Koinonia Febbraio 2017
PERSONAGGI E VICENDE a cura di Sara Rivedi Pasqui
Chi è il fondatore della Croce Rossa
Henry Dunant nasce a Ginevra nel 1828, la sua famiglia appartiene all’alta società ginevrina, il padre è membro del Consiglio legislativo della Camera delle tutele e curatele, la madre Nancy discende da una famiglia di professori, pastori, giuristi. Henry è il primogenito, seguono due figlie e due figli. Cresce nell’atmosfera del Risveglio poiché la madre e la zia Sophie sono membri della Société Evangélique, la chiesa fondata nel 1831 dal pastore Louis Gaussen.
Cosa è il Risveglio ? È un movimento religioso che si rifà alla pura dottrina della Riforma, ma anche un programma di rinnovamento della vita del credente e Nancy, conformemente alla sua fede ed alla dottrina della nuova chiesa a cui appartiene , si dedica a sostenere materialmente e spiritualmente un certo numero di famiglie in difficoltà economiche. Spesso la donna porta con sé il piccolo Henry che ben presto apprende il significato di «diaconia» cioè amore per il prossimo e dono di sé. Non sarà un brillante allievo, ma per la formazione familiare la materia in cui eccellerà sarà la religione e soprattutto l’azione. Fin da giovanissimo è membro della Société d’Aumônes, si reca ogni domenica pomeriggio alla prigione dell’Eveché per intrattenere i detenuti con argomenti religiosi, conversazioni su varie tematiche, racconti di viaggi e di avventure.
Nasce
così
l’Union Chrétienne de Génève, un’associazione libera da legami
ecclesiastici, ma che accoglie giovani ripieni di fede in Gesù Cristo
e
desiderosi di lavorare all’avanzamento del Regno di Dio.
Verso il 1855 Dunant, dopo un lungo periodo fecondo ed estremamente
attivo,
subisce un cambiamento, un ripiegamento su se stesso, anche la sua
fede si
affievolisce. La causa di questa flessione va ricercata nei due viaggi
in
Algeria che mutano notevolmente i suoi interessi.
In qualità di agente della Compagnie Genevoise des Colonies Suisses de Sétif lavora con impegno cercando di conciliare la colonizzazione con l’evangelizzazione, ma ben presto Dunant imprenditore si rivela di tale imprudenza che non servirà a salvarlo dal fallimento avere cambiato la nazionalità ed essere diventato cittadino francese. In questi anni prende coscienza della brutalità della guerra e sente la necessità di ritornare a Ginevra; giunto in questa città si chiude in casa, e scrive Un souvenir de Solferino perché aveva visto con i propri occhi i feriti ed i morti abbandonati sul campo di battaglia.
Il
libro
avrà un gran successo europeo e mondiale. La prima parte descrive la
battaglia, mentre nella seconda parte l’autore indugia a descrivere la
carneficina, questo campo di battaglia con morti e feriti abbandonati
a se
stessi senza ricevere alcun soccorso. Henry acquista rispetto,
riconoscenza e fama.
Per la prima volta gli orrori descritti da Dunant sollecitano i
lettori “a
prevenire o almeno a mitigare le sofferenze dei soldati” e così
sorgeranno le
Società di soccorso ai militari feriti e la Convenzione di Ginevra. Il
libretto
viene letto da un giovane avvocato, Gustave Moynier, che dopo un
colloquio
avuto con Dunant si dedica completamente alla realizzazione della
Croce Rossa
con lo scopo di soccorrere i soldati feriti e riconoscere la totale
neutralità
dei soccorritori perché sovente questi ultimi abbandonano feriti e
moribondi
per non essere fatti prigionieri essi stessi. L’esigenza della
neutralizzazione
viene accolta dalla Commissione, ma non posta ai voti e così Dunant
senza
consultare i membri del Comitato compone la circolare, la firma e la
diffonde
pur sapendo di rischiare molto, ma durante la conferenza proprio la
neutralizzazione del personale sanitario viene votata all’unanimità,
viene
scelto un segno distintivo per tutte le organizzazioni
volontarie: una croce
rossa in campo bianco.
Henry Dunant riesce a concretizzare e realizzare un’impresa quasi
impossibile
perché ha come compagni degli uomini straordinari, determinati e
ostinati come
il dottor Appia e così diventa una delle glorie nazionali della
Svizzera e
soprattutto di Ginevra. Tuttavia è un uomo dalla vita travagliata e
tormentata
perché è un velleitario e un visionario, anche se per tutta la
vita resterà un
filantropo.
Nell’agosto del 1867 si apre a Parigi l’Exposition Universelle
e
contemporaneamente si svolge la prima Conferenza internazionale delle
Società
di soccorso ai feriti in guerra. Dunant riceve lode ed onori, numerosi
sovrani
in visita esprimono il desiderio di incontrarlo ed infine riceve una
medaglia
d’oro, ma dal giorno precedente non è più membro del comitato
internazionale
perché le Crédit Genevoise è fallito ed i suoi amministratori
sono stati
denunciati, Dunant è uno di loro e da quel momento egli tenterà invano
di
cancellare una macchia indelebile, lascerà Parigi per ritornare in
Svizzera e
tentare di nuovo la fortuna, ma purtroppo perderà tutto ciò che
possiede.
Passano gli anni, Dunant scivola in una psicosi maniaco-depressiva, decide di restare in Svizzera e si stabilisce nella cittadina di Heiden, piccola località vicina al lago di Costanza e qui dimorerà per 18 anni presso l’ospedale distrettuale della città diretto dal dottor Althen. La sua famiglia non lo abbandona, riceve lettere e varie visite dal nipote Maurice. Durante il soggiorno di Heiden inizia a scrivere le sue Mémoires che vengono ritrovate nel 1970 nel granaio di casa Dunant (121 grandi quaderni manoscritti).
Il compagno che a suo tempo dette un forte contributo organizzativo per la creazione della Croce Rossa resta certamente Gustave Moynier, ma con il crollo del Crédit Genevoise l’amicizia si spezza e l’amico si trasforma in rivale e giudice; così Dunat si rifugia nell’eremitaggio di Heiden ed il suo ricordo con il passare del tempo si affievolisce, ma nel 1901 gli viene conferito il premio Nobel per la pace che costituisce il più alto riconoscimento della sua opera.
Sara Rivedi Pasqui