Koinonia Ottobre 2021


Per ricordare Enzo Mazzi a 10 anni dalla morte

Nuova pubblicazione della “Comunità dell’Isolotto”

 

COMPAGNI DI CAMMINO

Verso l’esodo del dominio del sacro

 

La “Comunità dell’Isolotto”, col questo volume della sua editrice “Libri liberi” Compagni di cammino - Verso l’esodo del dominio del sacro  offre anche a noi l’occasione di fare memoria di Enzo Mazzi e di ripensare il suo cammino, negli articoli qui raccolti, attraverso i suoi incontri con persone e testimoni che hanno caratterizzato l’epoca conciliare e post-conciliare del Vaticano II.

È una ricca galleria di volti e un alternarsi di voci in ambito ecclesiale, situazioni e movimenti storici che hanno segnato la fine del secolo scorso, figure significative del mondo e della cultura laica. Qualcosa che ci fa sì rivisitare un passato, ma soprattutto cogliere la linea di tendenza verso il futuro, perché se di cammino vogliamo parlare, questo è tutt’altro che chiuso. Se poi si parla di esodo dal dominio del sacro, non ne siamo affatto fuori, e la chiesa è più che mai lontana da un Concilio che aveva posto il mondo all’ordine del giorno con la sua storicità e laicità. In sostanza, la fede non ha e non è più una cultura; il vangelo è solo quello degli amboni e dei pulpiti e non quello della piazza!

Gli inevitabili conflitti intorno a questa problematica non hanno avuto un esito felice, ma è chiaro che tutto rimane aperto, con la possibilità di usufruire di quanto Enzo Mazzi ha maturato: egli rimane il testimone non solo di una stagione ma anche di un cammino da proseguire nella stessa direzione. Perché non è un bene per nessuno che il sistema sacrale rimanga lì indisturbato e le forze vive di desacralizzazione vadano per conto proprio

In questo senso una lezione ci viene dal primo articolo riportato nel libro e apparso su Adista-notizie del 30 giugno 1993: “Elia Dalla Costa Giovanni XXIII”, uomini di  fede indiscussa: una vera e propria parabola del processo di liberazione a carattere evangelico da una fede integrata nel sistema chiesa a carattere tridentino ad una fede libera e liberante a carattere evangelico.

Enzo ci racconta di una visita alla sua comunità del card.Dalla Costa subito dopo il conclave da cui uscì papa Roncalli e riferisce le sue parole: “Abbiamo eletto un papa che vi piacerà… Abbiate fiducia, aspettate e vedrete”. Dopo di che elenca una serie di fatti e di scelte che deponevano tutto il contrario e suscitavano sfiducia. Ma non mancavano piccoli segni di germinazione che si annidavano nella coscienza e nei gesti minori del nuovo papa. Ed Enzo fa questa annotazione: “I due, Dalla Costa e Roncalli, non potevano scoprire le loro carte più preziose”. In realtà ci fa sapere che neanche l’annuncio del Concilio ha suscitato entusiasmi come evento che veniva dall’alto. Fino a quando il muro della diffidenza è stato abbattuto durante le prime fasi del Concilio e la piega che stava prendendo grazie appunto alle decisioni di Papa Giovanni.

Ed ecco allora un’annotazione conclusiva di questo articolo veramente illuminante, che ci riporta ai nostri giorni: “Questo era il suo compito: non fare lui stesso la riforma, ma dare spazio al processo di riforma che germinava nella Chiesa. Ecco la convergenza che trovo fra la germinazione delle comunità di base e di tante altre esperienze conciliari e la coscienza profetica di Giovanni XXIII. Dalla Costa aveva proprio ragione: papa Giovanni ci è piaciuto”.

 

ABS

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