Koinonia Marzo-Aprile 2021


SULLE TRACCE DI HANS KÜNG

E così Hans Küng è stato coralmente celebrato da destra e da sinistra - con sentimento diverso - come teologo ribelle, contestatore, del dissenso, negatore del dogma della infallibilità, ecc. e la qualifica di “eretico” che lo aveva messo in cattiva luce nella chiesa sembra diventare ora un titolo di gloria. Ma forse così si fa torto alla sua ricerca di verità e di veridicità che teneva legati il suo radicamento nella chiesa e il suo impegno critico per volerla più autentica e più credibile. Non è giusto cioè ridurre la sua teologia a dissenso interno o a contestazione esterna, ma ciò che c’è da imparare da lui è il discernimento critico (inutile tautologia!) come urgenza e come servizio. Per fortuna egli non ha fatto altro che mantenere vivo il “punctum saliens“ o spirito del Vaticano II come dialettica ad intra da tradurre in dialogo ad extra, evitando ricadute di neo-conformismo o dottrinarismo. Evitando cioè la critica come via all’affermazione e al successo, ma vivendola come compito e inevitabile “condanna”.

Bene, il caso vuole che mi imbatta nella biblioteca del convento in un suo libro, appunto “Veracità per il futuro della Chiesa” (Queriniana 1968), ma la sorpresa sta nel fatto che è con tanto di dedica “in memoria di Savonarola”. Non saprei ricostruire le circostanze di questo omaggio al Convento di san Marco a Firenze (forse la presenza di La Pira?), ma il riferimento al Savonarola  è indicativo per noi: ci impegna a tenere presente l’esempio di Hans Küng come “esistenza critica”  e sofferta per amore della chiesa, al di là di ogni sua immagine stereotipata. Alcune pagine di questo libro sembrano parlare di lui  e della sua vocazione di teologo.

 

ABS

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