Koinonia Aprile 2017


Come “leggo” il vangelo da cantautore

 

Alcuni giorni fa mi ha telefonato Padre Alberto chiedendomi di scrivere qualcosa su quelle, tra le mie canzoni, che trattano temi di ispirazione evangelica.

La lettura dei Vangeli mi ha sempre intrigato sia sotto l’aspetto emotivo che sotto quello razionale.

La lettura della Passione di Nostro Signore, per esempio, mi ha sempre coinvolto emotivamente mentre altri racconti, come ad esempio quello della Samaritana mi hanno coinvolto di più sotto l’aspetto razionale. Entrambe queste componenti sono importanti per me, anche se tra le due vince quella emozionale. I temi che più mi hanno coinvolto sotto l’aspetto razionale e su cui ho cercato di entrare nel merito nella composizione dei testi sono:

la mancata risposta di Dio al problema del male nel mondo e la  kenosis

la progressiva presa di coscienza di Gesù della sua missione messianica

la tentazione del potere

la kenosis e la giustizia

la legittimazione del potere e le sue conseguenze

la progressiva rivelazione del volto di Dio

Di questo ho scritto nelle canzoni “NOSTRO PADRE”, “LA QUESTIONE DEL POTERE” e “LA CANANEA”. Altre canzoni come “MADDALENA”, “L’EMORROISSA”, “LA DONNA DI BETANIA”, “L’ADULTERA” mi hanno invece coinvolto sotto l’aspetto emotivo. In queste canzoni ho cercato di ricostruire, immaginandolo, il retroterra e la storia personale di questi personaggi ed il sentimento di partecipazione emotiva da cui si deve essere lasciato coinvolgere Gesù nel loro incontro.

In altre canzoni mi sono limitato a descrivere dei comportamenti di altri personaggi, compreso me stesso, e di quello che hanno voluto esprimere attraverso tali comportamenti.

Nella canzone “IO VIDI UN UOMO” ho voluto sottolineare quello che prima mi ha respinto e poi mi ha attratto del personaggio Gesù rispetto a come mi era stato presentato nel catechismo della mia infanzia e a come l’ho riscoperto attraverso la lettura del Vangelo.

In “IL SOGNO DI GIUDA” scrivo di come deve essere stato frainteso l’annuncio della Buona Novella, di come fosse incomprensibile da parte di Giuda ( e forse anche di una certa Chiesa attuale ) il senso della predicazione e del comportamento di Gesù e di quale voglia di strumentalizzazione ne fosse oggetto secondo i piani dello stesso Giuda.

Nella canzone “MESTIERE DURO” cerco a mio modo di interpretare il “Beati i poveri” del “Discorso della Montagna” e  parlo della maggior disponibilità dei poveri a seguire Gesù. 

 

Per arrivare al tema propostomi da Padre Alberto comincerei col descrivere la genesi della prima canzone che ho composto sul genere evangelico: Maddalena.

Ricordo che ero andato a vedere lo spettacolo teatrale “Jesus Christ Superstar” ed in quell’occasione mi sono chiesto quale potesse essere stata la ragione per cui Gesù avesse accettato di fare entrare nel suo entourage la Maddalena.

Secondo la tradizione cattolica quella donna veniva da una storia di prostituzione e quindi di non povertà. Che cosa, mi sono chiesto, può aver convinto Gesù a farla entrare nel suo gruppo? Poi mi sono messo a riflettere su come poteva essere stata la vita di una prostituta al tempo di Gesù.

Una società ipocrita e farisaica che ti condanna e ti emargina in modo inappellabile, l’incontro clandestino con uomini duri e violenti che usano il tuo corpo senza nessun rispetto, magari scaricando su di te il loro senso di colpa e di peccato inculcato dalla  religione. Insomma forse qualche soldo in più rispetto agli altri ma certamente con tanto amaro dentro. Questa donna, mi sono detto, deve aver incontrato sulla sua strada Gesù e deve aver visto in lui una persona buona e gentile che non trattava gli altri come oggetti da usare e che sapeva come fare per asciugare le loro lacrime. Insomma una persona che poteva anche trattare con tenerezza quell’umanità sconfitta e derelitta che lo circondava e lei a quella tenerezza non poteva rinunciare perché di tenerezza non ne aveva avuta mai. Per questo mi sono immaginato che si sia messa a seguire Gesù come facevano tanti e che questa sua presenza abbia trovato l’opposizione del gruppo degli apostoli che si preoccupavano delle male lingue che incominciavano a circolare. Mi sono immaginato che abbiano fatto dei tentativi per allontanarla ma che Gesù, venuto a conoscenza di questo, infischiandosene delle male lingue, li abbia affrontati con durezza: “Se mandate via lei vado via anch’io”, affermando in questo modo di anteporre gli ultimi a loro che si sentivano i privilegiati perché prescelti.

Questa canzone è stata per me una metafora del Regno di Dio, mi ha emozionato e   mi ha aperto una strada per le canzoni che sono seguite: entrare nel Vangelo e andare dentro ai racconti. Immaginare di dare una storia ed uno spessore alla vita dei protagonisti che li potesse introdurre alla naturale prosecuzione del racconto evangelico.

I Vangeli non dicono nulla o quasi della storia dei personaggi che descrivono, come se la loro vita precedente a quei fatti non avesse avuto rilevanza per la finalità del racconto.

Nulla si sa delle storie personali dell’adultera, della donna di Betania, della Cananea, dell’emorroissa ecc.

Io mi sono posto questa domanda: che cosa può essere scattato dentro a Gesù per far si che queste donne potessero intenerirlo e commuoverlo fino al punto di esaudire le loro suppliche.

A questa domanda ho cercato di dare una risposta basata su degli indizi riscontrabili all’interno dei Vangeli e che, anche se le storie sono immaginarie, potessero essere credibili sotto l’aspetto della coerenza con il personaggio Gesù.

 

Valter Vaioli

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