Koinonia Gennaio 2021


PARADISO,  CANTO XII, vv. 47-105

In quella parte ove surge ad aprire

Zefiro dolce le novelle fronde

di che si vede Europa rivestire,

 

non molto lungi al percuoter de l’onde

dietro a le quali, per la lunga foga,

lo sol talvolta ad ogne uom si nasconde,

 

siede la fortunata Calaroga

sotto la protezion del grande scudo

in che soggiace il leone e soggioga:

 

dentro vi nacque l’amoroso drudo

de la fede cristiana, il santo atleta

benigno a’ suoi e a’ nemici crudo;

 

e come fu creata, fu repleta

sì la sua mente di viva vertute,

che, ne la madre, lei fece profeta.

 

Poi che le sponsalizie fuor compiute

al sacro fonte intra lui e la Fede,

u’ si dotar di mutüa salute,

 

la donna che per lui l’assenso diede,

vide nel sonno il mirabile frutto

ch’uscir dovea di lui e de le rede;

 

e perché fosse qual era in costrutto,

quinci si mosse spirito a nomarlo

del possessivo di cui era tutto.

 

Domenico fu detto; e io ne parlo

sì come de l’agricola che Cristo

elesse a l’orto suo per aiutarlo.

 

Ben parve messo e famigliar di Cristo:

che ‘l primo amor che ‘n lui fu manifesto,

fu al primo consiglio che diè Cristo.

Spesse fïate fu tacito e desto

trovato in terra da la sua nutrice,

come dicesse: “Io son venuto a questo”.

 

Oh padre suo veramente Felice!

oh madre sua veramente Giovanna,

se, interpretata, val come si dice!

 

Non per lo mondo, per cui mo s’affanna

di retro ad Ostïense e a Taddeo,

ma per amor de la verace manna

 

in picciol tempo gran dottor si feo;

tal che si mise a circüir la vigna

che tosto imbianca, se ‘l vignaio è reo.

 

E a la sedia che fu già benigna

più a’ poveri giusti, non per lei,

ma per colui che siede, che traligna,

 

non dispensare o due o tre per sei,

non la fortuna di prima vacante,

non decimas, quae sunt pauperum Dei,

 

addimandò, ma contro al mondo errante

licenza di combatter per lo seme

del qual ti fascian ventiquattro piante.

 

Poi, con dottrina e con volere insieme,

con l’officio appostolico si mosse

quasi torrente ch’alta vena preme;

 

e ne li sterpi eretici percosse

l’impeto suo, più vivamente quivi

dove le resistenze eran più grosse.

 

Di lui si fecer poi diversi rivi

onde l’orto catolico si riga,

sì che i suoi arbuscelli stan più vivi.

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