Koinonia Marzo 2017


PERSONAGGI E VICENDE a cura di Sara Rivedi Pasqui

 

Maria madre di Gesù

 

L’autore del libro su Maria che sto per presentare è Alberto Maggi. Nato ad Ancona nel 1945 e appartenente all’ordine dei Servi di Maria, ha studiato nelle Pontificie Facoltà Teologiche Marianum e Gregoriana e all’Ecole Biblique et Archèlogique Française di Gerusalemme. Dal 1995 dirige il Centro Studi Biblici Giovanni Vannucci a Montefano in provincia di Macerata e insieme al confratello Ricardo Perez Marquez è impegnato alla divulgazione degli studi biblici per mezzo di incontri, pubblicazioni e trasmissioni televisive. Collabora con la rivista Rocca e si deve al suo impegno la trasmissione La nuona notizia per Radio Vaticana.

Si cura anche della ricerca scientifica riguardante la Bibbia. Ha pubblicato numerosi  libri (19) tra i quali Roba da preti, Come leggere il Vangelo (e non perdere la fede), Parabole come pietre, Chi non muore si rivede (sette edizioni) e Nostra signora degli eretici.

Questo libro mi ha colpito in modo particolare perché, essendo una protestante, cercavo da tempo un saggio che mi disvelasse questa giovane donna per restituirmela creatura reale e dunque in tutta la sua semplicità, umiltà, ubbidienza. Non un idolo da adorare, ma una persona dalla bella e forte personalità. All’annuncio dell’angelo si dimostra stupita ma non timorosa, né esitante, si sottomette docile alla volontà del suo Signore, non teme l’opinione di amici, parenti, conoscenti, non cerca i suoi genitori per chiedere consiglio, ma immediatamente decide di mettersi in viaggio per raggiungere Elisabetta, la futura madre di Giovanni il Battista. Certamente non partirà sola, qualcuno l’accompagnerà, non è dato di saperlo.

I quattro Evangeli sono molto scarsi di notizie sui genitori di Maria, si conosce a fatica il nome: Anna e Gioacchino. La scrittrice ebrea Lowentall in uno dei suoi saggi descrive Maria come una giovane donna determinata, volitiva, coraggiosa. Essa accetta la volontà di Dio e da quel momento la sua vita sarà condizionata dal dolore, dall’angoscia, dall’intolleranza in quanto donna.

Alberto Maggi nella prefazione  del  libro dichiara  di aver tentato di vedere Maria con gli occhi degli abitanti di Nazaret del tempo, cioè con espressioni di disprezzo.

Nazaret a quel tempo era una piccola città i cui abitanti avevano fama di gente corrotta come la regione dove era situata cioè la Galilea e Maria inizia la sua esistenza di donna sposata proprio in questo luogo, fra i suoi abitanti rozzi e perversi, non bisogna dimenticare che essere donna era la condizione più infima e disprezzata. Con l’avvento del giudaismo, dopo l’esilio babilonese e la conseguente riforma religiosa, le donne perdono anche i pochi diritti acquisiti da tempo e così si afferma il maschilismo più assoluto e più retrivo. Una volta sposate appartengono al marito, possono essere comprate o vendute, non hanno diritto all’eredità né del padre né del marito e sono sempre viste come esseri impuri. Sono accusate di stregoneria e di idolatria e di essere la causa principale di ogni sciagura nazionale. Il marito ed il padre possono disporre delle loro donne perché il matrimonio non è un’istituzione religiosa o sociale, ma è un contratto stilato dalle due famiglie. Non c’è nessun legame sentimentale tra i due coniugi se non quello di serva a padrone, la moglie è necessaria solo per legittimare i figli che nasceranno.

Poco è scritto su Giuseppe e Maria, l’uomo scompare nel nulla, si sa che era carpentiere e dunque povero. Sulla scena resta Maria a bere fino in fondo il calice amaro del dolore, a stare in silenzio ai piedi della croce a cui è appeso il figlio. Tutta la breve vita di Gesù è segnata dalla povertà, dopo la nascita viene deposto in una mangiatoia, vanno ad omaggiarlo i pastori ritenuti dai bravi israeliti dei briganti, dei ladri e i Magi, messi al bando perché considerati amici dei demoni. Maria è assai stupita di questi personaggi scelti da Dio, insomma fin dalla nascita Gesù sta dalla pare degli ultimi e Maria non sa spiegarselo.

