Koinonia Gennaio 2019
I cristiani si uniscono nel chiedere giustizia ecologica
Dichiarazione per il Tempo del Creato 2018
Come cristiani delle diverse confessioni, ci uniamo ancora una volta durante il Tempo del Creato di quest’anno pieni di gratitudine per il dono di Dio della vita. Riconosciamo che noi esseri umani facciamo parte della creazione di Dio. Celebriamo la diversità, la bellezza e il sostentamento reciproco di tutta la creazione, voluta da Dio per essere vissuta in giuste relazioni.
Il nostro mondo in crisi
Viviamo in un momento in cui tutto il creato si trova di fronte a importanti minacce esistenziali. Il modo in cui abbiamo costruito le nostre economie e società ha portato a danni incalcolabili alle piante e agli animali con cui condividiamo la Terra ed anche a noi come famiglia umana. Piuttosto che onorare il nostro ruolo di custodi del giardino di Dio, abbiamo monetizzato la vita e cercato di trarne profitto, con conseguente distruzione della vita per tutti. L’eccessiva produzione, consumo, estrazione e l’avidità hanno contribuito a livelli di disuguaglianza senza precedenti, dove solo pochi posseggono, controllandole, enormi quantità di risorse e la stragrande maggioranza ha poco o nulla che li aiuti a vivere in modo dignitoso. Abbiamo distrutto la vita e abbiamo volontariamente negato il desiderio del nostro Signore di pienezza di vita per tutti (Giovanni 10:10).
Un appello per la giustizia climatica
La nostra costante richiesta di giustizia climatica continua ad essere una priorità importante. Noi crediamo che Dio ci abbia chiamati ad avere buone relazioni l’uno con l’altro e con la Terra. Riconosciamo che la crisi attuale in cui ci troviamo è dovuta al fatto che non abbiamo ascoltato la chiamata di Dio ad amare il creato ed amarci l’un l’altro e abbiamo invece cercato l’interesse personale. Cerchiamo di tornare al Dio della vita e ascoltare il lamento di tutta la creazione che cerca la redenzione (Romani 8:19-21).
Un appello per una nuova solidarietà globale con i più colpiti
Chiediamo inoltre una rinnovata solidarietà globale con le persone e le comunità nei paesi in via di sviluppo, in particolare quelli che subiscono maggiormente gli impatti per gli impatti dei cambiamenti climatici. Siamo costernati per l’inadeguatezza della solidarietà e del sostegno a persone e comunità che hanno perso la loro terra a causa dell’impatto dei cambiamenti climatici, come l’innalzamento del livello del mare e altri eventi meteorologici estremi lenti o improvvisi. Siamo costernati per la condizione di coloro che devono migrare perché le loro terre diventano inabitabili. Sosteniamo l’Accordo di Parigi, ma siamo preoccupati che lo spirito positivo dell’Accordo del 2015 stia svanendo. Chiediamo un rinnovato impegno per questo Accordo.
L’azione internazionale
La cooperazione internazionale è essenziale per risolvere questa crisi planetaria. Attendiamo con impazienza il Global Climate Action Summit, in cui gli attori non statali prenderanno impegni per poter fare progressi. A livello governativo, sosteniamo con forza l’Accordo sul clima di Parigi e i suoi obiettivi di limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi, costruire una capacità di ripresa globale e fornire finanziamenti, tecnologia e capacità per sostenere l’azione per il clima. Siamo preoccupati che molti paesi nel mondo non si siano pienamente impegnati nei piani e nelle politiche necessari per raggiungere questi obiettivi.
Chiediamo un rinnovato impegno per l’accordo, e in particolare chiediamo provvedimenti coraggiosi ai prossimi negoziati ONU sul clima in Polonia quest’anno. Come persone di fede, incoraggiamo fortemente i leader politici ad approvare il regolamento di Parigi e le necessarie linee guida per garantire l’ambiziosa, equa e giusta attuazione dell’Accordo. Ciò deve essere fatto in modo tale da soddisfare la richiesta di una transizione giusta verso una maggiore resilienza ed una riduzione delle emissioni di gas serra per la protezione di questa generazione e di quelle future.
Il nostro impegno e le nostre responsabilità
I cristiani di tutto il mondo sono già in azione: piantando alberi, installando pannelli solari sui tetti delle loro chiese, rispondendo ai disastri causati dal clima e istruendo le loro comunità sui cambiamenti climatici e sull’ambiente; queste, tra le molte altre iniziative. Tra questi sforzi, il movimento del disinvestimento dai combustibili fossili merita particolare attenzione, poiché affronta le strutture di ingiustizia e ci avvicina a un’economia basata sull’energia pulita. Invitiamo tutte le persone di fede ad unirsi a questi sforzi e prendere parte al crescente movimento per prenderci cura del nostro prossimo prendendoci cura del creato.
Affermiamo la nostra chiamata e la nostra responsabilità a prenderci cura del creato e la nostra missione di servire in unità e solidarietà le persone e le comunità in tutte le parti del mondo. Affermiamo il nostro impegno a condividere con loro le nostre conoscenze, risorse e amicizia. Faremo del nostro meglio per modificare i nostri modelli economici e di investimento e le nostre routine personali e istituzionali al fine di servire l’agenda della giustizia climatica. Sosteniamo e portiamo avanti campagne per la giustizia climatica e sfruttiamo ogni opportunità concessaci per parlare con coraggio con le persone e le comunità colpite dall’attuale crisi ambientale. Ci impegniamo a intraprendere una maggiore cura di tutto il creato e continuiamo a camminare insieme verso la giustizia climatica, ecologica ed economica.
Nella sua Lettera ai Romani, Paolo ci dice che “la creazione aspetta con impazienza”. Con la speranza nata dal dono della grazia, attendiamo il giorno in cui l’umanità riscoprirà il suo amore per il Creatore, la sua riverenza per la creazione, e il suo amore per tutte le creature che condividono questa, la nostra casa comune.
Assisi, 1 settembre 2018