Koinonia Marzo-Aprile 2021


PER PIERANGELO, IN ATTESA DI INCONTRARSI DI NUOVO

Caminante non hay camino, se hace camino al andar (A. Machado)

 

Difficile condensare il percorso di una intera vita nella pagina di una testimonianza; quando P. Alberto mi ha proposto di scrivere un ricordo dell’amico e fratello Pierangelo Innocenti. Mi sono sentito smarrito di fronte a tutto il tempo che abbiamo attraversato insieme: ed è stato un tempo assolutamente intenso: nei giorni, nelle ore, nei minuti in cui – nelle varie fasi della nostra vita – abbiamo avuto la possibilità di essere insieme, credo di poter dire che non abbiamo mai fatto qualcosa di banale, di privo di importanza: consapevoli dell’importanza dell’essere insieme, abbiamo cercato di sfruttare al massimo grado questa opportunità che ci è stata data di una condivisione incondizionata di una ricerca: spesso magari anche su posizioni contrastanti, dialettiche, ma con il desiderio di condividere comunque anche una frattura. Sapevamo di poterci ferire reciprocamente senza farci male, perché lo scopo era di fare comunque un passo avanti …

Una camminata mattutina, in questa incipiente primavera, sui colli intorno a Montecatini Alto, dove spesso abbiamo camminato insieme, mi ha aiutato a delineare i contorni di un piccolo quadro contenente ricordi, immagini, pensieri; come una fotografia, che non può racchiudere tutto…

Agosto 1975: Pierangelo da solo improvvisa all’organo: ne è rimasta la registrazione, precaria, per come potevano essere i mezzi di allora: “a simple hearted mimose’s branch: gli dette questo titolo, ‘Un semplice insensibile ramo di mimosa”.

La musica era un prolungamento delle nostre chiacchierate, della nostra preghiera, del nostro cammino di ricerca. Lui si sentiva un cercatore. L’immagine del cammino, del percorso era una delle sue metafore preferite.

Settembre 2003: era appena ritornato da un faticoso pellegrinaggio a Santiago di Compostela. Lo trovai rinnovato, rivivificato nello spirito, animato da un profondo senso di frugalità, di essenzialità e da un legame rafforzato con la figlia Giulia che lo aveva accompagnato e con cui aveva condiviso tutte le difficoltà del percorso.

La ‘cantina’ era diventato il suo rifugio; il fuoco acceso, una candela, pane e formaggio, il fiasco del vino e tanta voglia di parlare, di confrontarsi, di cercare una strada che desse senso al vivere, un cammino che conducesse all’incontro col “Padre Eterno”. Mille volte ha ripetuto che non c’è una sola strada, un solo percorso, ma ogni strada che sale, che va verso l’alto è quella giusta; ognuno deve ‘sentire’ quella che è più adatta a lui; e tutti, anche se su itinerari diversi, siamo in cammino; possiamo condividere un tratto di strada per poi magari separarci, importante è poi trovarci uniti alla meta.

Avrebbe voluto condividere con tutti il suo bisogno, la sua sete di Dio: ma questo anelito comunicativo si infrangeva, contro gli scogli della indifferenza, del disinteresse, della piattezza quotidiana che annebbia la maggior parte delle persone: delusione, sconforto, e il dolore di “aver deluso Cristo”, che si aspetta di più da me…. Ma poi, superata l’amarezza, ripartiva con ancor più motivazione, con più forza polemica, combattiva, perché aspirava ad un risultato concreto:

 

Scusate se provoco,

Ma la mia non è provocazione ‘vs terzi’...

Io provoco me stesso.

A non mollare

A non acconsentire alla accettazione di un atteggiamento di rinuncia passiva

di presa d’atto

di auto giustificazione a non procedere se non tramite canoni e processi

già esperenziati ... ma che ben poco hanno prodotto... forse niente

di accontentarsi perché più di così ...

non mi è consentito e poi non ce

la faccio...

 

È vero che non conta solo il raggiungimento dell’obiettivo ma il

percorso...

Ma vallo a raccontare a Cristo ...

Io non penso che direbbe: sì, ritieni assolto, hai ragione...basta così

Mi direbbe: troppo comodo Piero... non ti avevo chiesto di essere un

rinunciatario... combatti... (stronzo!)

Io (Cristo) ti avevo chiesto di darmi una mano... pensi che sia

sufficiente quello che hai tentato di fare...?

 

Temeva di deludere, di aver deluso: e invece con la sua fermezza, con la sua coerenza, con la sua incessante sete di Dio, ha lasciato dietro di sé dei segnali, di poesia, di musica, di vita che orientano, che tracciano un cammino, una possibilità per chi è in cerca di una bussola per dare un senso al vivere.

In un momento in cui si parla di post cristianesimo, votato all’ascolto, al cambio eventuale di paradigmi, di comunicazione, di interazione con l’altro, alla propensione all’ascolto delle diversità del sentire… è bestemmia o presunzione… ipotizzare… che anche questo mio modo di intendere il cammino accanto a Cristo possa essere una possibilità, una faccia della nuova cristianità delle mille che andremo a valutare nei prossimi millenni? Ci sono mille modi di suonare il piano. Ogni pianista ha il suo. Ma è tutta musica.”

C’è come un presagio escatologico in questo dire di sé e pensare al contempo al percorso di una nuova Chiesa o forse meglio di un dopo-Chiesa, che consenta finalmente un libero muoversi delle anime incontro al loro Dio…

Cicerone nel De oratore, II,6 racconta con nostalgia e forse un po’ di invidia che Scipione e Lelio (personaggi di primo piano nella conduzione dello Stato romano), una volta liberi dai loro impegni pubblici, “tornavano bambini”(repuerascere) e dedicavano il loro tempo libero a raccogliere   conchiglie sulla riva del mare: io e Pierangelo abbiamo forse fatto qualcosa di simile, quando, poco più di due anni fa, abbiamo ricominciato a suonare insieme: ma non è stata solo una regressione verso la nostra passione adolescenziale, del resto mai del tutto abbandonata; è stato un ritrovare il tempo e la voglia di esprimere attraverso la musica quella ricerca, quel bisogno di Dio che costantemente abbiamo condiviso. La musica inizia dove le parole finiscono e non possono andare oltre.

Ho cercato tra le sue poesie qualcosa che potesse dare un senso riassuntivo al suo percorso (ammesso che sia finito…), una traccia che ci consentisse di immaginarlo ancora in viaggio con noi:

 

Verso

Vagare

Domandarsi

Provare eretiche strade bianche

Forse mai calpestate

Combattere con me

 

È la mia luce.

Mi piace pensarlo ancora in cammino, finalmente nella Luce; in attesa di noi.

 

Ezio Dolfi

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