Koinonia Febbraio 2017


Prefazione di Mons.Luigi Bettazzi al libro di G.Codrignani

 

 “TACETE! MA DAVVERO?

SE LE DONNE POTESSERO PREDICARE”*

 

Conosco Giancarla Codrignani dai tempi della Fuci (Federazione universitaria cattolica italiana), da cui laureandosi stava uscendo mentre io stavo entrando come Assistente. Ho sempre seguito i suoi articoli sull’Avvenire d’Italia fino alla trasformazione del quotidiano in organo della Cei con la testata Avvenire. Sapevo delle sue capacità nell’insegnamento e l’ebbi come membro di Pax Christi, Movimento cattolico internazionale per la pace, quando mi si affidò la Presidenza della sezione italiana e, più tardi, quella dell’intero movimento internazionale. Sempre attenta ai problemi politici e sociali, anche a quelli internazionali, la Codrignani ha accompagnato il cammino della Chiesa nello sviluppo del Concilio Vaticano II, impegnata in particolare (diresse anche il periodico dell’Azione Cattolica femminile “il nostro impegno”) nel far riconoscere la funzione della donna, tradizionalmente minorata nella società civile ed in quella ecclesiale. Fu poi eletta al Parlamento nel gruppo della Sinistra Indipendente e per tre legislature diede il suo contributo sui problemi internazionali e della difesa. Questa scelta ovviamente contribuì a crearle diffidenza e censura, come era già successo a chi intendeva sollecitare uno sviluppo e partecipare a movimenti, anche ecumenici, interessati alla Bibbia e alla ricerca.

 

Pur non ritenendo che la parità nella Chiesa cattolica si realizzi nella partecipazione alla gerarchia ordinata, ha ritenuto di qualche interesse pubblicare alcuni commenti ai Vangeli domenicali in questo volume, che non è la proposta sistematica di un commento ad una lettura continuata, quanto una provocazione per intendere più compiutamente un messaggio tradizionalmente presentato con modalità maschile. Vi sono osservazioni che vanno discusse e riprese, sul piano dell’esegesi biblica come su quello delle tradizioni ecclesiali, ma già nel titolo ci si richiama al ruolo secondario che le donne hanno sempre avuto nella Chiesa, dall’ordine di S. Paolo di farle tacere nell’assemblea ecclesiale a tutte le emarginazioni della storia, determinate dal potere maschile, legittimato anche religiosamente da un Dio che è Padre (come le divinità dei nostri avi romani, in equilibrio tra sei divinità maschili e sei femminili, ma capeggiate da Giove, ovviamente maschio). Così il sangue, che dà la vita ma rende impure le donne, è sacro e rende eroi i guerrieri; mentre il privilegio, che secondo la logica maschile viene data alla giustizia, andrebbe dato alla cura dell’altro (sul piano politico il Pil di una nazione andrebbe verificato prima sui diritti dei bambini che sulla produzione bellica). E sì, nota la Codrignani, che le donne nella Bibbia (ed è bello che le colleghi alla sua mamma) sono intelligenti (come la Samaritana), esemplari (come la vedova dell’elemosina al tempio), dialoganti (come Maria di Betania), amanti (come la Maddalena); a loro Gesù non avrebbe mai detto: “volete andarvene anche voi?”. Curiose anche le osservazioni sull’Annunciazione, con la Madonna determinante tra due... maschi (Dio e Giuseppe); essa determina il “ministero mariano”, comparato col “ministero petrino” ma normalmente trascurato (una singolare citazione è quella della pubblicazione dei “Padri della Chiesa”, senza un’analoga, ovvia pubblicazione delle “Madri della Chiesa”!).

Mentre scrivevo la prefazione a questa raccolta di “omelie” non tradizionali è stata diffusa la notizia che, per volere di Papa Francesco, la Congregazione per il Culto Divino ha decretato che, a partire da quest’anno, la ricorrenza liturgica dedicata a Maria di Magdala diventi festa come quella degli altri apostoli: «la prima testimone della Resurrezione del Signore ed evangelizzatrice» è stata collocata allo stesso livello di Maria, e, entrata nel novero degli apostoli, la sua messa avrà il Gloria e il Prefazio proprio, che è intitolato Apostolorum Apostola, come l’aveva definita già San Tommaso nel tredicesimo secolo. Il Prefazio (in un latino molto bello): «[...] per Cristo nostro Signore. Egli nel giardino si manifestò visibile a Maria di Magdala, poiché era colei che lo aveva amato da vivo, che l’aveva visto morire in croce, che l’aveva cercato mentre giaceva nel sepolcro e che per prima lo aveva adorato risorto da morte; e la onorò con la dignità dell’apostolato dinanzi agli apostoli, affinché il lieto annuncio della vita nuova giungesse fino ai confini dell’universo [...]».

 

Il lieto annuncio trova molte vie. Poiché il libro di Giancarla è destinato a persone intelligenti, starà a loro accogliere e - se credenti - valutare, anche eventualmente criticare, quanto viene offerto, che comunque, anche per coloro che non li condividessero pienamente (c’è sempre qualcuno che lamenta “discontinuità insopportabili” secondo l’espressione di un Cardinale), costituisce un invito ad accogliere la Parola di Dio, prima che come conferma di tutte le nostre interpretazioni tradizionali, come un grande messaggio di novità, di amore e di comunione.

 

+ Luigi Bettazzi

 

*Ed. Il pozzo di Giacobbe, 2016, pp.112, € 10,00

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