Koinonia Novembre 2020


DOPO QUEL RACCONTO, NON SONO PIÙ LA STESSA

 

Sono rimasta profondamente colpita dall’ultimo racconto “pubblico” di Liliana Segre e ho riflettuto sull’importanza della testimonianza. Mi sono sentita testimone anche io. Testimone di una testimone… Depositaria di un racconto articolato, sfaccettato, insensatamente tragico, sgorgato da una ferita profonda, sapientemente ricucita ed elaborata. Dopo aver ascoltato quel racconto, sono cambiata, forse per breve tempo o forse per sempre.

Quella sera, dopo aver ascoltato il discorso della Segre su YouTube, ho percepito la mia vita in modo differente. Il contatto con le lenzuola pulite e calde del mio letto, la tavola ancora da sparecchiare dove restavano gli avanzi di sempre, la buonanotte dei miei figli, la pace della mia città, il calore dei miei cari, li ho guardati con gli occhi di chi ha provato lo strazio della deportazione in un campo di concentramento, di chi ha vissuto in un girone dantesco magari nel cuore della sua adolescenza, di chi ha subito le sofferenze più inaudite, la violenza, la paura, l’angoscia.

Le parole della Segre sono entrate in me e hanno azzerato qualsiasi altro rumore nella mia testa, qualunque pensiero disturbante. Si è creato un grande silenzio. Ho fatto spazio per accogliere tutta quella storia intensa e fissarla bene in testa, per poterla raccontare a mia volta. Di bocca in bocca, le storie si trasmettono e vivono per sempre.  Racconta chi sa che può contare su un ascolto, chi si accorge che a forza di raccontare, guarisce, chi ha gli strumenti per farlo.

Liliana Segre ha messo tanti semi nel cuore delle persone. È stato incredibile il suo destino! Era scritto da qualche parte che lei divenisse una testimone, che vivesse a lungo, che incontrasse tantissime persone, che riuscisse a scuotere le coscienze, che si trasformasse in uno strumento di pace.  

 

Luisa Piazza

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