Koinonia Febbraio 2021
ATTUALITÀ E VALORE POLITICO DELLA DOTTRINA SOCIALE IN SAN TOMMASO D’AQUINO
San Tommaso d’Aquino “luminare della Chiesa e del mondo intero”. L’affermazione con cui si apre la lettera Lumen Ecclesiae di san Paolo VI ci permette di cogliere tutta l’importanza che la Chiesa pone nel pensiero teologico e filosofico del nostro santo, come nella ricchezza della sua figura spirituale, per cui ogni “articolo della Summa è come un miracolo”. Come colpisce da una parte la profondità del suo pensiero e dall’altra parte la semplicità della sua vita, da cui è possibile trarre dei veri e propri “fioretti” che indicano che la forza del suo animo sta nella preghiera e nella sua unione con il Signore: unico fine della sua esistenza.
È quindi possibile “attingere” da san Tommaso i motivi, non solo per riflettere sulla natura dell’uomo e della sua vita spirituale, ma anche per istituire i fondamenti della Teologia come della Dottrina Sociale della Chiesa.
La persona è un insieme di “unità sostanziale di corpo/materia e dello spirito”. Quindi il suo fondamento è metafisico-spirituale. L’ essere umano “per sua natura è un animale razionale e sociale, la società non è, però, il suo fine, ma il mezzo per realizzare la sua vocazione/dignità alla vita eterna”. Il fine della società è quello di realizzare la “felicità della persona” sia nella sua dimensione sociale che soprannaturale. Secondo quello che “è, fa o possiede” tutto è finalizzato alla sua vita “vera”, vivere “nel cuore di Dio”. Quello che l’uomo possiede “non è suo, ma ne è solo l’amministratore”. Al di sopra di tutto va rispettato il “valore assoluto della vita e della persona umana”. I valori umani sono “naturali, irrinunciabili, inalienabili” per ogni uomo, per cui essendo connaturali alla persona umana devono essere rispettati al di là della razza, lingua o religione. La proprietà “non è un principio assoluto, ma relativo alla vita che è quello principale”, quello che ognuno possiede non è suo, ma appartiene a quello che ne ha bisogno; per cui se una persona si trova nella necessità di rischiare la vita, si può appropriare di quello di cui ha bisogno per sopravvivere, non commettendo un furto. Inoltre la proprietà “personale”, ha una “funzione sociale” perché per sua natura, è fatta non per essere accumulata, ma per essere condivisa. Ogni popolo ha diritto all’autodeterminazione della sua forma di governo e al rispetto dell’integrità del territorio in cui vive. Chi detiene il potere/governo legittimo, se trascende nella tirannia e quindi usurpa la fiducia concessa, merita di perderlo e può essere destituito.
Quelli descritti sono solo alcuni accenni e richiami, che ci permettono di constatare come tanti principi e fondamenti su cui si fonda la società odierna sono derivati dal pensiero di san Tommaso d’Aquino, come anche del Diritto internazionale e, in Italia, della Corte Costituzionale. Anche se alle volte, qualcuno dimentica di citarne la paternità
Il recupero della socialità e del rispetto del Bene Comune può esservi nella misura in cui i principi e i valori della persona sono riconosciuti e rispettati, come parametri delle “regole del gioco” che, secondo san Tommaso, permettono di governare le “cose terrene secondo le ragioni eterne”.
Certo per san Tommaso la dignità della persona umana, primo cardine della società, ha una fondazione metafisica nella realtà positiva dell’essere che in lei si individualizza, trova la sua giustificazione, nella concezione dell’ordine e della gerarchia dei valori, che ancora si ricollega alle esigenze metafisiche dell’essere.
Un altro aspetto fondamentale è quello del valore della “corporeità” nella vita dell’uomo. Partendo dal dato biblico, san Tommaso dà valore e dignità a tutto quanto Dio ha creato: il cosmo e la natura, la bellezza e l’intelligenza, la fede e la ragione. Tutto viene considerato come “manifestazione di Dio e della sua volontà di bene e di vero” diffusa e riflessa in ogni particella creata, soprattutto nell’uomo che ne è “custode e testimone”, portando ad armonizzare l’uomo a Dio e alla natura intera.
Ecco perché la Chiesa ritiene necessario e opportuno attingere alla ricchezza del pensiero di san Tommaso, anche se non sempre si è fedeli alle sue riflessioni… L’estrema attualità di alcune sue conclusioni, se tenute in considerazione, aiuterebbero tutti ad evitare lacerazioni e contrapposizioni inutili e dannose, per dialogare con tutti (credenti e non credenti, atei devoti e agnostici ecc. ecc.), superando pregiudizi di ogni sorta, per recuperare l’armonia tra tutto quello che “appartiene” sia all’ordine della ragione che della fede.
Padre Giovanni Calcara o.p.