Koinonia Aprile 2017


ARAUCO SENTE UNA PENA

 

Arauco sente una pena,

che io non posso tacere,

sono ingiustizie di secoli

che tutti vedono fare,

nessuno vi ha rimediato,

potendovi rimediare.

Alzati, Huenchullán.

 

Un giorno viene da lontano

Huescufe?? conquistatore,

in cerca di montagne d’oro,

che l’indio non ha mai cercato,

all’indio basta l’oro

che riverbera dal sole.

Alzati, Curimón.

 

Allora il sangue scorre,

l’indio non sa cosa fare,

gli toglieranno la terra,

lui la dovrà salvare;

l’indio cade a terra morto

e lo straniero resta in piedi.

Alzati, Manquilef.

 

Dov’è andato Lautaro,

perduto nel cielo azzurro,

e l’anima di Galvarino,

se l’è presa il vento Sur,

perciò passano piangendo

le pelli del suo kultrun.

Alzati, dunque, Callfull.

 

È dal millequattrocento

che l’indio vive angosciato,

all’ombra della sua ruca,

si vede piagnucolare,

Totora di cinque secoli

non si potrà mai seccare.

Alzati, Callupán.

 

Arauco sente una pena

più nera del suo chamal;

non sono più gli spagnoli

quelli che lo fanno piangere,

oggi sono gli stessi cileni

a privarlo del suo pane.

Alzati, Pailahuán.

 

Ora ruggiscono le elezioni,

si ascoltano per non mollare,

ma il lamento dell’indio,

perché non viene ascoltato?

Benché risuoni nella tomba

la voce di Caupolicán

Alzati, Huenchullán

 

Violeta Parra

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