Koinonia Marzo 2019


GLI “INFLUENCER” BATTEZZATI

 

Sul giornale Avvenire del 5 marzo, una pagina intera è dedicata a dirci “Chi sono gli influencer cattolici”, indicati nel sottotitolo come “sacerdoti-comunicatori, testimoni di fede, laici creativi: sui social prendono quota personaggi che diffondono il Vangelo secondo lo stile del Web”.

A dare spunto per questo servizio è stato però Papa Francesco, di cui si riportano le parole pronunciate a Panama il 26 di gennaio quando, nella veglia con i giovani della “Giornata mondiale, ha parlato di Maria di Nazaret come “l’influencer di Dio”.

Ma perché questa nostra attenzione ad un fatto linguistico e giornalistico di comunicazione? Perché precedentemente il Direttore Renato Scianò era stato colpito nella sua immaginazione creativa dalle parole del Papa ed aveva prodotto una sua interpretazione grafica di questa nuova denominazione di Maria, quella che possiamo vedere nella pagina centrale, con una didascalia dell’autore e corredata dal testo del discorso del Papa.

Per la verità, per comprendere questa intuizione scherzosa ho dovuto in qualche modo aggiornarmi, per sapere che per “influencer”  si intendono “individui con un più o meno ampio seguito di pubblico che hanno la capacità di influenzare i comportamenti di acquisto dei consumatori in ragione del loro carisma e della loro autorevolezza rispetto a determinate tematiche o aree di interesse”.

Quindi siamo in zona mercato, ma per passare subito in ambito teologico e spirituale, quasi battezzando una parola che sì, andrebbe prima tradotta, ma che forse è destinata ad entrare comunque nelle litanie della Madonna appunto come “Influencer di Dio”. Naturalmente c’è da fare tutto un lavoro di aggiustamento, “perché senza dubbio la giovane di Nazaret non compariva nelle ‘reti sociali’ dell’epoca, lei non era una influencer, però senza volerlo né cercarlo è diventata la donna che ha avuto la maggiore influenza nella storia”.

Se  nella vignetta appare così imperiosa e sconcertante, fino ad imporre calzature  al figlio  che penserebbe di andare per il mondo con semplici calzari, forse ci dice semplicemente che portare il vangelo di grazia non è questione di mezzi e di strumenti - neanche dei social - ma di partire col coraggio del suo stesso “Sì” nel cuore: “Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l’accompagnavano” (Mc 16,20). Forse nelle invocazioni a Maria potremmo allora prevedere anche questa: “Madre dei predicatori del vangelo, prega per noi”. È il senso del Rosario, di cui capita di parlare di seguito.

 

ABS

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