Koinonia Maggio 2018


LO SLANCIO FINALE DELLA LETTERA AI GALATI  (6,11-18)

 

11Vedete con che grossi caratteri vi scrivo, di mia mano. 12Quelli che vogliono fare bella figura nella carne, vi costringono a farvi circoncidere, solo per non essere perseguitati a causa della croce di Cristo. 13Infatti neanche gli stessi circoncisi osservano la Legge, ma vogliono la vostra circoncisione per trarre vanto dalla vostra carne. 14Quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo. 15Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l’essere nuova creatura. 16E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come su tutto l’Israele di Dio. 17D’ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: io porto le stigmate di Gesù sul mio corpo.18La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro spirito, fratelli. Amen.

 

Al termine della lettera, a testimoniare l’importanza che egli le ascriveva, il coinvolgimento diretto di Paolo nella sua redazione diviene anche materialmente grafico. E il testo si conclude riaffermando quanto sin dall’inizio era stato aspramente asserito da Paolo. Solo degli individui non evangelici, che rifiutano la logica di donazione propria della croce di Cristo, possono pretendere la circoncisione dei galati.

 

L’Apostolo esprime con parole inequivocabili il senso profondo e intenso della sua missione, anzi della sua vita. Per un autentico servitore del Vangelo non esiste alcuna gloria maggiore di quella della croce del Signore Gesù Cristo. E Paolo si esprime non in termini dottrinali, ma come testimone e proclamatore dell’evento centrale della storia della salvezza, l’atto di libertà (cfr. 5,1) che ha messo fine alla schiavitù della Torah, alla supremazia del male.

 

“La situazione del mondo è radicalmente cambiata, meglio rinnovata; il vecchio mondo, in cui contava la circoncisione a discapito dell’incirconcisione, quella privilegio e questa handicap, è crollato e ne è sorto’ uno nuovo in cui conta l’«essere in Cristo», l’esistere cioè nel la sua sfera d’influsso spirituale [...]. La fine del mondo non è un dato oggettivo esterno, bensì una realtà che tocca la relazione del soggetto con il vecchio mondo; tra i due non c’è più alcun rapporto; il vecchio non è proprietà dell’io” (G.BARBAGLIO)

 

Questo rinnovamento strutturale, cioè esistenziale non potrà che far scendere - auspica Paolo - ogni armonia relazionale su quanti lo realizzeranno in sé. Di tale novero fa parte non Israele in senso storico-etnico, ma l’intero Israele che sia davvero appartenente a Dio. Le ultime parole sanciscono anche la coscienza paolina dell’elevatezza del suo rapporto con il Dio di Gesù Cristo. L’Apostolo sa bene quanto gli è costata, in termini personali anche fisici, la coerenza al Vangelo di Gesù. I vv. 11 e 17 possono essere accostati: quest’ultimo sottolinea fino a quale punto Paolo si sentisse raggiunto nel suo ministero dalla sofferenza causata alla chiesa intera, corpo di Cristo, dagli sconvolgimenti galati. Le stigmate, termine che di solito indicava il tatuaggio relativo all’appartenenza di uno schiavo a questo o a quel padrone, alludono certamente alle cicatrici rimaste a seguito dei colpi e delle ferite ricevute durante la sua missione evangelizzatrice Le considerazioni presentate in quest’ultimo cap. 6 hanno più di un significato assai rilevante. Forse quello più importante da tener presente è la necessità di non dare per scontata la grazia divina, quasi che il Dio di Gesù Cristo non fosse fedelmente buono, ma compiacente verso qualsiasi atteggiamento e comportamento umano. L’auspicio «esplosivo» del v.14 appare la congiunzione tra la teologia della giustificazione per la sola fede, lungamente delineata nel corso della lettera, e la teologia della folle stoltezza della croce. Una congiunzione anche in termini di presa di distanza, rispettivamente, da una sapienza umana che crede di spiegarsi tutto e tutti e da un fare umano impegnato a costruire la torre di Babele.

 

Il crollo di vecchi valori datori di morte vede tre crocifissioni in relazione organica tra loro: quella di Cristo, quella di Paolo e quella del mondo. E la locuzione l’Israele di Dio racchiude tutti i giudei che, come i galati, strutturalmente provenienti dal paganesimo, vivono secondo il criterio esistenziale della nuova creatura. L’Israele di Dio è, quindi, «un’entità religiosa, escatologica, universale, che in parte supera quantitativamente e qualitativamente l’insieme dei credenti in Cristo, abolendo tra di essi ogni differenza di razza, di condizione sociale e di situazione personale, e in parte si identifica con essi, che “hanno camminato, camminano e cammineranno secondo la norma della fede”».

 

D’altro canto la stessa fede a cui Paolo continua sin alla fine a far riferimento non è un’opinione religiosa o una forma di sentimentalismo. I galati «fino a quando rimangono sotto il giudizio divino, devono essere obbedienti nell’amore e fedeli al servizio verso tutti, dentro e fuori la chiesa, e verificare in tal modo la propria vocazione».

 

Comunque il v. 15 - reiterazione modificata di 5,6 - sottolinea che cosa sia veramente importante, oltre le pur rilevantissime polemiche sulla circoncisione e la fede, la Torah e la grazia: il manifestarsi visibile di donne e uomini nelle loro azioni e nei loro atteggiamenti «sia grazie alla fede attiva mediante l’amore (5,6), sia tramite la nuova creazione (6,15): due facce della stessa moneta. Questa è la caratteristica di chi vive la libertà cristiana» (E. TAMEZ). Costoro sono tutti individui a cui Paolo (v. 16) augura ogni sintesi di bellezza, armonia e bontà possibile, ossia la pace ebraicamente intesa, e la partecipazione intima di Dio alle vicende umane, la quale «non può essere concepita solo come compassione di Dio per l’uomo, ma soprattutto come intima sicurezza basata nella fedeltà di Dio che nel Cristo ha stabilito un patto d’amore per noi e per tutta l’umanità» (A.M. BUSCEMI).

 

Ernesto Borghi

In Credere alla libertà dell’amore, Claudiana 2009, pp. 94-97

 

 

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