Koinonia Novembre 2020


Riceviamo da Lorenzo Dani,

autore del libro

Il dialogo dell’esorcista, QuiEdit, 2020, pp. 152

 

Sarà possibile pubblicare? Il tema trattato investe anche il dialogo religioso.

“Questioni grosse e complesse, per risolvere le quali questa riflessione evidentemente può portare solo un contributo molto piccolo. Piccolo ma importante, come è il suggerimento di approfittare delle note sul dialogo esorcistico per verificare in quale modo viene creata e trattata, nel mondo religioso, la ricca e variegata tipologia dei diversi - nella quale si elencano atei, profani, pagani, animisti, eretici, materialisti, miscredenti, agnostici, non-credenti, eccetera - e poi per verificare come si dialoga con gli antagonisti e finalmente, chissà, per riconsiderare, a partire da qui, l’atteggiamento da tenere nei loro confronti. Nel mondo religioso ci vuole così poco per venire considerati a un certo punto diversi, lontani, antagonisti: perché questo mondo non si chiede a che cosa serve dialogare con costoro in modo esorcistico? E ancora, il mondo religioso non potrebbe verificare se non prende un grosso e tragico abbaglio, quando tratta come un diavolo ed esorcizza qualche non-dio di cosiddetti atei che cercano di riscattare i deboli, mentre si allea con chi, proclamando il nome di Dio e ostentando aureole, compie sopraffazioni?” (pp. 135-136) Grazie!

Lorenzo  Dani

 

RECENSIONE DI A. DONATELLA REGA

 

Molto attuale il tema affrontato da Dani in questo piccolo trattato sul dialogo fra “diversi”.

Chi fra noi non ha sperimentato recentemente una sorta di comunicazione impossibile con alcuni interlocutori mentre tentava di stabilire un dialogo? O chi di noi non è stato addirittura investito da un flusso di comunicazione, verbale o mediatico, che tendeva a convincerlo di tesi quanto meno paradossali o bizzarre, come se la verità, quella con la V maiuscola, potesse giungere salvifica da amici o conoscenti che non erano stati chiamati a farlo?

Una sorta di comunicazione destabilizzante che l’autore di questo libro analizza dettagliatamente immaginando un personaggio, Giantivio, che impersona tutta l’essenza di questo modo distorto di “dialogare per convertire ed assimilare l’altro”, dialogo che viene definito dall’autore “esorcistico”, come se chi lo pratica scientemente volesse esorcizzare nell’interlocutore il Male. 

Niente di più attuale, come già detto, ne vediamo gli esempi nella comunicazione in politica ed in particolare in quella che tende ad accattivarsi il consenso dei Cattolici ed in cui vengono poste questioni dottrinali che ormai mettono, spesso senza mezzi termini, come segno di discrimine, l’appartenenza a Satana di chi la pensa in modo diverso o appartiene ad un credo diverso. Tanto che un ateo che ha cura degli ultimi viene considerato da meno di uno che, pur definendosi “cattolico”, li ignora o li maltratta.

Giantivio, citato quasi come un’insistente anafora dall’autore, è un perbenista, insicuro ma fondante la propria sicurezza nel suo ambito sociale o istituzionale, meglio se appartenente ad un potere riconosciuto. Crede di dover convertire gli altri a fin di bene ed impone loro un dialogo esorcistico che li spiazza e con cui insiste fino a sfiancarli, anche ricorrendo ad una strategia di attesa, purché l’altro capitoli. 

L’autore ci lascia nel dubbio che non vi sia rimedio, anche se il rimedio sta nel rispetto e nell’ascolto reciproco, come dirà, al termine del piccolo trattato, un interlocutore di Giantivio, scrivendogli una lettera che lo spiazzerà non poco (non riveliamo, come in un romanzo, la reazione di Giantivio).

Noi ci auguriamo che il clima da dialogo esorcistico si spenga e si passi ad un dialogo vero, in questa società artatamente divisa che per ora alza muri. Vi sono non poche persone che, quando si confrontano con chi la pensa diversamente da loro, sono convinte di dialogare, mentre in realtà rivelano un atteggiamento del tutto analogo a quello che l’esorcista usa col Maligno. Questo singolare modo esorcistico di dialogare viene qui analizzato e dettagliatamente descritto nella sua origine, nella sua anima, nel suo funzionamento e nelle conseguenze negative che provoca.

Chi è interessato a verificare se lui stesso o altri presentano qualche elemento dell’atteggiamento esorcistico, può trovare qui una guida, applicabile nei più diversi contesti sociali, ovunque qualcuno vuole confrontarsi, discutere, dialogare, con chi ha idee più o meno diverse: dal mondo politico a quello dei rapporti famigliari, dal mondo del lavoro e della scuola, fino al mondo forse più coinvolto in questo problema, quello delle religioni. Una simile verifica si rivela utile anche al fine di evitare due pericolosi infortuni sociali: collaborare e consacrare la cosiddetta normalità sociale, e accodarsi a chi ciecamente esorcizza ogni forma di devianza.

 

A. Donatella Rega

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