Koinonia Maggio 2019


IN CONTINUITÀ DI INTENTI E DI RICERCA

 

 

Il 20 aprile 2008 ebbe luogo un incontro di Koinonia dedicato a Sergio Quinzio, in vista del quale avevamo preparato uno “Strumento di lavoro”: oltre ad una lettera di Daniele Garota, conteneva una selezione di passi dal libro “Cristianesimo dell’inizio e della fine”  e presentava    questo interrogativo: “Quale possibilità storica di autentica rinascita?”. Nella copertina di questo opuscolo venivano dette le ragioni del nostro riferimento a un cercatore di speranza e di fede quale Quinzio è stato: ragioni che si rivelano più che mai valide oggi per continuare nella stessa linea di ricerca e di pensiero in cui ci guida la sua voce profetica. 

 

 

perché “Sergio Quinzio”…

         … perché non è “uomo di chiesa” né teologo di professione, ma pensatore e scrittore “per vocazione biblica”, uomo di fede e “cristiano messianico”, che vive in profondità la spoglia condizione umana e le situazioni storiche nella prospettiva del Regno di Dio che viene e che tarda, nella disperata attesa che si compia la beata speranza e venga il giorno beato del Messia. Perché Sergio Quinzio ha prima vissuto quello che ha espresso e comunicato, perché fosse condiviso.

 

perché “Messianismo”…

         … perché esprime il senso più profondo e più universale dell’attesa di salvezza delle nazioni e della storia in chiave personale, umana, religiosa, biblica, cristiana, ecumenica. La speranza messianica è ciò che produce e qualifica la modernità ma anche ciò che manca al mondo moderno, mentre forse si esprime in forme nuove al di fuori di esso. Per questo è urgente che anche la fede cristiana o della chiesa recuperi la giusta tensione messianica e di speranza, se vuole essere significativa per l’uomo, al di là di ogni potenza di apparato e di “ordine sacro”, che la fanno essere del mondo, ma la mettono fuori del mondo.

 

perché “noi”…

         … perché muovendoci da sempre nella scia della “chiesa dei gentili” e alla ricerca di un modo essenziale ed originario di ”essere cristiani oggi”, troviamo in Sergio Quinzio l’interprete più autentico e più radicale di queste istanze primarie e sfide epocali che anche le Chiese dovrebbero far proprie. Se Sergio Quinzio, come uomo di fede e cristiano, è riuscito da solo ad aprire questo varco verso l’avvento del Regno di Dio e della sua giustizia, anche in pochi e in diaspora possiamo darci questo compito primario: che il “Vangelo del Regno di Dio” sia Vangelo del Regno che viene e non soltanto di quello già “realizzato”.

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