Koinonia Giugno 2021


QUANDO L’ESEMPIO VIENE DALL’ALTO

 

La scarsa considerazione che abbiamo per i gesti e i comportamenti delle gerarchie ci potrebbe far sfuggire la testimonianza di realismo, di sincerità, di esemplarità che ci viene dallo scambio epistolare tra il cardinale di Monaco di Baviera R.Marx e Papa Francesco. Abbiamo già riportata  la lettera di dimissioni del cardinale tedesco come Pastore di quella Diocesi a dimostrazione che stare dentro la crisi della chiesa, non solo locale ma universale, porti ad una presa di coscienza personale, ad una valutazione di responsabilità comunitaria e istituzionale e ad una volontà di riforma non più soltanto a discorsi o proposte, ma con decisioni  radicali: in questo caso attraverso le dimissioni da Pastore di una diocesi per tornare ad essere pastore col profumo delle pecore. Con tutti i discorsi che si fanno, il cardinale ci avverte che siamo ad un “punto morto”  e che “un punto di svolta per uscire da questa crisi può essere - così scrive - unicamente quella della ‘via sinodale’, una via che davvero permette il discernimento degli spiriti”.

A questa lettera non c’è da girarci intorno e magari circoscriverla in ambiti ristretti, personali e locali, perché dice chiaramente a tutti che la crisi investe tutto il sistema, non solo per carenze  pregresse, ma soprattutto per istanze e attese  “per nuovi inizi, per una nuova ripartenza della Chiesa e non soltanto in Germania. Voglio dimostrare che non è l’incarico ad essere in primo piano, ma la missione del Vangelo. Anche questo fa parte della cura pastorale”.  Quando nell’ambito della CEI si ripete che l’Italia non è la Germania e che il Sinodo da noi non deve intervenire in questioni interne alla chiesa, abbiamo qui la risposta chiarificatrice adeguata, da girare ai nostri Vescovi.

Ma a denunciare lo scollamento tra le proclamazioni di intenti e i movimenti reali in atto ci pensa Papa Francesco con la sua risposta al Cardinale: non accetta le dimissioni ma riconosce valide le sue motivazioni ed esorta a rimanere in campo, proprio per imprimere la svolta necessaria allo stato delle cose, di cui il problema degli abusi sessuali sono conseguenza e sintomo, non semplice piaga per quanto gravissima.

Il Papa invita a prendere atto della crisi, a non fare “la politica dello struzzo”, a rendersi conto della “ipocrisia nel modo di vivere la fede”, a non “fare propositi di cambiamento di vita senza mettere la carne sulla brace”, a non essere ”ideologi di riforme che non mettono in gioco la propria carne”, e a non tenere “scheletri nell’armadio”.

No, questo scambio epistolare non è da lasciar cadere nel dimenticatoio, ma rappresenta una spinta propulsiva più di tanti discorsi. È questione di convinzione e di decisione.

 

ABS

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