...».

Padre Congar delinea il modo con cui il Cardinale faceva gli interventi e i discorsi: «Modesto e discreto, ma decisivo e penetrante». Paolo VI, in occasione del suo Giubileo Sacerdotale, gli scrisse tra l’altro: «...un particolare elogio ti rivolgiamo per l’impulso dato alla Sacra Liturgia, e per l’industriosa attività che presti ai lavori del Concilio Ecumenico Vaticano II». Similmente, parlando ad un gruppo di lavoratori bolognesi, esprimendo riconoscenza e fiducia al loro grande Arcivescovo, Papa Montini manifestava grandissima devozione, altissima stima, affettuosa amicizia, viva gratitudine «per l’opera valida svolta dal loro pastore al Concilio in genere, per la Liturgia in particolare».

Il Card. Lercaro sentì profondamente il grande evento conciliare, vivendo intensamente la propria diaconia episcopale, in evangelica autenticità, senza venir meno all’impegno pastorale verso la Chiesa bolognese. Egli non poteva non essere, secondo la duplice vocazione di genuino immerso, tuttavia, nei problemi universali “figlio di Dio” e di fratello responsabile di ogni uomo.

(https://www.fondazionelercaro.it)

 

*Anche se in maniera del tutto estemporanea e occasionale, vogliamo avere e fare memoria viva  di tanti testimoni, padri e madri della fede, che  ci riportano e ci riallacciano  alla Madre Chiesa, così come si è riscoperta e presentata col Concilio Vaticano II: è la nostra Tradizione vivente, che del resto ha cercato di ritrovare le fonti vive ed originarie  della fede per portarci non tanto verso un nuovo “credo” ma verso un nuovo “credere” del Popolo di Dio, che naturalmente sviluppa ed esplicita  quanto ci è trasmesso nel “deposito della fede”. In questo senso, l’”aggiornamento” inteso da Papa Giovanni non prevede solo la ricerca di rivestimenti nuovi di un deposito intoccabile, ma auspica una vitalità nuova e una modificazione interna del credere, che sappia darsi vesti e forme diverse  in rispondenza ai tempi  della storia e della cultura. È questa da sempre e più che mai  la linea in cui muoversi!

E in questo preciso senso si spiega l’istintivo ritorno a Giovanni XXIII come Pastore della chiesa nel suo cammino storico e per il futuro. A questa convinzione bisogna tornare e da essa ripartire, per dire apertamente che non si tratta di un “aggiornamento” o cambiamento d’epoca figlio di nessuno, ma che ci sono padri e madri. E allora succede che questo ritorno a Giovanni XXIII abbia riportato alla memoria quanto di lui disse il card.Giacomo Lercaro in una lezione tenuta a Roma il 23 febbraio del 1965, di cui riportiamo di seguito la parte finale, riprendendo il testo da “Giovanni XXII - profezia nella fedeltà”, di Angelina e Giuseppe Alberigo (Queriniana 1978).

 

ABS

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