Koinonia Aprile 2019


La voce di frei Betto

in ricordo del confratello domenicano Fernando de Brito

 

VAI IN PACE, FRATELLO


“Era come se stessi scrivendo quello nell’anima, perché non ne uscissi mai più”: fu con questa frase, allo stesso tempo forte e tenera, che fra Fernando iniziò un’intervista, in occasione del lancio del libro scritto in collaborazione con frei Betto. Era il suo diario. La storia delle torture, dei dolori e delle speranze che scaturirono dalle prigioni della dittatura militare brasiliana.

Scrivendo questi racconti nella sua anima, fra Fernando ha testimoniato nel corso della sua storia terrena, non solo la vocazione e la forza di un uomo, ma soprattutto la testimonianza dei fatti che hanno colpito migliaia di persone nel nostro paese, e che rappresentano una delle pagine più tristi della nostra storia. Nel suo testo sono il sangue e le allucinazioni, le lacrime e le paure, l’oscurità, la fame, le percosse, gli shock, gli annegamenti, i corpi e i sogni di molte persone.

Mentre scriveva tutto questo su quel foglio, in minuscole lettere, fra Fernando consegnò al mondo le verità richieste dal Vangelo che stava seguendo, i fatti che non potevano essere dimenticati, al prezzo di ripetersi nel tempo, quando manca la memoria e le verità lasciano il posto al pericolo del negazionismo e del revisionismo e all’assurdità di chi intende confondere gli eventi con i colori dell’odio e dell’intolleranza.

Frate Fernando ci ha lasciato, per portare in cielo, ora stampato nella sua anima, tutte queste verità. Insieme a Dio, egli sarà anche testimone di questi orrori, ma, soprattutto, sarà un intercessore, collaborando nella lotta che continuiamo ad intraprendere, contro le violazioni dei diritti umani, per la giustizia e la pace.

Una cosa del genere non è mai stata così necessaria. In questi tempi in cui i torturatori sono onorati nelle piazze e il cancro dell’intolleranza e della menzogna assume alte cariche governative, fra Fernando ci aiuterà ancora una volta con i suoi testi scritti a caratteri minuscoli su piccoli pezzi di carta da seta, quasi indecifrabili, stampati sulla materia indelebile e invisibile di cui sono fatte le anime immortali. Ora, ancora una volta, quest’uomo sarà testimone in cielo di ciò che non può essere ripetuto sulla terra. Ora, ancora una volta, deve aiutarci a non dimenticare, a non lasciare che la verità della nostra storia sia corrotta dal verme dell’ignoranza e della perversità.

Con le nostre verità impresse sulla sua anima, su piccoli pezzi di carta di seta, Fernando parte per un viaggio. Da questa parte, continuiamo a scrivere, ispirati dalla sua testimonianza, l’altra parte del testo. Vai in pace, fratello.

 

Frei Betto

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