Koinonia Ottobre 2018


IL ’68 DELLA COMUNITà DELL’ISOLOTTO

 

I rapporti con il vescovo diventano sempre più aspri, sino a quando, sulla base dell’intervento di Don Enzo Mazzi al seminario di aggiornamento biblico-teologico del clero tenutosi l’8 gennaio 1968, si porrà inizio ad una definitiva rottura che nel giugno 1968 - senza preventiva comunicazione scritta da parte della Curia -–, vedrà Don Enzo Mazzi - in attesa di cresimare un gruppo di ragazzi -, rifiutato in udienza dal Vescovo, in quanto sub judice - sotto giudizio. L’occasione del Vescovo per la definitiva rimozione del sacerdote Don Enzo Mazzi avviene il 22 settembre 1968, quando - intervenuta la polizia per sgomberare il Duomo di Parma occupato dai fedeli che protestavano contro la decisione vescovile di trasferire la Chiesa in altra sede -, Don Enzo Mazzi - assieme ai parroci della Casella e di Vingone -, sottoscrisse una lettera di solidarietà agli occupanti: il 30 settembre l’arcivescovo Florit mandò a Don Mazzi un ultimatum, una lettera nella quale si intimava «o sei disposto a ritrattare pubblicamente un atteggiamento così offensivo verso l’autorità della Chiesa» oppure «intendi dimetterti dall’ufficio di parroco»; il 7 ottobre don Sergio Gomiti - parroco della Casella -–, inviò al vescovo una lettera di solidarietà nei confronti di Don Enzo Mazzi, assumendosi la corresponsabilità dei fatti, e similare scritto inviò Don Bruno Borghi - in quel momento parroco di Quintole. L’8 ottobre il Vescovo, in conclusione della risposta a Don Sergio Gomiti, resta in attesa della ritrattazione. L’autoritarismo del Vescovo su Don Mazzi, portò la Comunità ad organizzare un’assemblea, che si poneva l’interrogativo «la condanna del Vescovo riguarda solo Don Mazzi?»: ricevuta anche una lettera di solidarietà sottoscritta da 93 sacerdoti diocesani, il 31 ottobre 1968, con un’ampia partecipazione - quasi 10.000 persone dentro e fuori la Chiesa -, l’Assemblea redasse un verbale in cui si affermava la «decisa opposizione verso qualsiasi ritrattazione». Il 3 dicembre 1968, il Vescovo - a mezzo del Vicario Urbano Bruno Panerai -,  inviò il «decreto di rimozione», che impose a Don Enzo Mazzi la sospensione del ministero parrocchiale, affidandolo temporaneamente allo stesso Vicario Bruno Panerai. Grazie alla rimozione che coinvolse anche Don Sergio Gomiti e Don Paolo Caciolli - rimozione che in un tentativo di riappacificazione vide anche l’intervento epistolare di papa Paolo VI -, prenderà vita la Comunità di base dell’Isolotto, che dall’anno successivo celebrerà fuori dall’edificio ecclesiastico - nella Piazza dell’Isolotto -, la sua funzione.

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