Koinonia Dicembre 2018


Organizzazioni e chiese mobilitate in Europa

per i rifugiati ed i migranti

 

«I richiedenti asilo, comprese le famiglie e le donne sole con bambini, non solo non avranno più accesso ad un’accoglienza dedicata, ma avranno ancora meno possibilità di ottenere un regolare titolo di soggiorno e quindi saranno più fragili socialmente e ricattabili. Dovranno accettare di lavorare in nero o, spesso, di pagare per avere un contratto che consenta loro di convertire il permesso da umanitario in lavoro. Aumenterà lo sfruttamento lavorativo e, con il lavoro nero più incidenti e meno sicurezza».Così si esprimono le associazioni impegnate nel campo dell’accoglienza e nell’integrazione che appartengono al Tavolo Asilo Nazionale comprendente: A buon diritto Action Aid, Amnesty International Italia, Arci, Asgi, Avvocato di Strada,Casa dei diritti sociali, Centro Astalli, CIR, CNCA, Comunità di S.Egidio, Emergency, Federezione Chiese Evangeliche in Italia (FCEI), Intersos, Médicins du Monde Missione Italia, Oxfam, Save The Children Italia, Senza Confine, Acli.

Il comunicato, emesso dopo la promulgazione del ddl 840/2018, il cosiddetto decreto Sicurezza e Immigrazione, avvenuta il 3 dicembre, esprime «serie preoccupazioni e dissenso per ’approvazione della legge Sicurezza» e ribadisce l’impegno a «continuare con il nostro quotidiano lavoro di supporto e integrazione di migranti, perché solo lavorando per la legalità, il rispetto dei diritti umani e la dignità delle persone faremo fronte alle ingiustizie e al razzismo dilagante»

Sullo stesso tema è da segnalare anche l’appello rivolto ai leader europei  dal Forum Refugiés-Cosi  in occasione della Conferenza finale del Gruppo di lavoro sui percorsi per i rifugiati, riportato dal Notizie Evangeliche (NEV) del 6 dicembre,  nel quale si legge che come: «attori e reti della società civile che promuovono e difendono i diritti umani e la dignità dei richiedenti asilo e dei rifugiati, chiediamo l’allargamento dei passaggi legali e sicuri in risposta ai bisogni di protezione internazionale». L’invito riporta anche il dato agghiacciante fornito dall’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato: 68,5 milioni di persone sono state cacciate dalle loro case in tutto il mondo alla fine del 2017, di queste 25,4 milioni sono rifugiati e 3,1 milioni sono richiedenti asilo.

In ambito ecumenico il 5 dicembre a Bruxelles, organizzato dalla Conferenza delle Chiese Europee (CEC) per celebrare il 70° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani,  si è tenuto un dibattito pubblico sui diritti umani e la libertà religiosa in Europa al quale hanno partecipato il metropolita di Zagabria e Lubiana Porfirije della chiesa ortodossa serbaMarta López Ballalta della chiesa evangelica di Spagna, il vescovo  Porfyrios di Neapolis della chiesa di CiproDaniel Topalski della chiesa metodista unita di Bulgaria e Romania ed Elizabeta Kitanovi?, segretario esecutivo per i diritti umani della CEC.

Il giorno precedente, sempre a Bruxelles, la Commissione delle Chiese per i Migranti in Europa (CCME)  e la Conferenza delle Chiese Europee (CEC) hanno presentato a Mairead McGuinness, Primo Vice Presidente del Parlamento  Europeo, la Dichiarazione di Natale (Christmas statement) sottoscritta dai leader delle chiese europee per ribadire i valori di dignità, rispetto e compassione verso i rifugiati ed i migranti. La dichiarazione inizia con l’invito «Nello spirito del Natale, vi chiediamo di lavorare e pregare per una comunità accogliente e inclusiva in Europa», e basandosi sul messaggio biblico e sulla riflessione teologica afferma tra l’altro che «è inaccettabile che politiche di “gestione dell’emigrazione” conducano a situazioni dove la perdita ingente di vite umane sulla strada verso l’Europa è divenuta normale e lo sfruttamento e la violenza sono diventate realtà quotidiana».

 

Valdo Pasqui

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