Koinonia Gennaio 2021


Una pagina di storia delle origini

“PROUILLE”: CULLA DELL’ORDINE AL FEMMINILE

 

Nell’aprile 1207 si va costituendo la “santa predicazione, o in termini ancor più espliciti la “Predicazione di Gesù Cristo”, rafforzata dall’arrivo di dodici abati cistercensi. Ci si divide l’evangelizzazione del territorio della provincia narbonese, e si parte a piedi a due a due. Giordano (nel suo Libellus) afferma la preminenza del vescovo Diego, ponendo l’accento sull’irradiamento della sua personalità. Gli eretici stessi erano sensibili alla sua “dirittura morale”. Ma dopo due anni, preoccupato per i problemi della sua diocesi, Diego comincia a parlare di un rientro in Spagna. Ha però in mente, stando a Giordano, di istituirvi col consenso del papa dei preti incaricati di predicare in continuità (semper) la verità della fede. Prima di lasciare la Liguadoca, Diego affida a fra Domenico la cura spirituale dei predicatori...

Il vescovo, pure senza rendersene espressamente conto, aveva anche posto i fondamenti per l’istituzione dei Predicatori, costituendo un monastero femminile non lontano da Fanjeaux, una cittadella catara, nella località detta Prouille. Egli dava così riparo, dice il Libellus di Giordano di Sassonia, “ad alcune nobildonne che i parenti, per povertà, affidavano all’istruzione e all’educazione degli eretici” (n. 27). Anche se manoscritti più recenti sono stati corretti per restituire la fondazione a Domenico, Giordano la attribuisce a Diego. Non c’è comunque nessun dubbio che Domenico vi abbia avuto una parte considerevole, come ci testimonia la leggenda del Seignadou o “luogo del segno” dato da un globo di fuoco, che si sarebbe fermato additando la direzione di Notre-Dame di Prouille. Diego decise dunque la fondazione e successivamente Berengario, arcivescovo di Narbona, gli concesse delle rendite. Anche Folco, il vescovo cistercense di Tolosa, lo incoraggiò. Ma Domenico ne fu il padre, il sostentatore e il legislatore. Il primo documento di Prouille menziona solo lui.

Le giovinette istruite dai catari e convertite dai predicatori non sapevano dove rifugiarsi. Avevano bisogno di un rifugio dove la vita evangelica fosse altrettanto esigente di quella delle “Perfette vestite” che le avevano educate. Alcune compagne vennero a raggiungerle: una dozzina di religiose in tutto si stabilirono così a Prouille, mentre alcuni chierici restarono nelle prossimità per assisterle. Giordano data all’autunno del 1207 il ritorno di Diego a Osma e racconta come il vescovo, caduto malato negli ultimi giorni dell’anno, concluse la sua vita “in gran santità”, come afferma il nostro cronista che lo immagina nella gloria del cielo (n. 30). “Per Domenico egli era il padre e l’ispiratore. Per dieci anni non avevano forse condiviso la medesima esistenza? Essi si completavano vicendevolmente... L’idea - e il suo slancio - proveniva da Diego, per questo non riusciva a vedersi separato dal padre. La sua umiltà lo induceva a rimanere all’ombra del suo capo” (Vicaire).

Dopo la dispersione dei predicatori cistercensi e il consolidamento del monastero delle suore, Domenico resta da solo a Fanjeaux, in mezzo all’ostilità degli eretici. Continuò incessantemente la sua predicazione. È come un ritorno al deserto.

 

Guy Bedouelle

in Domenico, la grazia della predicazione, Borla 1984, pp.75-77

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