Koinonia Agosto 2020


PREGHIERA DI YVES CONGAR

 

Mio Dio, perché la tua Chiesa condanna sempre?

Certamente, essa deve prima di tutto conservare il deposito;

ma non c’è altro metodo che quello della condanna?

Soprattutto di condannare così in fretta?

Mio Dio, tu sai se io amo la tua Chiesa;

ma io vedo chiaramente

che un movimento d’insieme solo è duro;

io vedo che la tua ammirabile Chiesa

ha tenuto una volta nella vita civile,

nella sua vita umana integrale,

un ruolo immenso e splendido,

e che tuttavia essa non ne gioca più alcuno.

Mio Dio, se la tua Chiesa fosse più incoraggiante

e più comprensiva!

Mio Dio, la tua Chiesa è così latina, così centralizzata!

Certamente il papa è il dolce Cristo in terra;

e noi non viviamo di Cristo che legati al Cristo.

Ma Roma non è il mondo, e la civilizzazione non è l’umanità.

Mio Dio, mio Dio! Tu che hai voluto che la tua Chiesa,

alla sua stessa origine, parlasse tutte le lingue:

non nel senso che essa cambiasse l’espressione della verità

e a fortiori la verità stessa, ma nel senso che la verità

che la Chiesa sola proferisce fu intelligibile ad ogni orecchio umano.

Mio Dio dilata i nostri cuori!

Fa’ che gli uomini ci comprendano,

e che noi così comprendiamo gli uomini, tutti gli uomini!

Il tempo si dilegua, bisogna lavorare! L’Unione delle Chiese!

Mio Dio, perché la tua Chiesa che è Santa

e che è unica, santa e vera,

ha spesso questo aspetto severo e scoraggiante,

quando essa è in realtà piena di giovinezza e di vita?

In realtà, l’immagine della Chiesa siamo noi,

siamo noi che facciamo la sua visibilità,

mio Dio, ricomponi in noi la tua Chiesa,

un’immagine veramente vivente.

 

Yves Congar op

 

In Une passion: l’unité. Réflexions et souvenirs 1920-1973,

Les Éditions du Cerf, Paris, 1974, pp. 14-16

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