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   20 agosto 2023 - XX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

 

Mattia Preti: Gesù e la Cananea (1656)

Stoccarda, Staatgalerie

 

 

PRIMA LETTURA (Isaia 56,1.6-7)

Così dice il Signore:
«Osservate il diritto e praticate la giustizia,
perché la mia salvezza sta per venire,
la mia giustizia sta per rivelarsi.
Gli stranieri, che hanno aderito al Signore per servirlo
e per amare il nome del Signore,
e per essere suoi servi,
quanti si guardano dal profanare il sabato
e restano fermi nella mia alleanza,
li condurrò sul mio monte santo
e li colmerò di gioia nella mia casa di preghiera.
I loro olocausti e i loro sacrifici
saranno graditi sul mio altare,
perché la mia casa si chiamerà
casa di preghiera per tutti i popoli».


SALMO RESPONSORIALE (Salmo 66)


Rit. Popoli tutti, lodate il Signore.

 

Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo volto;
perché si conosca sulla terra la tua via,
la tua salvezza fra tutte le genti.

Gioiscano le nazioni e si rallegrino,
perché tu giudichi i popoli con rettitudine,
governi le nazioni sulla terra.

Ti lodino i popoli, o Dio,
ti lodino i popoli tutti.
Ci benedica Dio e lo temano
tutti i confini della terra.

 

 

SECONDA LETTURA (Romani 11,13-15.29-32)

Fratelli, a voi, genti, ecco che cosa dico: come apostolo delle genti, io faccio onore al mio ministero, nella speranza di suscitare la gelosia di quelli del mio sangue e di salvarne alcuni. Se infatti il loro essere rifiutati è stata una riconciliazione del mondo, che cosa sarà la loro riammissione se non una vita dai morti?

Infatti i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili!

Come voi un tempo siete stati disobbedienti a Dio e ora avete ottenuto misericordia a motivo della loro disobbedienza, così anch’essi ora sono diventati disobbedienti a motivo della misericordia da voi ricevuta, perché anch’essi ottengano misericordia.

Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per essere misericordioso verso tutti!

 

 

VANGELO (Matteo 15,21-28)

In quel tempo, partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola.

Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele».
Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore - disse la donna -,eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni».

Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.

 

 

In altre parole…

 

Praticare la giustizia perché venga la salvezza: in queste poche parole c’è il motivo portante della nostra comunicazione, senza dimenticare che è soprattutto qui l’orizzonte ultimo di tutto il disegno salvifico nella storia dell'umanità: una prospettiva universale che è primaria rispetto agli attori e alle fasi della storia del Popolo di Dio nel tempo, primaria rispetto allo stesso Israele. Ci sono infatti stranieri che aderiscono al Signore per servirlo, che amano il suo nome, che non profanano il sabato e non si sottraggono ai suoi precetti, ma restano fermi nella sua alleanza: tutti costoro fanno parte di Gerusalemme e sono ammessi nella casa di preghiera. 

Bisognerebbe dare il giusto peso di verità a parole così promettenti: “La mia casa si chiamerà casa di preghiera per tutti i popoli”. È Gesù stesso a darci il senso di questa affermazione, quando interviene con forza nel Tempio, per riportarlo al suo significato simbolico: “Non sta forse scritto: La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le genti? Voi invece ne avete fatto una spelonca di ladri!”. È quando la destinazione universale dell'alleanza diventa riduttiva ed esclusiva, fino a degenerare e a ripiegarsi su se stessa.

Col suo gesto nei confronti dei mercanti nel tempio, Gesù ci dà un segno della sua opera di raddrizzamento e di purificazione del culto del Dio vivo e vero non solo in senso rituale ma in spirito e verità. Ma è quanto gli procura ostilità e persecuzione, a cui sembra volersi sottrarre quando in incognito si ritira nella zona di Tiro e Sidone, forse per calmare le acque particolarmente agitate intorno a lui. Questa volta egli non è in missione attiva in terra pagana, come potrebbe apparire, ma vuole essere un forte richiamo per Israele alla necessità di apertura a tutte le genti, vocazione forse smarrita, e azione contrastata. Così come potrebbe averla smarrita la Chiesa di Dio, quando pensa di aprirsi al mondo e alla storia solo dopo aver ritrovato se stessa, mentre è vero che può ritrovare se stessa solo quando riparte dai popoli e dalla storia. Siamo arrivati a dire che la chiesa è missionaria per natura, ma pensando sempre ad azioni successive. Dovremmo arrivare a riconoscere e a dire che la chiesa nasce dalla missione, che è la sua ragion d’essere. Che è missione più che missionaria, e cioè vangelo vivente e annunciato, prima che celebrato.

Dopo essersi dedicato alle “pecore perdute della casa d’Israele” (Mt 10,6), Gesù si aggira in terra straniera con la viva coscienza di avere “altre pecore che non sono di quest'ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore” (Gv 10,16). Era ed è la sua passione, di far ascoltare la sua voce a quanti non sono nel gregge. Ma stranamente a Tiro e Sidone si astiene da ogni predicazione e azione risanatrice. Ma non può liberarsi dalla fama che lo precede, ed ecco improvvisamente una donna – “che veniva da quella regione” - portarlo allo scoperto e costringerlo a rivelarsi, per venirle finalmente incontro contro la sua stessa volontà, ricordando ai discepoli che intercedevano per lei: “Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele”.

Ma alla fine ciò non gli impedisce di cambiare rotta, quando improvvisamente trova ciò che era mandato a portare: quella fede che si sarebbe aspettato nel suo ambiente e anche tra i suoi in risposta al suo messaggio, ecco che la tocca con mano in questa straniera a cui non può fare più resistenza, tanto da indurlo ad ammettere: “Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri”. Sì, la figlia guarisce, ma è chiaro che c’è più di una guarigione. Del resto, questa donna Cananea si era limitata a far presente la triste condizione della figlia, non senza aver prima fatto una sua confessione: “Pietà di me, Signore, figlio di Davide!”. Vuol dire che era entrata nel “mistero del Regno di Dio” come tesoro nascosto nel mondo.

Gesù è provocato dalla fede di questa donna, senza che apertamente avesse fatto nulla per lei o nel suo ambiente. Egli non fa che corrispondere e confermare quanto riconosce come opera del Padre, così come quando “esultò nello Spirito Santo e disse: «Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così a te è piaciuto»”. Quando si dice “chiesa dei poveri” è a questi piccoli che bisogna guardare, tirarli fuori di sotto il moggio per metterli sul candelabro: evangelizzare allora non è altro che mettere in luce il mistero del Regno dato ai poveri: “Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno” (Lc 12,32).

Se c’è qualcuno che può dimostrarci come la chiesa nasca dalla missione prima che la missione dalla chiesa, questi è Paolo, apostolo delle genti, che si rivolge direttamente alle genti in termini più sofisticati ma veri, per dire che se c’è stato un rifiuto di Israele, questo non era totale e definitivo, ma era solo perché diventasse inclusivo di tutti i popoli, per cui un suo reinserimento nel disegno di salvezza, sarà “una vita dai morti”, perché “i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili”: non sono vicende da valutare e da regolare nel tempo, ma in chiave escatologica del “non ancora”. Sembra quasi che la via di accesso per tutti alla misericordia sia la “disobbedienza”, se è vero che “Dio ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per essere misericordioso verso tutti!”. Forse perché l’uomo si ritrovi nella sua nuda realtà, privo della originaria gloria di Dio, in modo che aumenti la sua recettività e il nuovo stato di grazia sia dono liberamente accolto. (ABS)


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