Koinonia Marzo 2020


Alcuni punti fermi intorno a 1Cor 1,17°

 

Io ritengo che 1Cor 1,17a implichi una gerarchia fra le attività apostoliche. L’evangelizzare è un’attività autonoma e isolabile dalle altre ed è superiore a esse perché solo dopo l’evangelizzazione è possibile svolgere le altre attività e soprattutto perché l’esito dell’evangelizzazione è la costruzione di una chiesa. Per la natura stessa dell’evangelizzazione, l’apostolo che evangelizza ha la responsabilità della fondazione e dell’edificazione di una chiesa. Per questo motivo egli può non solo direttamente, ma a volte addirittura immediatamente, svolgere attività, come il battezzare, che sono differenti dall’evangelizzazione. Ciò non è vero per il ministro che non evangelizza, ma che è incaricato soltanto di missioni differenti, come per esempio il battezzare. Una comprensione adeguata di 1Cor 1,17a richiede un’analisi dell’articolazione dell’attività missionaria paolina e della relazione che esisteva tra Paolo e i suoi collaboratori.

1. La distinzione di 1Cor 1,17a tra evangelizzare e battezzare non è di secondaria importanza e non dipende solo dalla particolare situazione di Corinto. Al contrario, in questo passo si fa luce il nucleo centrale della consapevolezza apostolica di Paolo e si riflette la sua normale pratica missionaria. Paolo non parla qui della sua particolare missione dell’evangelizzazione dei gentili, ma piuttosto della natura dell’evangelizzazione in generale. L’esclusione del battezzare dalla sua missione non dipende da una sua scelta personale o da una valutazione delle proprie doti, ma piuttosto da un preciso comando di Cristo.

2. 1,17a mostra che esiste in Paolo una riflessione teologica sul concetto stesso di evangelizzazione. Per questo motivo, nella distinzione tra evangelizzare e battezzare, è possibile trovare un criterio per formulare un concetto storiografico di evangelizzazione che corrisponda al concetto paolino. Non mi sembra perciò corretto proporre un concetto estensivo di evangelizzazione che includa tutte le attività apostoliche (didaskalía, amministrazione dei «sacramenti», pratica dell’autorità apostolica) e che tenda a identificarla con la totalità della vita «cristiana» e del cristianesimo. Al contrario, 1Cor 1,17a definisce l’evangelizzazione mediante l’esclusione del battesimo che è il «sacramento» che inserisce i credenti in Cristo. A maggior ragione qualsiasi altra attività apostolica che segue il battesimo e qualsiasi altro aspetto della vita «cristiana» dovrà essere escluso dal concetto di evangelizzazione.

3. «Evangelizzare» è la prima attività “cristiana” missionaria sia logicamente che cronologicamente. Essa è diretta verso non credenti, è il mezzo per pervenire alla fede, attraverso di essa Dio stesso sceglie, chiama e salva coloro che accettano l’annuncio evangelico. Per questo, l’evangelizzare è il momento finale e decisivo dell’evento di Cristo «per noi» ed è parte integrante di questo evento. «Battezzare», invece, è l’attività che la chiesa mette in atto, dopo avere verificato chi ha accolto l’annuncio evangelico. Con essa la chiesa accetta la scelta di Dio di inserire i nuovi credenti in Cristo e di incorporarli nella chiesa stessa.

 

Mauro Pesce

In Le due fasi della predicazione di Paolo, EDB 1994, pp. 60-62

.

.