Koinonia Maggio 2021
Lettera al Papa della comunità di Saint-Merry-Hors-les-Murs
«LA DIVERSITÀ È ANCORA POSSIBILE NELLA CHIESA DI PARIGI?»
Il 21 aprile 2021, tramite il nunzio apostolico, la nostra comunità di Saint-Merry-Hors-les-Murs ha inviato una lettera a papa Francesco, accompagnata da un dossier di testimonianze e dalla lista di personalità che ci hanno pubblicamente sostenuti in seguito alla nostra dissoluzione da parte del vescovo. Dopo aver spiegato chi siamo, e come cerchiamo di seguire gli inviti dello stesso Francesco ad “andare alle periferie del mondo, innovare il nostro linguaggio e i nostri modi di annunciare il Vangelo ad una società in cerca di senso”, gli abbiamo chiesto il suo sostegno e gli abbiamo rivolto questa domanda: «Ci interroghiamo sul problema di una necessaria diversità pastorale nella Chiesa di Parigi, per rispondere al suo appello alla missione nel mondo di oggi. Questa diversità è ancora possibile o addirittura auspicata nella nostra diocesi?».
Sottoscritta dal “Comitato direttivo” di Saint-Merry-Hors-les-Murs, la lettera è stata firmata materialmente dal primo di noi in ordine alfabetico.
Parigi, 21 aprile 2021
Caro Papa Francesco,
è con fiducia e colmi di speranza che prendiamo contatto con lei.
Nel 1975, con lettera di missione, il cardinal Marty aveva affidato al Centro pastorale appena creato l’incarico di inventare «modi nuovi per la Chiesa di domani». Si trattava di rispondere nel modo migliore alle esigenze nuove dell’annuncio del Vangelo in un quartiere in costruzione in una società in piena trasformazione.
Per più di 45 anni, e senza particolari problemi, la celebrazione eucaristica domenicale, che riuniva persone molto diverse, alcune delle quali si sentivano “alle periferie” della Chiesa (abbiamo ora ricevuto circa 400 testimonianze di queste persone), ha permesso una partecipazione viva ed effettiva dei laici con il prete che la presiedeva. Inoltre si sono sviluppate moltissime azioni di accoglienza di persone di origine straniera, di solidarietà, di formazione biblica e teologica, come anche molteplici iniziative per avvicinarsi all’arte e alla cultura contemporanea (il grande museo del Centre Pompidou è vicino).
Queste iniziative si inseriscono negli orientamenti proposti dal Concilio Vaticano II e dal suo ripetuto invito al “Popolo di Dio” di andare alle periferie del mondo, di innovare il nostro linguaggio e i nostri modi di annuncio del Vangelo ad una società alla ricerca di senso. Ben consapevoli dei nostri limiti, pensiamo di aver contribuito alla sperimentazione dell’esigenza di sinodalità sulla quale lei invita la Chiesa a riflettere e ad innovare.
Con una lettera del 7 febbraio 2021, l’arcivescovo di Parigi, Monsignor Michel Aupetit, senza alcun avvio di dialogo né incontri anteriori, ha deciso di mettere fine brutalmente alla missione affidata dal cardinal Marty, facendo allusione al comportamento aggressivo e privo di carità di un “piccolo numero”, che ha portato alle dimissioni di padre Alexandre Denis, parroco della parrocchia e accompagnatore del Centro pastorale, designato dalla diocesi. La celebrazione domenicale del Centro pastorale è stata vietata. Il sito internet è stato chiuso senza alcun preavviso. I membri del Centro pastorale non hanno più il diritto di organizzare “qualsiasi cosa dentro la chiesa”, nemmeno di andarci a pregare. C’erano stati incontri tra l’équipe pastorale e Monsignor Benoist de Sinety, vicario generale, per ristabilire un certo dialogo. Le dimissioni di Mons. de Sinety non permettono di continuare tali incontri, nonostante il nostro desiderio di restare in piena comunione con la Chiesa.
La nostra comunità ha avviato una riflessione sugli atteggiamenti che ci sono stati rimproverati e su ciò che può aver funzionato male. Si sono formati dei gruppi, accompagnati da persone competenti, per approfondire le poste in gioco ecclesiologiche ed evangeliche e contribuire alla preparazione del Sinodo sulla sinodalità previsto per ottobre 2022. I membri del Centro pastorale hanno partecipato alle celebrazioni pasquali in luoghi diversi e in forme diverse. Ma l’assenza di un luogo fisso di incontro rende impossibile il proseguimento di una vita comunitaria.
Tuttavia la nostra comunità non comprende la sanzione radicale imposta a tutti, allontanando centinaia di persone da un incontro con il Vangelo e con la Chiesa. Lei può immaginare lo smarrimento e la sofferenza dei membri della comunità, stupefatta per la brutalità della decisione e per la sua motivazione. Un appello ha raccolto più di 12 000 firme provenienti da tutta la Francia e da paesi stranieri. Diversi organi di stampa francesi e stranieri hanno dato voce a questa “crisi”.
Al di là delle questioni relative alla corresponsabilità preti-laici, alla sinodalità e all’avvicinamento alle periferie, ci interroghiamo sul problema di una necessaria diversità pastorale nella Chiesa di Parigi, per rispondere al suo appello alla missione nel mondo di oggi. Tale diversità è ancora possibile o addirittura auspicata nella nostra diocesi?
Nella speranza che, vicini al momento di Pentecoste, possiamo trovare le vie di un vero dialogo all’interno della Chiesa, speriamo che la ricerca di unità nella carità finisca per avere la meglio sulle legittime diversità di azione pastorale.
Chiediamo quindi ardentemente tutto il suo sostegno per la nostra comunità ferita ma fiduciosa e le esprimiamo, caro Papa Francesco, il nostro affetto nella fede, assicurandole il nostro sostegno nella preghiera e la nostra rispettosa riconoscenza.
Per la comunità di Saint-Merry-Hors-les-Murs
Guy Aurenche