Koinonia Gennaio 2017


L’eclissi dei Partiti cristiani

 

<...>  Ma perché vacilla, seppure non è già scomparsa, un po’ dovunque la cultura politica cristiana? Perché - per restare in Italia - sono politicamente scomparsi i cattolici, non si sente più parlare di alcun loro impegno in politica? Credo che la ragione prima vada cercata nella crisi profonda che l’identità cristiano-cattolica ha conosciuto nel suo rapporto con la storia, con la propria storia. Qui ha fatto sentire il suo effetto una lunga serie di rivisitazioni del passato (dalle Crociate alla conquista delle Americhe, al colonialismo, all’antisemitismo)  -  negli ultimi decenni di vastissima diffusione mediatica e scolastica fino a diventare un vero e proprio senso comune - volte a mettere sotto accusa l’etnocentrismo sopraffattore, la peculiare distruttività e disumanità che avrebbe caratterizzato il ruolo dell’Occidente euro-americano nei secoli: al proprio interno e ancor di più al proprio esterno. Tutto ciò ha proiettato un’ombra inquietante sulla dimensione storica della civiltà cristiana, del farsi storico del Cristianesimo, per tanta parte cuore e tratto decisivo della vicenda europea-occidentale.

Già di per sé tradizionalmente negletta nella formazione del clero e delegittimata nel modo che si è detto, la dimensione storica ha perduto ogni capacità attrattiva, non è più apparsa il terreno congruo per l’estrinsecazione del «religioso». Il che nel sentire comune di moltissimi cattolici si è inevitabilmente accompagnato non solo a una ovvia, conseguente delegittimazione della politica, ma a qualcosa di più. Alla perdita d’interesse per un orizzonte cristiano, se posso dir così, capace di misurarsi davvero con l’intera complessità del reale, e quindi per quell’intervento a tutto campo nel mondo che è proprio della politica.

È così accaduto che proseguendo sulla strada iniziata con le chiese protestanti europee, il Cristianesimo-Cattolicesimo si sia ritirato dalla Grande Storia. Dalla Storia che ragiona per grandi aggregati visti secondo le logiche e i meccanismi del potere, sia pure guardandosi dall’identificarsi con esso. Sempre più forti, invece, sono risuonate le straordinarie parole dell’annuncio, «Il mio regno non è di questa Terra»: e piuttosto che l’azione storico-politica ha occupato spazi sempre più grandi una religiosità, e nel caso della Chiesa cattolica una pastorale, orientate prevalentemente all’azione caritativa da un lato e al rinnovamento etico-spirituale dall’altro.

 

Ernesto Galli Della Loggia

Il Corriere della Sera, 27 novembre 2016

 

 

 

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