Koinonia Ottobre 2018


Associazione Viandanti

 

MOZIONE DI INDIRIZZO PER IL QUINQUENNIO 2018-2023

 

1. L’associazione Viandanti è nata, nel 2010, in un contesto di grande disagio nel quale la comunità ecclesiale appariva richiudersi in se stessa e attardarsi su strategie per molti aspetti estranee o contrapposte allo spirito conciliare. Essa è nata per Fare rete, rompere il silenzio, superare il disagio (come recita il motto scelto per il Seminario costitutivo), per promuovere e sostenere la formazione e l’impegno di un laicato adulto. Ispirandosi al Concilio Vaticano II si pone come soggetto autonomo e responsabile, in dialogo fraterno con le altre componenti della comunità cristiana.

2. Nel corso di questi anni il contesto è profondamente modificato, in particolare con l’elezione di papa Francesco. Il pontificato Bergoglio sta dando risposta a molte delle speranze di cambiamento, di riforma che sembravano difficili se non impossibili da realizzare. Una bella stagione della vita ecclesiale che però sta facendo emergere non pochi elementi di preoccupazione.

Da un lato, l’attività riformatrice di Francesco sta incontrando serie opposizioni con profonde divisioni, quasi una resa dei conti tra conservatori e novatori, che ha assunto modalità spesso subdole, fondate anche sulla menzogna e l’intrigo.

Dall’altro, l’emergere dello scandalo della pedofilia che tocca il clero in molte Chiese locali, che “per molto tempo è stato ignorato, nascosto o messo a tacere”, che si è cercato di risolvere “con decisioni che ne hanno accresciuto la gravità” (Francesco, Lettera al Popolo di Dio).

3. Di fronte a questa difficile situazione può farsi largo la tentazione dell’abbandono dell’impegno, forte di due motivazioni contrastanti.

L’impotenza di fronte, ad una Chiesa in crisi, travolta da scandali, da contrasti laceranti che sembra perdere sempre più credibilità. 

Il pensare che l’azione e la ventata di novità portata da papa Francesco abbia dissolto le preoccupazioni che motivavano il disagio degli anni precedenti, facendo così spazio ad un’attesa fiduciosa e ad un certo calo di impegno e di tensione partecipativa e propositiva.

Viandanti ritiene di mantenere intatto il proprio impegno e la volontà di contribuire, anche se marginalmente, alla riforma della Chiesa che si sta delineando con il magistero di papa Francesco, che ci ricorda i principi dell’amore e della misericordia.

4. A questo proposito si ritiene opportuno richiamare, adeguandole alla situazione attuale e specificandole ulteriormente, le priorità indicate nella “Lettera alla Chiesa che è in Italia”, inviata a tutti i vescovi nel 2013, proprio a pochi giorni dall’elezione di Francesco a Vescovo di Roma.

a) Coltivare con decisione il primato della Parola per riscoprire nel suo incarnarsi storico il senso di ciò che veramente è, crede e spera la comunità dei credenti. Vivere in questa prospettiva il mistero della ecclesia semper reformanda.

 

b) Sostenere, nello spirito del Concilio, la volontà di riforma della Chiesa e l’opera di Francesco, soprattutto per suscitare e sostenere nuove forme ed esperienze di Chiesa: di una Chiesa in cammino, una comunione di piccole comunità, aperte al mondo e tra loro solidali.

 

c) Aprirsi alle grandi questioni del mondo contemporaneo (pace, giustizia, ambiente, sessualità, inizio e fine vita, mutamento antropologico, ecc.), affrontandole con coraggio, aperti a nuove modalità di approccio e soluzioni come sembra imporci il “cambiamento d’epoca” che si prospetta davanti a noi. In particolare, nell’immediato, prestare attenzione e fornire apporti di prospettiva al dibattito sul futuro dell’Europa, che richiede anche ai cristiani di reagire contro i pericoli che stanno correndo i sistemi democratici.

 

d) Difendere ad oltranza, a fronte di una crescente violenza e di derive autoritarie, il valore irrinunciabile della persona, la sua integrità, i diritti di tutti a partire dagli ultimi, dai diversi e dagli esclusi.

 

e) Promuovere iniziative diverse (informative, di studio, di sperimentazione) tese a:

- riconoscere la piena dignità e responsabilità ecclesiali delle donne e valorizzarne la posizione e l’autorità in una Chiesa nella quale manca ancora la loro voce; - sostenere e diffondere le forme più coraggiose di ministerialità femminile, a partire dalla restaurazione del diaconato femminile; - riflettere su ruolo, formazione, disciplina celibataria dei presbiteri; - approfondire la possibilità di ordinare uomini sposati di una certa età e di provata fede (viri probati).

f) Operare per il superamento della visione conciliare della “indole secolare” dei laici e il limite dei “compiti specifici” assegnati al laicato (cfr. L’animazione cristiana delle realtà temporali in GS 4) per recuperare la piena dignità battesimale e iniziativa ecclesiali di ogni “christifidelis”.

g) Affrontare, alla luce della Parola ascoltata e testimoniata, il problema della trasmissione della fede o, meglio, dell’annuncio, proclamato e ricevuto, di Gesù Cristo morto e risorto. Nella crisi attuale della comunità ecclesiale puntare su: l’offerta del Vangelo nella sua nudità; la vita di piccole comunità che lo incarnino in modo visibile e leggibile; il rafforzamento dell’impegno ecumenico per superare lo scandalo della divisone dell’unica Chiesa di Cristo; l’ascolto dei non credenti e l’attenzione al loro vissuto; la comune ricerca di forme espressive della fede più conformi alla sensibilità contemporanea.

h) Interrogarsi sulla difficoltà di incontrare i giovani. Prendere atto sia della loro estraneità anagrafica alla memoria conciliare come alla vita e alla stessa fede della Chiesa, percepita lontana dalle loro attese - nonostante l’impegno di molti in attività attente all’altro e ai suoi bisogni -, tenendo conto del rischio che vengano catturati da stimoli (anche tecnologici) ed emozionali che li rendono indifferenti ai valori.

5. Affinché l’Associazione e la Rete possano avere un’azione più incisiva nella realtà ecclesiale italiana si prospetta la realizzazione, nel prossimo quinquennio dei seguenti obiettivi:

organizzare seminari di formazione per soci, membri dei Gruppi della Rete, simpatizzanti, con una visione storica sui problemi al fine di sostenere la preparazione di un laicato attivo, costruttivamente critico e responsabile;

sostenere i Gruppi della Rete perché possano “contare” di più nell’Associazione e siano in grado di dialogare con l’ambiente circostante (parrocchia, diocesi, ecc.); a questo scopo dare vita a momenti di scambio e di confronto a livello territoriale (“Festival della Rete”);

avviare, nell’ambito della Chiesa italiana, relazioni con le altre realtà laicali in vista dell’organizzazione di eventuali “Stati generali del laicato italiano”, come spazio libero di confronto.

 

Mozione approvata all’unanimità dalla III Assemblea ordinaria dei Soci riunita a Parma il 22 settembre 2018.

 

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