Koinonia Aprile-Luglio 2020


RICORDANDO DON EZIO PALOMBO

 

Ho conosciuto Don Ezio all’inizio degli anni ottanta.

Sapevo che era stato amico di Don Milani a cui chiedeva consigli (preparando l’esame di Storia della Chiesa lo avevo visto citato due volte nei libri di Don Milani), ma al quel tempo - stranamente- non mi interessò chiedergli nulla sul loro rapporto, né  delle dinamiche sociali ed ecclesiastiche di quegli anni.

Lo ricordo come una persona piuttosto severa ,poco incline all’ironia; mi sembrava pervaso da un’ombra di continua tristezza, impegnato sempre ad esaminare e circoscrivere le frasi e le situazioni  come per  verificare che potessero rientrare in alcuni suoi schemi di comprensione.

La parrocchia di Fabio era piuttosto isolata. L’aula, poi, dove insegnava ai vari ragazzi che andavano da lui, era la riproduzione fedele - quasi forzata nella lunga mensola, nella posizione dei libri ,nella carta geografica - dell’aula di Barbiana.

Certo anche i suoi ragazzi erano simili a quelli, e lo impegnavano molto. Direi che il luogo e la persona si proponevano come una replica di una situazione che era stata così significativa e potente da essere il modello per tutto…forse per tutta una vita.

Purtroppo non ho potuto frequentarlo tanto da averne molta confidenza, o condividere con lui esperienze concrete, ma nella memoria è ancora una figura nitida, per la quale ho provato molta simpatia e comprensione.

Rispetto ad altre figure che ho conosciuto negli anni , e che potevano avere una base comune nei sentimenti di rinnovamento ecclesiale (Don Politi, Don Enzo Mazzi, Don Gomiti, Padre Balducci, Don Cubattoli, Don Rossi…) mi è sempre sembrato che in Don Ezio qualche sua parte - una certa spontaneità , la semplice soddisfazione, o forse la letizia - fosse sempre coperta da quell’ aura di tristezza che gli faceva fare un passo indietro, pur nell’incessante attività di catechismo, di scuola e di cultura che ha sempre portato avanti con sacrificio, con grande convinzione e dignità.

                                                                                                                                                               

Renato Scianò  

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