Koinonia Maggio 2018


“Saranno tutti ammaestrati da Dio”

 

Non sarà mai troppo sottolineare il salto qualitativo che l’ecclesiologia de lConcilio Vaticano II compie lasciando la concezione «piramidale» ecclesiastica in favore di una netta scelta, sia pur debolissima nei termini e nell’enunziato, per una ecclesiologia più a carattere pneumatologico. Su questa strada dello Spirito del Signore Risorto noi ignoriamo quali potranno essere i futuri sviluppi della ecclesiologia, particolarmente nei riguardi di una teologia dei ministeri.

Può essere certo però che l’ecclesiologia di domani supererà il condizionamento del giuridicismo ecclesiastico. È chiaro che questo rinnovamento richiede un processo intimo di “conversione” al primato della Parola-evento: alla Eucaristia, mistero di morte e di risurrezione, da cui nasce la Chiesa. Ogni altra via che si misurerà con criteri sociologici non è quella della conversione o della “metanoia” alla Parola.

Se la nuova ecclesiologia (…) consiste nel rapporto tra Parola di Dio e Chiesa – Parola che si matura a livello di Popolo di Dio, di Chiesa-corpo di Cristo nel ricupero del sacerdozio regale che ripropone un discorso nuovo sulla teologia dei ministeri nel Nuovo Testamento e quindi nella Chiesa - ci si può domandare se questo aspetto non debba riflettersi anche nella legislazione ecclesiastica, di modo che essa debba dare molto più spazio allo Pneuma che alla Lex; più spazio alla “esperienza spirituale” [cfr Dei Verbum n. 8] che alla obbligazione legalista e moralistica, e se non debba riconoscere infine l’importanza della “coscienza” [cfr Dignitatis Humanae n. 3] come si matura nel Nuovo Testamento, al di sopra di ogni legge umana, compresa l’ecclesiastica, in cui, secondo la prospettiva dei profeti, “saranno tutti ammaestrati da Dio”, testo richiamato da Gesù come “segno” del suo tempo.

 

Benedetto Calati

Da Sapienza monastica,

(Studia Anselmiana, Roma 1994, p. 200)

.