Dopo la nascita del bambino Giuseppe in sogno riceve l’ordine di fuggire in Egitto per metterlo al sicuro, ritorneranno e si stabiliranno a Nazaret ma la loro famiglia, la Sacra famiglia, è inquieta perché il figlio non pratica le regole patriarcali, l’autorità paterna non viene rispettata e la madre non riesce a capire questo figlio e dunque nella famiglia ci sono forti tensioni.
Gesù non ha ancora compiuto tredici anni quando sale a Gerusalemme con i suoi genitori per la festa di Pesah ed infatti è tradizione far partecipare i ragazzi dodicenni al pellegrinaggio affinché facciano l’esperienza in quanto al compimento dei tredici anni il rito è obbligatorio. Sulla via del ritorno Giuseppe e Maria ad un tratto si accorgono che Gesù non è con loro, lo ritroveranno in sinagoga a discutere con i Maestri della legge. Maria molto preoccupata lo rimprovera, al che il fanciullo si stupisce ricordandole che Giuseppe non è suo padre, egli non ha alcun obbligo verso di loro, è venuto per adempiere alla volontà del Padre suo! Ma Maria non capisce e soffre in silenzio, anche gli apostoli non capiranno sovente le parole del loro maestro.
Altro motivo di dolore per Maria è il celibato di Gesù che ha superato i trent’anni e non si è ancora sposato, il matrimonio presso gli ebrei è una delle virtù necessarie per raggiungere lo stato di santità, dunque è obbligatorio. Intanto Gesù lascia la famiglia, la città di Nazaret e inizia ad insegnare e predicare passando da una località all’altra e ricevendo ovunque lodi e consensi. Quando ritorna al suo paese per parlare nella sinagoga la gente accorre ad ascoltare certa che il potere romano stia per cadere e che Gesù, loro concittadino, riscatterà Israele e ridurrà i Romani in stato di schiavitù, ma Gesù ha solamente parole di misericordia e di perdono e così viene deriso dai suoi ascoltatori. Il Messia ormai viaggia accompagnato da un gruppo di uomini, i dodici discepoli, che Egli si è scelto e con alcune donne che provvedono al sostentamento del gruppo con grande scandalo degli israeliti che lo giudicano pazzo.

È tanto il dolore di Maria, sua madre, che decide di andare a cercarlo per riportarlo a casa, ma Gesù la disconosce con una frase lapidaria - «Chi è mia madre?» - e finalmente Maria comprende, ricorda il messaggio dell’angelo annunciatore (Luca 1, 20-33) e soprattutto la sensazione di fiducioso abbandono che quella notte l’aveva invasa. Da quel momento Maria diventa la fedele discepola di Gesù il Messia, non ritornerà a Nazaret con i suoi familiari ma resterà e seguirà il Figlio fino ai piedi della croce (Giovanni 19,25).

Gesù l’affiderà a Giovanni, il discepolo prediletto, affinché si prenda cura di lei, poi i quattro Evangeli non ci danno sue notizie, ma Maria non ha bisogno di andare, all’alba, al sepolcro con le altre donne, Lei sa che suo Figlio ascenderà al Padre suo e al Padre di tutti coloro che hanno creduto in lui quale Salvatore del mondo. Potenza della fede che illumina i cuori e le menti!
Nel Vangelo di Luca al capitolo 1 vers.45 Elisabetta esclama: «Beata è colei che ha creduto…» rivolgendosi a Maria e nel Vangelo di Giovanni capitolo 20 vers.29 Gesù afferma: «Beati quelli che pur non avendo visto crederanno». Maria ha creduto senza riferirsi ad apparizioni e miracoli, dunque è beata.

 

Sara Rivedi Pasqui

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