29 ottobre 2023 - XXX DOMENICA DEL
TEMPO ORDINARIO (ANNO A)
James Tissot: I Farisei e i Sadducei vengono a tentare Gesù (1886-1894)
New York, Brooklyn Museum
PRIMA LETTURA (Esodo
22,20-26)
Così
dice il Signore:
«Non molesterai il forestiero né lo opprimerai, perché voi siete
stati forestieri in terra d’Egitto. Non maltratterai la vedova o
l’orfano. Se tu lo maltratti, quando invocherà da me l’aiuto, io
darò ascolto al suo grido, la mia ira si accenderà e vi farò
morire di spada: le vostre mogli saranno vedove e i vostri figli
orfani.
Se tu presti denaro a qualcuno del mio popolo, all’indigente che
sta con te, non ti comporterai con lui da usuraio: voi non dovete
imporgli alcun interesse.
Se prendi in pegno il mantello del tuo prossimo, glielo renderai
prima del tramonto del sole, perché è la sua sola coperta, è il
mantello per la sua pelle; come potrebbe coprirsi dormendo?
Altrimenti, quando griderà verso di me, io l’ascolterò, perché io
sono pietoso».
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 17)
Rit. Ti amo, Signore, mia forza.
Ti
amo, Signore, mia forza,
Signore, mia roccia,
mia fortezza, mio liberatore.
Mio Dio, mia rupe, in cui mi rifugio;
mio scudo, mia potente salvezza e mio baluardo.
Invoco il Signore, degno di lode,
e sarò salvato dai miei nemici.
Viva il Signore e benedetta la mia roccia,
sia esaltato il Dio della mia salvezza.
Egli concede al suo re grandi vittorie,
si mostra fedele al suo consacrato.
SECONDA LETTURA (1
Tessalonicesi 1,5-10)
Fratelli, ben sapete come ci siamo comportati in mezzo a voi
per il vostro bene.
E voi avete seguito il nostro esempio e quello del Signore, avendo
accolto la Parola in mezzo a grandi prove, con la gioia dello
Spirito Santo, così da diventare modello per tutti i credenti
della Macedònia e dell’Acàia.
Infatti per mezzo vostro la parola del Signore risuona non
soltanto in Macedonia e in Acaia, ma la vostra fede in Dio si è
diffusa dappertutto, tanto che non abbiamo bisogno di parlarne.
Sono essi infatti a raccontare come noi siamo venuti in mezzo a
voi e come vi siete convertiti dagli idoli a Dio, per servire il
Dio vivo e vero e attendere dai cieli il suo Figlio, che egli ha
risuscitato dai morti, Gesù, il quale ci libera dall’ira che
viene.
VANGELO (Matteo 22,34-40)
In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso
la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un
dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova:
«Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?».
Gli rispose: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore,
con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il
grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello:
“Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due
comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».
In altre parole…
Il
Dio di Israele accompagna il suo Popolo nell’Esodo con
amorevolezza e risolutezza, e una guida costante, tanto da
invitarlo a gesti di amore, ma anche ammonendolo severamente. Egli
si fa garante del povero e dell’indigente, del forestiero,
dell’orfano e della vedova con cui sembra immedesimarsi:
“Altrimenti, quando griderà verso di me, io l’ascolterò, perché io
sono pietoso”.
Di questa eredità spirituale erano depositari farisei e sadducei,
nemici tra di loro, ma coalizzati contro Gesù, avversario numero
uno del modo in cui veniva intesa e praticata la fede d’Israele.
Il confronto diventa sempre più acceso. E questa volta come
terreno di scontro c’è quello dei “comandamenti” nella Legge,
quale dei tanti fosse il più grande: si tratta sempre di una
importanza esteriore e disciplinare, quale potrebbe essere
l’osservanza del sabato o simili. La questione invece è se
interessa ciò che lega noi a Dio o Dio a noi secondo i nostri
schemi! La confusione nasceva dal fatto, come già aveva detto loro
Gesù, che “trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la
tradizione degli uomini” (Mc 7,8). E questo è un rischio
permanente nella tradizione ecclesiale.
.
Gesù sa come aggirare tutte queste pastoie, e non esita a
riportare tutto alla radice, allo Shemà Israel, che doveva essere
la coscienza viva dei suoi interlocutori: “Ascolta, Israele: il
Signore è il nostro Dio, unico è il Signore. Tu amerai il Signore,
tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le
forze. Questi precetti che oggi ti do, ti stiano fissi nel cuore.
Li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando ti troverai in casa
tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti
alzerai. Te li legherai alla mano come un segno, ti saranno come
un pendaglio tra gli occhi e li scriverai sugli stipiti della tua
casa e sulle tue porte” (Dt 6,4-9). Cos’altro avrebbe potuto
rispondere, magari come esponente di una corrente interna al
variegato mondo che gli faceva opposizione? Condizione che sarà
anche dei discepoli.
Sta di fatto che l’amore di Dio ha per noi un primato di valore,
ma poi è poco sentito e vissuto nella intensità e continuità che
sarebbe richiesta. E quando Gesù parla di un secondo comandamento
simile al primo, eccoci pronti a decentrare tutto il nostro
sistema mentale e a valorizzare come primario e sostitutivo
l’amore del prossimo, che sembra caratterizzare tutta la vita
cristiana, mentre all’amore stesso di Dio riserviamo luoghi di
culto o momenti religiosi. Dimentichiamo troppo facilmente, o
sottovalutiamo che ”da questi due comandamenti dipendono tutta la
Legge e i Profeti” e non viceversa. Si tratta di quel “tutto il
resto” dato in sovrappiù a chi cerca in primo luogo il regno di
Dio e la sua giustizia: qualcosa che nasce prima della forma Legge
e per cui tutto sta in piedi.
Proviamo a cogliere dalla lettera di Paolo qualche traccia da
seguire per questo amore di Dio tutto da sperimentare: quando in
realtà seguiamo il suo esempio e quello del Signore
nell’accogliere la Parola in mezzo a tante prove ma con la gioia
dello Spirito santo, in modo da potersi presentare come modello
per tutti i credenti; quando soprattutto ci convertiamo dagli
idoli falsi per servire il Dio vivo e ero. E non sarebbe fuori
luogo ai nostri giorni fare attenzione alle tante inconsapevoli
idolatrie correnti. Si ricerca tanto una nuova immagine di Dio, ma
forse non può essere che quella del Dio vivo e vero, che è vicino
a chi lo invoca. E poi rimane che “chi ama conosce Dio”! Se poi
vogliamo la via e la guida sicura all’amore di Dio, ecco ancora
Gesù che non solo lo insegna, ma ne vive. (ABS)