Koinonia Settembre 2017


BELLO MA IMPOSSIBILE

 

Sono una persona “piccola” di modesta cultura, che sa poco di politica interna, figuriamoci estera, ma mi lascio consigliare spesso dal buon senso. Guardiamoci intorno: terrorismo, devastazioni, bombe, kamikaze, persone normali così impaurite che sono capaci, nella fuga da uno stadio, di uccidere, perché qualcuno ha gridato “bomba”. Ci stiamo immergendo in un mare che piano piano ci farà affogare tutti o ci lascerà sparuti naufraghi su qualche isolotto lontano dalla civiltà, dalla cultura, dalle nostre tradizioni più sacre.

Signore da chi andremo? Non posso suggerire soluzioni, non sono all”altezza. Ma gli stessi politici oggi non sempre mi sembrano all”altezza della situazione, che è oggettivamente difficile e globalizzata, forse non sanno dove andare a parare. Fanno dei proclami, sono commossi ad ogni strage, ma reagiscono sempre e solo a parole. Le nazioni che in questo momento regolano il mondo, USA, Russia, Cina, Francia, Germania riempiono le nostre vite di parole inconcludenti.

Nascondono i loro interessi o la loro impotenza? Forse entrambe le cose. Abbiamo messo la mano in un nido di vespe e lo abbiamo quasi distrutto del tutto. Cosa ne abbiamo ricavato? Una mano insanguinata da punture micidiali di vespe che, come impazzite si rivoltano contro di noi con attentati, distruzioni e stragi di persone inermi. Basta. Come intitolava un vecchio film direi “tutti a casa” via eserciti, via aerei e navi, basta combattere. Riportiamo tutti a casa e vediamo cosa succede. Davvero possiamo continuare a vivere nel terrore per salvaguardare gli interessi economici delle grandi potenze? Stiamo ipotecando il futuro delle prossime generazioni. E questo riguarda tutti, ricchi e poveri. Sicuramente si risparmierebbero le spese enormi della guerra e anzi potremmo aiutare la ricostruzione e fare piani di sviluppo per quei territori martirizzati. Potrebbero rientrare gli esuli e noi ci occuperemmo con più realismo degli immigrati che hanno il diritto di fuggire dalla guerra e dalla fame. Sembra utopia e forse lo è. Ma la storia (Corea) ci insegna che a volte quando la mano nel vespaio non regge più per il dolore, allora è giusto ritirarla.

 

Luciana Tomassi

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