Koinonia Novembre 2018


10 POSSIBILI MOTIVI DELLA VITTORIA DI BOLSONARO

 

1. Il neoliberalismo. Bolsonaro si è dichiarato favorevole al neoliberalismo ed è diventato il candidato foraggiato dalle potenze transnazionali.  Possiamo perfino credere che Bolsonaro sia stato lanciato come “sonda” (non era il candidato ideale, perché troppo truculento) ma è salito molto, mentre altri filo-neoloberali non hanno decollato (la stessa cosa che avvenne con Collor de Mello nel 1990).  NB. Il neoliberalismo vuole imporre il suo impero a livello planetario, per poter saccheggiare le ricchezze di tutti i paesi e, in particolare, del Brasile. Bolsonaro continuerà la politica di Temer che sta “svendendo” il Brasile.

2. Le chiese evangelicali. Con la globalizzazione è sorta una religiosità light, ma molto agguerrita, che mostra come la parola di Dio è il toccasana che risolve problemi economici, fisici, sociali. Le chiese evangelicali presentano la chiesa cattolica come superata, pedofila, idolatrica... E pensavano di eliminarla in fretta. Ma la chiesa cattolica sta resistendo più di quanto pensassero; e questo sta provocando una loro crociata. Le chiese evangelicali del Brasile e degli Stati Uniti hanno approfittato della campagna delle elezioni per denigrire vescovi e fedeli cattolici; e hanno investito molto, economicamente, in Bolsonaro..., che si è fatto battezzare.

3. Le Fake News. Le Fake News son state le protagoniste della campagna elettorale. Per capire: Haddad è ricorso alla “maldicenza” che è mettere in mostra le magagne dell’avversario; Bolsonaro è ricorso alle Fake News, cioè alle “calunnie”, accusando falsamente l’avversario nelle reti sociali delle cose più vergognose.

4. Il partito dei lavoratori (PT). Il PT è stato scelto come “capro espiatorio”, per spiegare al popolo brasilano perché il paese è sceso così in basso. Il PT ha donato al paese i 14 anni migliori della sua storia. Ha commesso il peccato di volersi perpetuare al governo, anche cedendo alla corruzione (ma nella classifica dei partiti più corrotti è al 7º posto). Ma c’è stata la demonizzazione del PT, anche presentato come retrogrado comunista. L’avversione al PT è stato forse il principale motivo dell’ascesa di Bolsonaro.

5. Le élites brasiliane. Le élites - latifondisti, politici, militari, industriali, banchieri e padroni dei MCS – fin dal tempo del colonialismo, nutrono disprezzo e perfino odio verso i poveri. Le elites oggi accettano di essere soci subalterni dell’impero neoliberale. Le élites hanno appoggiato in pieno Bolsonaro.

6. I media. Grande elettore del presidente, nel passato, era Roberto Marinho, padrone della Globo TV. Attualmente c’è una rete che sta crescendo: è la Record del ‘vescovo’ Edir Macedo, fondatore della Igreja Universal e di un impero economico. C’è stata l’alleanza Bolsonaro-Macedo, sfidando la Globo che però non ha reagito (deve aver ritenuto lo scontro pericoloso, con vittoria incerta). Gli altri MCS, con parvenza di imparzialità, hanno però favorito Bolsonaro.

7. La crisi. La storia di ogni popolo non è rettilinea, ma a curve. Però chi ha conosciuto anni di curva alta (e di esaltazione nazionalista), si sente tradito quando arriva una curva bassa, una crisi. Il Brasile sta passando per una svalorizzazione nazionale e internazionale. Specialmente nei giovani questo produce frustrazione, perfino una volontà di omicidio e suicidio. È rabbia contro tutti, perfino contro se stessi.

8. La Lava Jato. Quattro anni e mezzo fa è iniziata la “Lava Jato”, una campagna contro la corruzione, simile all’italiana Mani Pulite (i brasiliani dicono però che gli italiani non hanno avuto il coraggio di andare fino in fondo). Ma qui il paese da quattro anni assiste ogni giorno a arresti (selettivi), privatizzazioni, accuse e smentite, supremazia del giudiziario e delle forze armate... Bolsonaro è di un partito nuovo (perciò senza casi di corruzione) e giura che sbaraglierà il PT, corifeo della corruzione.

9. Il clima dittatoriale. C’è la tentazione della dittatura militare o della violenza estrema come scorciatoia per vincere i mali. Bolsonaro, di estrazione militare, s’è proposto di fare 30 mila morti come lezione (anche se “moriranno alcuni innocenti”); e di portare i neri (“la negrata”) nella “ponta da praia”, centro di tortura. È il castiga-matti (??!). Purtroppo i dittatori e torturatori brasiliani dei 20 anni di dittatura (1964-84) non sono stati giudicati e condannati (come invece furono i cileni e gli argentini). Troppi militari sono stati eletti in queste elezioni.

10. Il psicologia del branco. Bolsonaro s’è presentato per quello che è. Perché ha ottenuto tanti voti? Anche domandiamo: come ha potuto il popolo tedesco eleggere Hitler? La risposta sta nella psicologia del branco.  Bolsonaro è un eterno adolescente, leader del branco nazi-fascista.

Ci dicono gli psicanalisti che quando gli individui si muovono come un gruppo, l’intelligenza media è pari a quella del meno intelligente tra di essi, il leader, che reagisce ed agisce basandosi sulla forza fisica e non sull’abilità intellettiva. Ci si adegua al “meno intelligente”.  Questo spiega tante elezioni deludenti, indegne.

 

Arnaldo De Vidi

 

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