Koinonia Aprile 2019


PROVOCAZIONE-RATZINGER:

 PERCHÉ RACCOGLIERLA

 

Leggere il pamphlet su Chiesa e lo scandalo degli abusi sessuali ignorando l’autore e la provenienza indurrebbe subito ad archiviare un testo disorganico in cui si sovrappongono questioni eterogenee. Una certa unitarietà si riscontra nell’intento o nel disegno di fondo. Sapendo invece da che pulpito viene la predica – il papa emerito Benedetto XVI – un po’ di attenzione sembra d’obbligo, appunto per capire dove si vuole andare a parare. Al di là delle tante incongruenze segnalata qua e là, tutto questo va preso in considerazione e tenuto presente come base di confronto in una partita non da poco. In realtà, sarebbe illusorio pensare di neutralizzare le questioni poste limitandosi a sottolineare l’inconsistenza di un documento. Per il momento, però, mi limito ad un solo spunto, invitando a leggerne un paragrafo in parallelo con la vicenda di Giobbe, in cui il diavolo tenta di screditarne la rettitudine come sfida a Dio

L’accusa contro Dio oggi si concentra soprattutto nello screditare la sua Chiesa nel suo complesso e così nell’allontanarci da essa. L’idea di una Chiesa migliore creata da noi stessi è in verità una proposta del diavolo con la quale vuole allontanarci dal Dio vivo, servendosi di una logica menzognera nella quale caschiamo sin troppo facilmente. No, anche oggi la Chiesa non consiste solo di pesci cattivi e di zizzania. La Chiesa di Dio c’è anche oggi, e proprio anche oggi essa è lo strumento con il quale Dio ci salva. È molto importante contrapporre alle menzogne e alle mezze verità del diavolo tutta la verità: sì, il peccato e il male nella Chiesa ci sono. Ma anche oggi c’è pure la Chiesa santa che è indistruttibile. Anche oggi ci sono molti uomini che umilmente credono, soffrono e amano e nei quali si mostra a noi il vero Dio, il Dio che ama. Anche oggi Dio ha i suoi testimoni («martyres») nel mondo. Dobbiamo solo essere vigili per vederli e ascoltarli.

Se consideriamo che la riflessione di Ratzinger sulla crisi della fede e della chiesa nasce e si muove nell’ambito dello scandalo-pedofilia, sembra quasi che lo si voglia mettere in secondo piano, rispetto invece alla preoccupazione di “dare un segnale forte e provare a ripartire per rendere di nuovo credibile la Chiesa come luce delle genti e come forza che aiuta nella lotta contro le potenze distruttrici”. Si ha comunque l’impressione che il problema-pedofilia, che non è preso per quello che effettivamente è, sia in realtà il pretesto per dire altro e mettere in questione tutto ciò che si fa passare come “conciliare” o frutto del Vaticano II, e facendo credere che una piaga così invasiva possa essere guarita col ricorso ai massimi sistemi, magari proprio quelli che in qualche modo l’hanno favorita. Oppure si potrebbe pensare alla evocazione della pedofilia come arma di deterrenza per mettere sotto accusa i sostenitori del cambiamento nelle chiesa!

Rimanendo in ogni caso al parallelo con Giobbe, forse è da ricordare che non c’è soltanto la sfida di satana a Dio riguardo all’essere giusto di questo suo servo, ma anche quella degli amici che in nome di Dio lo vogliono convincere della sua colpevolezza. Ecco, forse Papa Ratzinger, o chi per lui, vuole indurre una chiesa, in cui non si riconosce, a sentirsi in colpa per quello che cerca di essere e a desistere dal tentativo di essere diversa da quella che lui difende. Che non ci manchi la pazienza e la resistenza di Giobbe! 

 

ABS

.

.