Koinonia Maggio 2017


Don Milani Dottore della Chiesa?

 

Da Paolo Ferrari

 

Caro Alberto,

         il Priore Lorenzo Milani l’aveva profetizzato cinquanta anni fa, quando disse: Tutti saliranno a Barbiana, dall’ultimo custode della Scuola, al Ministro della Pubblica Istruzione.

Nessuno avrebbe mai immaginato che la sua profezia sarebbe andata oltre la sua stessa profezia. La cosa mi fa enormemente piacere, come lettore, e fruitore del pensiero milaniano.

Papa Francesco si ritirerà in privato, per pregare sulla tomba del Priore, al cimitero di Barbiana.  Questo gesto vale più di qualsiasi discorso celebrativo, o enciclica, sull’amore verso il prossimo.

Ricordiamoci che il suo prossimo era costituito dall’amore e dedizione verso i suoi ragazzi montanari, per farli diventare sovrani. Questa sovranità era, per lui, la conoscenza e l’uso della parola.

Questo evento accadrà a Barbiana, nel prossimo mese di Giugno 2017, e precisamente il 20, qualche giorno prima dei cinquantenario dalla morte del Priore avvenuta il 26 dello stesso mese nel 1967.

Ha lasciato un vuoto che difficilmente sarà colmabile. Fino ad ora tale è rimasto.

 

Paolo

 

 

“La storia si ripete sempre”

 

Sono le parole rivelative che Papa Francesco dice nel suo videomessaggio dedicato a Don Milani: come dire che le cose vanno sempre come è successo al prete di Barbiana, come erano andate per don Primo Mazzolari e continuano ad andare per tanti altri come loro. Il fatto che ora egli voglia andare a pregare sulla tomba di questi due preti sta a dire non solo omaggio, riconoscimento e “risarcimento”, ma suona anche di  incoraggiamento per quanti anche ai nostri giorni stanno vivendo vicende simili all’interno della chiesa.

Ed anche  quanto viene detto nel videomessaggio – che si può leggere di seguito – è più uno sguardo e un’apertura verso il futuro che tardiva celebrazione del passato. Non è insomma per dire “santi subito” e così sia; ma per dire che la via della santità rimane quella di chi come loro cerca di essere “testimone di Cristo e del suo vangelo”.

Quando il papa propone - come prospettiva per guardare la vita di don Lorenzo Milani - il suo “atto di abbandono alla Misericordia di Dio e alla maternità della Chiesa”, forse sta a dirci che questa misericordia e questa maternità sono state messe alla prova e si sono rivelate attraverso questi testimoni fedeli, “innamorati della chiesa anche se feriti”. Il richiamo a Pipetta è davvero emblematico e confortante: è invito a rimanere di sentinella al posto che ci è stato assegnato per consentire ad altri di avanzare e di cantare vittoria, contenti soltanto di tornare nel proprio tugurio a “pregare davanti al Signore crocifisso”. Là dove c’è da attingere e da apprendere la sapienza della croce! (ABS)

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