Koinonia Giugno 2017


La voce di Frei Betto

 

IL PAPA FRANCESCO DI FRONTE ALL’OPPOSIZIONE

 

L’opposizione intraecclesiastica al Papa Francesco è ogni volta più accanita. Il cardinale Robert Sarah, prefetto della congregazione del culto divino, responsabile della vita liturgica nella chiesa cattolica, attaccò apertamente l’anno scorso il rito della messa adottato dal Concilio Vaticano II. In una lettera inviata ad un incontro liturgico che difende la restaurazione della messa tridentina (redatta in latino e con il celebrante di spalle ai fedeli), il prefetto del culto divino criticò il rituale vigente nella messa: “Non possiamo chiudere gli occhi davanti ai disastri, le devastazioni e le guerre che hanno causato i promotori moderni di una liturgia viva al rimodellare della liturgia della chiesa in accordo con le sue idee”.

Il cardinale africano non si rende conto che le tradizioni nate dal concilio di Trento (1545-1563) rappresentarono anche i quell’epoca innovazioni nella liturgia cattolica, molte delle quali si allontanarono dei riti iniziali della chiesa. In modo non molto sottile, il cardinale Sarah attacca il Papa Francesco affermando  nella lettera che “molti credono e dichiarano ad alta voce che il Concilio Vaticano II produsse una vera primavera nella chiesa (…) in realtà, un numero ogni volta maggiore di capi ecclesiastici considerano che questa primavera è un rifiuto, una rinuncia alla sua eredità millenaria”. Secondo lui, esiste una “tendenza sacrilega” nella chiesa dopo il Vaticano II. L’impiego dell’ espressione “primavera”  non fu casuale. È stata utilizzata per definire il clima nella chiesa dopo l’elezione di Francesco.

L’attuale pontefice è amato da molti, ma non da tutti, principalmente i conservatori, che si muovono al fine di indebolire l’autorità papale. Il fatto più importante a scopo mediatico accadde a Roma, il febbraio scorso, quando nelle strade vicine al vaticano apparvero manifesti anonimi con critiche a Francesco.

Nei manifesti c’era una foto del Papa con un’espressione particolarmente rabbuiata e accigliata. “Francesco, hai commissariato Congregazioni, rimosso sacerdoti, decapitato l’Ordine di Malta e i Francescani dell’Immacolata, ignorato Cardinali...  Dov’è la tua misericordia?” diceva il testo, coperto ore dopo dalla prefettura di Roma con l’iscrizione “Affissione abusiva”.

Negli stessi giorni, alcuni cardinali di Roma ricevettero una versione apocrifa dell’Osservatore Romano, il quotidiano del Vaticano. Nella prima pagina appariva una lista di domande al papa fatte dai cardinali conservatori, e la risposta era sempre sic et non (si e no).

Francesco è seccato. Eletto nel marzo del 2013, dopo una serie di scandali che avevano danneggiato l’immagine della chiesa e indotto a rinunciare papa Benedetto XVI, il nuovo papa adottò misure drastiche: realizzare una riforma dello IOR, sanzionare i corrotti della curia romana e i pedofili, creare una apertura relativa alle questioni di genere e sessualità, criticare il capitalismo ecc.. Ai tradizionalisti risulta inaccettabile che il papa ammetta che i divorziati che tornano a sposarsi possano ricevere i sacramenti, e non ammettono che gli omosessuali siano accolti nella chiesa.

“Il Papa è il vicario di Cristo in terra, però non è Cristo. Può sbagliare, peccare ed essere corretto. Non concordo con il suo modo di governare.  La chiesa oggi è immersa nella confusione e nel disorientamento: i fedeli hanno bisogno di certezze, però non riescono ad averle. Corriamo il rischio di una scissione”, afferma Roberto de Mattei, presidente della fondazione Lepanto, che sostiene  “la difesa dei principi e delle istituzioni della civilizzazione cristiana”.

Si sospetta che i seguaci di de Mattei fossero coloro che divulgarono i manifesti offensivi su Papa Francesco. Lui si difende: “Non so chi sono gli autori, ma non siamo stati noi. A Roma si percepisce un clima di paura tipico dei regimi totalitari. Siamo in presenza di una monarchia assoluta che usa la collaborazione di cardinali e vescovi, ma gli dà poca autonomia. Al papa piace molto nominare inviati speciali per molti affari e così poter essere sempre lui a decidere alla fine”, ha dichiarato de Mattei.

Lo storico Massimo Faggioli, professore di teologia della Villanova University, pensa che sia possibile identificare tre tipi di opposizione al papa: teologica, istituzionale e politica. “La teologia parte da alcuni settori della chiesa che credono che il papa sia troppo moderno in questioni come il matrimonio o la famiglia. È una piccola opposizione, che procede in maniera rispettosa”, afferma il professore.

In questa trincea spiccano quattro cardinali ultraconservatori: Walter Brandmüller e Joachim Meisner, dalla Germania; Carlo Caffarra, dall’Italia; e Raymond Burke, dagli Stati Uniti. Nel settembre del 2016 sollecitarono il papa con una lettera aperta a correggere “errori dottrinali” dell’ Esortazione Apostolica Amoris Laetitia, una guida per la vita in famiglia che predica l’accettazione da parte della chiesa dei comportamenti propri della società contemporanea.

Nell’opposizione istituzionale si trovano coloro che insistono nel mantenere lo status quo. “Alcuni cardinali hanno paura di perdere privilegi o di un cambio dei meccanismi per la nomina dei vescovi”, dice Faggioli. Lo storico considera che la maggiore opposizione a Francesco ha a che vedere con le sue attitudini politiche: “Il papa parla di vivere insieme, costruire ponti invece di muri. Sono questioni scomode per la politica globale attuale, perché contrastano con le idee della destra francese, italiana e americana. È come se fossero una minaccia. Il papa può lottare con le due prime opposizioni, ma la politica è la più difficile”, afferma.

La reazione contro il papa non si concentra solo in Italia ed Europa. Il giornalista italiano Nello Scavo, autore del libro “I nemici di Francesco”, dice che ci sono gruppi negli Stati Uniti impegnati nell’indebolire la leadership papale: “Ci sono finanzieri, fabbricanti di armi e multinazionali che vogliono che il papa perda potere. La sua retorica è molto anti-establishment. Ha affermato che la nostra economia uccide, ha condannato il capitalismo e ha cercato di farsi ascoltare riguardo a questioni ecologiche”, dice Scavo citando critiche a Francesco realizzate dal centro di studi conservatore American Enterprise Institute (AEI). Questo centro ha tra i suoi dirigenti vari antichi membri del governo Bush, tra loro l’ex vicepresidente Dick Cheney. “Cheney fa parte dell’AEI, è stato membro del consiglio di Lockheed Martin, il principale fabbricante di sistemi di difesa del mondo, e uno dei principali finanzieri dell’AEI è Halliburton”, afferma il giornalista, riferendosi alla multinazionale di servizi per l’esplorazione di petrolio.

Matteo Ciofi, giornalista dell’emittente cattolica canadese Salt and Light, dice che l’opposizione teologica è in realtà quella che meno deve preoccupare il papa. “Non è possibile che un cardinale africano e uno europeo abbiano la stessa visione sulla famiglia. È parte delle differenze culturali, è normale che ci siano critiche. Il problema dentro la chiesa si concentra in coloro che non vogliono perdere i loro privilegi”, dice.

Al Papa si applica quello che dice Maria al vecchio Simeone riferendosi a Gesù: “ [questo è] segnale che sarà contraddetto” (Luca 2, 34)

 

Frei Betto

(traduzione di Margherita Calamini)

.